Tour de l'Avenir 2012: Colpo Lutsenko, Cattaneo risale - A Les Saisies vince il kazako. Mattia 3° di tappa e nella generale
- Tour de l'Avenir 2012
- Alexey Lutsenko
- Andrea Fedi
- Carlos Verona Quintanilla
- Daan Olivier
- Davide Villella
- Enrico Barbin
- Ever Alexander Rivera Guerrero
- Gianfranco Zilioli
- Ian Boswell
- Jan Polanc
- Jasper Stuyven
- Jay McCarthy
- Juan Ernesto Chamorro Chitan
- Lukas Pöstlberger
- Mattia Cattaneo
- Pierre Paolo Penasa
- Sergey Chernetskiy
- Sergey Pomoshnikov
- Tim Wellens
- Pianeta giovani
Ieri il kazako Alexey Lutsenko aveva tentato l'impresa andando in fuga dopo 3 km ed attaccando da solo sul Télégraphe, ma a 7 km dall'arrivo il suo sogno si è infranto. Non si è però perso d'animo, oggi ci ha riprovato ed ha vinto, arrivando da solo sul traguardo di Les-Saisies, nella tappa mutilata dal maltempo. A 3" si piazza lo statunitense Ian Boswell che finalmente batte un colpo dall'inizio di questo Tour de l'Avenir, ed al terzo posto, a 26", arriva un piccolo gruppo di 4 corridori, tra i quali anche la Maglia Gialla Barguil, regolato dall'italiano Mattia Cattaneo che risale così anche al terzo posto della classifica generale.
Alexey Lutsenko è il più talentuoso kazako degli ultimi anni. Classe 1992, quest'anno ha inanellato una serie notevole di piazzamenti di rilievo, dalla vittoria nella quinta tappa del Giro della Valle d'Aosta a Châtel, ai due secondi posti nei Campionati Nazionali kazaki in linea ed a cronometro, al quinto posto nel GP Nobili Rubinetterie, la corsa per professionisti vinta da Danilo Di Luca. Si tratta di un corridore polivalente, adatto a tutti i terreni, forte in salita ma che nemmeno disdegna la volata, come dimostrano i piazzamenti nelle prime tappe del Giro di Turingia: il suo terreno dovrebbero essere le Classiche dure, ma sarà sempre un cliente difficile per le classifiche generali.
La tappa di oggi avrebbe dovuto essere la più dura del Tour de l'Avenir, ma Poppea ha deciso di non bagnare solo l'Italia ed accanirsi anche sulle montagne francesi delle Rhone Alps: il significato è neve sul Col de la Madeleine. La direzione di corsa ha voluto tutelare la sicurezza degli atleti e ha deciso di tagliare la tappa e ridurla a soli 44 km. Quindi la carovana da Valloire si è spostata fino a Roganix da cui è partita la tappa. Tutti i ragionamenti tattici sono così saltati perché si è stati impossibilitati a rendere la corsa dura fin dalla Madeleine: il percorso poi così corto non a tutti si adatta: c'è chi lo soffre molto perché non riesce ad avere il tempo di scaldarsi, se si pensa che poi, in valle, c'erano solamente 13 gradi, c'era sicuramente da pensare che all'arrivo in quota di Les-Saisies ce ne fossero pochi sopra lo zero.
Subito dopo aver abbassato la bandierina si mette davanti l'Olanda e, incredibile ma vero, qualcuno soffre subito il ritmo come il belga Jasper Stuyven e ancora lo spagnolo Carlos Verona, che proprio non avrà dei bei ricordi di questo Tour. Dopo il passaggio di Alberville, la città che nel 1992 ospitò gli ultimi Giochi Olimpici Invernali, organizzati nello stesso anno dei Giochi Estivi, la strada inizia leggermente a salire ed è la Slovenia che prende in mano le redini del gruppo iniziando a tenere un ritmo elevatissimo. Ai piedi della salita finale di Les-Saisies (14 km alla pendenza media del 6.4%) il gruppo è ancora piuttosto compatto, ma bastano poche centinaia di metri e partono i primi attacchi: i primi a tentare di uscire sono lo sloveno Jan Polanc e l'austriaco Lukas Pöstlberger, il vincitore della terza tappa, ma il gruppo, guidato dalla Francia della Maglia Gialla Warren Barguil, non lascia spazio.
A 10 km dal traguardo parte l'attacco di Alexey Lutsenko a cui riescono ad accodarsi anche l'italiano Davide Villella, il colombiano Ever Rivera e il belga Tim Wellens: arrivano ad un vantaggio di 10", ma al km 7 il gruppo li riaggancia. Lutsenko non cede e ci prova di nuovo, ma stavolta non c'è Villella e ci sono invece ancora Wellens e Rivera, insieme a Ian Boswell in cerca di riscatto: a 5 km dall'arrivo i 4 hanno 20" di vantaggio sul gruppo guidato dalla Francia. Passa un solo km e Wellens e Rivera non riescono a tenere il ritmo del kazako e dello statunitense che rimangono così da soli in testa con vantaggio in aumento.
Dal gruppo principale scattano però Juan Ernesto Chamorro e Mattia Cattaneo che si portano a 30": questo attacco è estremamente pericoloso per la Maglia Gialla perché i due si trovano veramente vicini a Barguil (un solo secondo per Chamorro, nove per Cattaneo). Warren Barguil si impegna quindi personalmente per recuperare sui due attaccanti e riesce a riagganciarli proprio a poche centinaia di metri dall'arrivo. Lutsenko e Boswell si giocano la tappa ma il kazako è indiavolato e con un allungo arriva da solo sul traguardo di Les-Saisies lasciando l'americano Ian Boswell a 3" di distacco. Il gruppetto di Cattaneo, terzo, arriva invece a 26" con Chamorro, Wellens e Barguil, Villella arriva invece a 29". I due russi Pomoshnikov e Chernetski a 31" e 35" mentre lo sloveno Jan Polanc, il primo ad attaccare, taglia il traguardo a 37". Chi ha sofferto di più la tappa sono stati l'olandese Daan Olivier, l'australiano Jay McCarthy e Gianfranco Zilioli giunti a 1'06" da Lutsenko.
La classifica generale cambia dopo le prime due posizioni, dove rimangono al primo posto Barguil e al secondo Chamorro, ma al terzo posto sale Mattia Cattaneo, davanti a Chernetskiy ed all'americano Ian Boswell che recupera moltissime posizioni. Scendono invece l'olandese Olivier e l'australiano McCarthy ora ottavo e decimo.
Domani l'ultima tappa, quella che deciderà la classifica finale. Il giudizio lo daranno ancora le montagne perché anche l'ultimo sarà un arrivo in salita a Le Grand-Bornand. La tappa sarà molto breve (ma stavolta era tutto già previsto), 82.8 km con tre GPM prima dell'arrivo il Col de la Forclaz (2a categoria) dopo 14.1 km, il Col des Aravis (2a categoria) dopo 43.2 km e il Col de la Croix Fry (3a categoria) dopo 51.9 km. Questa è l'ultima occasione per Mattia Cattaneo per riportare in Italia il Tour de l'Avenir. Ci deve credere, le possibilità ci sono e nove secondi da recuperare sono davvero pochi.