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Giro della Valle d'Aosta 2012: Che bel raggio di Lutsenko! - A Châtel batte Bazhkou e Bongiorno. Aru ad un passo dal successo | Cicloweb

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Giro della Valle d'Aosta 2012: Che bel raggio di Lutsenko! - A Châtel batte Bazhkou e Bongiorno. Aru ad un passo dal successo

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A Châtel vittoria solitaria del kazako Alexey Lutsenko © Comunicato Stampa della Corsa

L'ultima frazione in linea del Giro della Valle d'Aosta offriva lo spunto per cercare di movimentare ulteriormente le acque in classifica generale. Se poi qualche temerario avesse voluto provare a far saltare il banco cercando il tutto per tutto con un attacco da lontano, il terreno non mancava di certo. Alla fine qualcosa è successo ma una certezza, sul traguardo di Châtel è rimasta: Fabio Aru e la Palazzago hanno saputo gestire al meglio la situazione ed ora la possibilità di replicare il successo dello scorso anno appare sempre più alta, visto che la cronoscalata in programma domani verso il Col de Bassachaux potrebbe offrire addirittura al sardo l'occasione per incrementare il vantaggio nei confronti degli avversari.

Decisamente più interessante invece si fa la lotta per il podio, dal momento che il cedimento odierno di Penasa ha riaperto sensibilmente i giochi, visto che Zilioli (salito ora in terza posizione), Formolo ed il trentino della Zalf sono racchiusi in appena dieci secondi (e neppure il russo Chernetskiy, distante appena 38" dal podio, può dirsi escluso dalla contesa). In posizione più sicura appare invece Manfredi, difesosi molto bene anche quest'oggi e molto vicino a coronare con un posto sul podio una condotta di gara ottima (con un salto di catena sfortunato che gli ha fatto perdere qualche secondo di troppo proprio all'imbocco della durissima ascesa ai Piani di Tavagnasco) che gli ha portato in dote anche il primo successo tra gli Under 23.

Sensazioni varie quindi, quelle degli uomini di classifica, tanto che a beneficiarne ancora una volta sono stati coloro che hanno deciso di movimentare la tappa fin dalle prime battute. Possiamo dire che finalmente è arrivato anche il giorno di Alexey Lutsenko, kazako dell'Astana Continental che compirà vent'anni il prossimo 7 settembre e che si sta rivelando atleta sempre più degno di attenzione da parte degli addetti ai lavori. Soprattutto nell'ultima stagione sono stati notevoli i suoi progressi sui percorsi impegnativi, lui già dotato di un ottimo spunto veloce che gli ha già consentito di piazzarsi molto bene in volate discretamente affollate (senza dimenticare che è stato proprio lui a precedere gli inseguitori per la quinta piazza al recente Gran Premio Nobili vinto da Di Luca). Con le strade italiane (oggi però, a dir la verità, la corsa si è sviluppata tutta tra Svizzera e Francia) poi Lutsenko sembra avere un particolare feeling, dal momento che nelle ultime due stagioni ha raccolto buoni piazzamenti ed è riuscito in entrambe le occasioni a vestire per un giorno la maglia di leader al Toscana-Terre di Ciclismo in aprile.  E' giunto pertanto il momento di alzare meritatamente le braccia al cielo, piegando la resistenza di un Bazhkou, che al già raggiunto obiettivo di consolidare la leadership nella classifica degli scalatori avrebbe voluto aggiungere anche quello di centrare la vittoria di tappa, e di un Bongiorno deciso a voler concludere questo Valle d'Aosta lasciando il segno.

Le intenzioni giornaliere di Lutsenko sono apparse subito molto chiare fin dalle prime battute, quando dopo neanche 10 chilometri dalla partenza di Aigle, si era formato un drappello di sette concorrenti comprendente non solo il kazako ma anche il britannico Edmondson. La situazione però evidentemente non andava molto a genio alla Palazzago e a qualche altra formazione e così dopo pochi chilometri il gruppo è tornato compatto. Così, salendo verso il Pas de Morgins, prima asperità di giornata, si sono vissute fasi particolarmente frizzanti, con vari atleti a cercare di andare in avanscoperta ed il gruppo prossimo al frazionamento, in cui però Aru si è mostrato attento in testa. Lutsenko questa volta è riuscito ad avere il via libera ed insieme a Stanislau Bazhkou si è involato verso il Gpm mentre un attivissimo Manuel Bongiorno (per un po' inseguito anche dallo svizzero Baillfard) cercava in tutti modi di non perdere il treno buono. In questa fase il gruppo di Aru, in cui erano presenti tutti i primi della generale, viaggiava con un ritardo di circa 1'30" mentre una seconda parte di gruppo vedeva il proprio ritardo prossimo ai tre minuti.

