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Giro della Valle d'Aosta 2012: Aru fa bis e guarda al futuro - Trionfa nella generale. Vittoria nella crono per Chernetskiy | Cicloweb

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Giro della Valle d'Aosta 2012: Aru fa bis e guarda al futuro - Trionfa nella generale. Vittoria nella crono per Chernetskiy

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Il podio finale del Giro della Valle d'Aosta, con Aru tra Chernetskiy (a sinistra) e Manfredi (a destra)  © Ufficio Stampa della Corsa

Vincere, staccando magari di ruota tutti gli altri, non è mai semplice. Riuscire a riconfermarsi, per giunta in una gara a tappe dura come il Giro della Valle d'Aosta, lo è ancora di più. E' il tempo dei complimenti e degli onori per Fabio Aru, per il secondo anno consecutivo dominatore su quei percorsi che han visto darsi battaglia fior di talenti e che ora l'hanno visto salire per la seconda volta consecutiva sul gradino più alto del podio, quarto corridore a riuscirci nella storia della manifestazione (Gotti nel 1989-1990, Popovych nel 2000-2001 e Marzano nel 2002-2003 gli altri a realizzare l'impresa).

Fin dal primo arrivo in salita a Champdepraz Aru aveva dimostrato di poter realizzare il proprio intento, riuscendo a staccare quasi tutti i pretendenti al successo (meno Andrea Manfredi, partito come seconda punta in casa Hopplà e terminato meritatamente sul podio), poi lo splendido assolo ai Piani di Tavagnasco ha messo definitivamente le cose in chiaro, costringendo gli altri pretendenti ad inseguire e a cercare di inventarsi qualcosa, anche se poi alla fine a gioire sono stati soprattutto i corridori già fuori classifica, loro sì che hanno avuto via libera nel mentre la Palazzago poteva agevolmente controllare la situazione con una formazione rivelatasi all'altezza del compito (e che oltre al successo nella generale porta a casa anche la classifica di miglior scalatore con il bielorusso Stanislau Bazhkou).

Il bis del sardo poi è anche la degna maniera per salutare un mondo dilettantistico in cui ha saputo venir fuori pian piano, senza neppure trascurare il ciclocross, disciplina che tante soddisfazioni aveva saputo dargli a livello giovanile, imponendosi come uno dei migliori grimpeur del panorama nazionale e passando attraverso anche sconfitte brucianti (quella patita al Toscana-Terre di Ciclismo 2011, vendicata col successo nell'edizione 2012, resterà purtroppo negli annali). Possiamo dire che è mancato soltanto il GiroBio ad arricchire un palmarès che oltre alle due affermazioni valdostane e alla già citata vittoria in Toscana conta anche l'affermazione nel Morucci o nella Bassano-Monte Grappa. Prestazioni che hanno attirato su di lui l'attenzione del ciclismo che conta, con l'Astana decisa a non farsi scappare la possibilità di godere delle sue prestazioni e che tra poche settimane lo vedrà già in gara con la nuova casacca. Nel mentre la ridda di voci sul quale sarà la gara che segnerà l'esordio nel professionismo (si parla di Giro del Colorado o addirittura di un esordio alla Vuelta di Spagna)è già partita, l'attesa si fa febbrile semplicemente per il fatto che il movimento azzurro ha bisogno come il pane di nuovi giovani talenti in grado di fare la differenza in salita e nelle gare a tappe, dal momento che i soli Nibali e Scarponi paiono starci un po' stretti allo stato attuale e corridori come Ivan Basso paiono aver imboccato la parabola discendente. Tempo al tempo comunque, perchè di occasioni per celebrare degnamente determinate prestazioni ce ne saranno ma non bisogna fare l'errore di pretendere tutto e subito.

Che Aru volesse concludere la corsa nel migliore dei modi è assodato, così come è apparso chiaro che il leader della Palazzago fosse determinato nel conquistare anche la seconda vittoria parziale lungo i 12.4 chilometri che da Châtel conducevano in costante salita al Col de Bassachaux. Un ardore agonistico che l'ha portato, nonostante la breve distanza, a recuperare Andrea Manfredi, scattato davanti a lui, e a filare dritto verso un possibile miglior tempo. La festa però gli è stata in parte rovinata da un errore di percorso proprio nell'ultimo chilometro, in quanto Aru ha erroneamente imboccato la deviazione delle ammiraglie, perdendo così colpo di pedale e tempo prezioso.