La coppia di atleti ex sovietici ha continuato a comandare la corsa di buona lena anche dopo aver superato il primo sprint intermedio e solamente quando le rampe del secondo Gpm, vale a dire il Col de la Joux Verte, si sono fatte più impegnative Bongiorno è riuscito ad uscire da una fase di stallo, riuscendo a raggiungere i battistrada in compagnia del belga Teuns e del francese Domont, usciti dal gruppo proprio all'inizio della salita. La corsa, di fatto, si è decisa in questo frangente, in quanto tutti i battistrada (il migliore in classifica era proprio il tricolore Bongiorno, staccato di poco più di 16 minuti) erano assai distanti dalla leadership di Aru e la Palazzago ha potuto così controllare nel migliore dei modi la corsa, potendo contare anche su una valida pedina come Bazhkou che sarebbe potuta tornare molto utile in caso di attacco del capoclassifica. Superata anche la seconda asperità con Bazhkou che naturalmente è passato per primo in vetta, la marcia dei cinque è continuata senza patemi anche nella successiva discesa, dove l'azione più rilevante è stata proposta da Eugenio Alafaci, buttatosi in picchiata nel tentativo di ricongiungersi alla testa, salvo poi venire ripreso dal plotone a Morzine (il distacco del gruppo in questa fase era superiore ai 4 minuti).

Sul Col du Corbier, ultima ascesa prima del traguardo, il vantaggio dei cinque battistrada si è ridotto di circa un minuto (al di poco sotto i 3 minuti il gap) in virtù del gran ritmo imposto dai Palazzago per cercare di selezionare ulteriormente il gruppo (soprattutto Sterbini e Tocco si sono sobbarcati la maggior parte del lavoro). Un'azione che un effetto concreto l'ha sortito, in quanto Pierre Paolo Penasa, terzo in classifica a 2'43" da Aru, non è riuscito a tenere più il ritmo imposto ed ha perso contatto, scollinando con una ventina di secondi di ritardo. A rendere poi ulteriormente complicato il rientro in gruppo del trentino è stata anche la Petroli Firenze, che vedeva con Formolo la concreta possibilità di giungere in zona podio, anche se poi Penasa è riuscito con un po' d'affanno, a ritrovare la coda del gruppo ad una decina di chilometri dall'arrivo.

Si è così giunti alla fase conclusiva, con i cinque ancora in grado di gestire un vantaggio di circa 2'30" nei confronti del gruppo, dal quale nel frattempo si è sganciata all'inseguimento la coppia franco-sudafricana, costituita da Jimmy Turgis e da Louis Meintjes. L'accordo tra i battistrada però si è rotto quando al traguardo mancavano chilometri ed è iniziata la proverbiale fase in cui qualsiasi scatto sarebbe potuto essere quello buono; in gruppo invece Penasa ha di nuovo perso le ruote del drappello di Aru, dal quale si è poi sfilato di qualche metro anche Masnada della Colpack. Ai -3 dall'arrivo Bazhkou ha piazzato uno scatto deciso e per il bielorusso sembrava proprio essere il momento buono per involarsi verso il traguardo. Non aveva però fatto i conti con la tenacia di Lutsenko che dapprima si è lanciato all'inseguimento, poi è riuscito a raggiungere l'atleta della Palazzago poco dopo aver superato il triangolo rosso dell'ultimo chilometro, infine ha a sua volta piazzato lo scatto ai 500 metri. Questa volta la stilettata è stata quella risolutrice e così Lutsenko è potuto giungere in perfetta solitudine sul traguardo, conquistando così la prima vittoria stagionale, riuscendo così dove non era riuscito a Champdepraz dove solo un grande Manfredi era riuscito a terminargli davanti. Per il generoso Bazhkou seconda piazza con un po' di rammarico a 15" ma al quale fa da contraltare la gioia per la matematica conquista della maglia a pois di miglior scalatore. Ancora un piazzamento invece per Bongiorno che non è riuscito a seguire i primi due negli ultimissimi chilometri e si è dovuto accontentare così dell'ultimo gradino del podio di giornata con un ritardo di 22".

Via via si sono susseguiti gli arrivi con Teuns a 36", Domont a 53" e con un bravo Marco Bernardinetti, uscito nel finale, che a 1'59" è riuscito a precedere per la sesta posizione sia Mentjes che Turgis. Bella anche la prova odierna di Eugenio Alafaci, nono a 2'05" mentre Bekaert, giunto a 2'24", ha completato la top-ten. Il gruppo di Aru è giunto sul traguardo con un ritardo di 2'56", col sardo che ha preceduto Chernetskiy, Zilioli e Formolo mentre Manfredi, leggermente staccato, ha perso 4", concludendo a 3'00". Più indietro invece sia Masnada (giunto a 3'24") che Penasa (3'36" il suo ritardo che significa 40" persi nei confronti di Aru), tra i primi 10 staccati anche Morton (a 3'40") e soprattutto Edmondson (arrivato con ben 13'13").

Ad una tappa dalla conclusione Fabio Aru può quindi gestire 1'48" nei confronti di Andrea Manfredi mentre si infiamma la lotta per il podio con Zilioli terzo a 3'13", seguito da Formolo, distante appena 2" (3'15" il suo distacco) e da Penasa, sceso in quinta posizione a 3'23". Occhio anche Chernetskiy, sesto a 3'51". Guadagna una posizione dopo la tappa odierna Bongiorno, ora nono a 13'30".

L'ultima pagina di questa edizione 2012 verrà quindi scritta domani nella cronoscalata di 12,4 chilometri che da Châtel condurrà ai 1771 metri del Col de Bassachaux, anche se sarà impresa molto ardua far sì che anche per quest'anno la maglia gialla non prenda la via della Sardegna.

Vivian Ghianni

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