La soddisfazione di giornata è andata così a Sergey Chernetskiy, atleta russo che nel professionismo di fatto c'è già con la maglia della squadra Continental Itera-Katusha e tra i più coriacei avversari di Aru in questo Val d'Aosta. Il suo 28'09", alla media di 26,533 km/h, è rimasto così il miglior tempo e gli ha consentito di centrare il secondo successo stagionale dopo quello ottenuto in una frazione della Ronde de l'Isard, breve e impegnativa corsa a tappe francese conclusa in seconda posizione. Non solo: già ieri facevamo notare come il russo, distante meno di 40" dalla zona podio, non fosse assolutamente escluso dalla possibilità di salire su uno dei tre gradini (il più basso appariva sicuramente come il più vicino). La grande cronometro disputata ha però consentito a Chernetskiy non solo di infliggere 34" di distacco (specie a causa dell'incoveniente già raccontato) ad Aru ma di recuperare ben quattro posizioni in classifica, dal momento che il russo, infliggendo 2'36" ad Andrea Manfredi (18esimo all'arrivo), è riuscito a sopravanzare di 25" anche il toscano nella generale finale, in cui ha concluso con un distacco di 3'25" da Aru. Nonostante la difficile giornata odierna resta comunque ottimo il Valle d'Aosta disputato dal piccolo scalatore dell'Hopplà, che al secondo anno nella categoria sale sul podio di una delle corse a tappe più dure e prestigiose (3'50" il suo distacco alla fine) e si propone come uno degli atleti da seguire con maggiore interesse nelle prossime annate.

Il podio parziale di giornata ha sorriso anche ad un altro atleta russo, Alexander Foliforov, che con il suo 28'47" ha fatto segnare per un po' la miglior prestazione ed alla fine ha concluso in terza posizione con un distacco di 38". A 51" si è installato in quarta posizione il britannico Joshua Edmondson che ha conquistato anche l'ultima posizione utile in top-10 (decimo nella generale a 21'28") mentre vale la pena spendere alcune parole su Fausto Masnada, anch'egli atleta del Team Colpack. Il lombardo, quinto quest'oggi con un ritardo di 1'02" è infatti l'unico atleta del primo anno a riuscire a concludere nelle prime 10 posizioni il Valle d'Aosta (è infatti sesto a 5'45"), peraltro dopo una condotta di gara dispendiosa che l'ha portato anche all'attacco e non solo quindi a fungere da appoggio per i propri compagni di squadra. Appuntiamoci anche il suo nome quindi sul taccuino perchè potremmo ancora trovarci a parlarne, così come salutiamo senza dubbio con piacere il sesto posto di tappa (distanziato di 1'08") dell'eritreo Natnael Berhane, uno dei più interessanti prodotti di un ciclismo africano sempre più in espansione. L'ottimo Lutsenko (settimo a 1'10" e vincitore della classifica a punti), l'altro kazako Ishanov (ottavo a a 1'31"), Formolo (stesso distacco) e il venezuelano Anaya Galvis (decimo a 1'50") hanno completato la top-10 di tappa.

Proprio Davide Formolo era uno dei corridori pienamente coinvolti nella lotta al podio ma la grande prestazione di Chernetskiy ha costretto anche lui a restarci appena giù (il veronese ha chiuso la generale in quarta posizione a 4'12"), nonostante sia riuscito a superare Gianfranco Zilioli (11esimo all'arrivo a 1'56"), retrocesso in quinta piazza a 4'35". Peggio di tutti è andata a Pierre Paolo Penasa che già nella tappa di ieri aveva accusato un calo di brillantezza e quest'oggi, accusando ben 4'45" dal vincitore, è retrocesso fino alla settima posizione generale con un distacco finale di 7'34". Top-ten che, oltre al già citato Edmondson, è stata completata dall'australiano Morton (ottavo a 10'10") e da Manuel Bongiorno (nono a 14'56"), entrambi tra i più attivi animatori delle ultime frazioni in linea.

Si è chiusa così un'edizione che ha regalato anche gesti tecnici di pregevole fattura (su tutti la lunga e vittoriosa fuga di Bob Jungels nella quarta frazione), per cui non resta che attendere il 2013 per una nuova appassionante sfida. Nell'immediato però già sabato prossimo i riflettori saranno puntati su una gara a tappe che nelle ultime stagioni ha regalato un buon spettacolo, vale a dire il Giro delle Valli Cuneesi che prenderà il via il prossimo 28 luglio.

Vivian Ghianni

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