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Campionato Italiano Under 23 2012: Manuel tricolore e ritorna l'allegria - Uno strepitoso Bongiorno batte Formolo. Sbaragli 3°

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Manuel Bongiorno è Campione italiano degli Under 23 © BettiniphotoLe severe pendenze del Gavia sanno far male, molto male. Più nel morale che nel fisico a volte. Tanti pensieri devono essere passati nella mente di Manuel Bongiorno sei giorni fa, vedendosi scappar via Dombrowski in un amen, vedendosi scappar via anche il podio, vedendo sfumare il lavoro di settimane lungo quella decina di chilometri che andavano ad abbracciare il cielo. Chi si fa avvolgere dallo scoramento difficilmente smaltisce il tutto in breve tempo; chi sa essere forte, ritrovare la grinta e la voglia di ricominciare ponendosi un nuovo obiettivo sa ben presto ritrovare la convinzione e l'adrenalina che sanno dar gusto alla competizione.

Ci voleva un qualcosa di spettacolare, quasi eclatante, per Manuel Bongiorno per riprendersi degnamente la scena, mettere a tacere (nel vero senso della parola, come dimostrerà il gesto sul traguardo) le critiche e dimostrare di essere uno dei migliori prospetti del panorama nazionale e quel qualcosa, quella ghiotta occasione era bella che servita quest'oggi: campionato italiano Under 23, distanza da percorrere 169 chilometri infarciti dall'ascesa verso Telve e dallo strappo posto nell'ultimo chilometro del circuito, luogo Roncegno Terme. Proprio la salita di Telve si è rivelata il trampolino ideale su cui piazzare lo scatto che fa male, per togliere definitivamente di ruota un avversario temibile e coriaceo quale il veneto Davide Formolo. Una botta a poco meno di dieci chilometri dall'arrivo e poi a tutta, fino al traguardo, senza pensare alla possibilità che l'avversario possa rientrare, magari proprio in quell'ultimo chilometro con le pendenze costantemente in doppia cifra, che semmai doveva servire come trampolino per l'ultima stilettata, le ultime energie, la porta d'entrata verso la gloria, verso quella prima maglia tricolore della carriera.

Una corsa che alla fine è stata frizzante, piacevole, tirata come spesso accade nel dilettantismo e che, ancora una volta proprio come era accaduto ieri, ha dimostrato che coloro che sono usciti dal GiroBio potevano sicuramente vantare una gamba non indifferente rispetto a tutti gli altri (ben 7 dei primi 10 classificati di oggi infatti avevano concluso la gara a tappe non più tardi di cinque giorni fa). I primi 50 chilometri sono volati via nella bagarre, con numerosi atleti che hanno provato a portar via l'azione buona (tra i più attivi Pizzingrilli, Lampa, Smarzaro, Berlato, Senni, Orrico, Antonini), raggiungendo a tratti anche la cinquantina di secondi ma vedendo poi il loro vantaggio diminuire a dismisura fino al ricongiungimento. Così, poco prima del chilometro 55, è stato ancora il marchigiano Corrado Lampa a cercare di portar via il gruppetto assieme all'interessante Fausto Masnada, uno dei primi anno della Colpack. Sembrava l'ennesimo tentativo destinato a morire, ma alle spalle dei due battistrada, in poco tempo, la corsa è divenuta una polveriera: dapprima in testa al gruppo si è ritrovato un drappello composto da 9 atleti (tra cui spicca il nome di Fabio Aru, uno dei più attesi) con una trentina di secondi su tutti gli altri, ma poi, come prevedibile, la situazione è mutata nuovamente, cosicchè ad inseguire i due battistrada si sono ritrovati prima in undici, poi in diciassette, infine, quando Lampa e Masnada sono stati assorbiti in un unico plotone, si è formato al comando un gruppo forte di ben 23 unità (poi ridotte a ventidue con la defezione di Cingi). In testa si sono ritrovati, oltre ai due sopracitati, anche Pizzingrilli della Monturano, Ulivieri e Antonini dell'Idea Shoes, Gazzara e Berlato della Zalf, Senni e Fonzi della Colpack (forte quindi di ben 3 atleti in questo frangente), Tocco della Palazzago, Conte Bonin dell'Hopplà, Maestri e Ferrario del Podenzano, Baldissera del Team Brilla, Ruscetta della Cicli Falgiani, Cardinali del Gragnano, Petilli e Ferrante del Delio Gallina, Gozio del Gavardo, Moresco della Generali Coppi Gazzera, Smarzaro della Ciclisti Padovani, Tabini dell'Amore&Vita e Locatelli della Trevigiani.

Come si può vedere in testa si è trovato un gruppo abbastanza folto, con tutte le principali formazioni rappresentate da almeno un elemento e pertanto la situazione è apparsa inizialmente delicata, dal momento che in questo frangente (si era intanto superato il settantesimo chilometro) il ritardo del gruppo dei favoriti sfiorava addirittura i tre minuti. Un tira e molla questo durato diversi chilometri, in cui ad avvicendamenti nella testa (del gruppo dei fuggitivi hanno fatto parte anche Pacchiardo prima e poi anche la giovane coppia dell'Hopplà costituita da Gabburo e Martinelli), col gruppo a cercare di limare sempre più lo svantaggio e le ascese verso Telve e Roncegno a farsi sentire sempre più tornata dopo tornata. Il vantaggio del gruppone si è pertanto ridotto con il passare dei chilometri ma la situazione è rimasta incerta man mano che le tornate diminuivano ed è stato così che, a due giri dalla fine (poco meno di 50 chilometri al traguardo) si sono registrati altri movimenti significativi: dapprima si sono giunti al già frazionato gruppo di battistrada Giacobazzi, Taliani, Simone Sterbini, Sbaragli, Brovelli e Orrico,  quindi anche un pimpante Bongiorno (chiaro l'intento dell'Hopplà di rendere dura la corsa) e Chirico, con questi ultimi due che attorno al chilometro 130 hanno immediatamente seguito Gazzara, Giacobazzi e Taliani che nel frattempo sono andati a costituire un nuovo quintetto. I tempi però non erano ancora maturi e così è andato in breve tempo a ricostituirsi un gruppo di una ventina di atleti (presente anche l'abruzzese Graziano Di Luca).

Gazzara non si è dato per vinto e, a poco più di 30 chilometri dall'arrivo, ha tentato nuovamente l'allungo, prontamente seguito da Sbaragli, che ha poi preso il comando della gara quando l'alfiere della Zalf si è sfilato, mentre da dietro il gruppo dei favoriti restava sempre a debita distanza. Si è così giunti all'ultima tornata (24 i chilometri mancanti al traguardo) con una situazione incerta più che mai: dapprima si è composto in testa un drappello di 15 atleti, quindi si sono susseguiti scatti e controscatti (Baldissera, Taliani e Sterbini prima, quindi anche Bongiorno e Chirico poi hanno dinamitato il drappello dei battistrada). Soprattutto però è stato il momento in cui alcuni dei grandi favoriti della vigilia, fiutando il pericolo, hanno iniziato a muoversi e così, nel volgere di pochi chilometri, sono sopraggiunti in testa anche Formolo (Petroli), Aru (Palazzago), quindi in seconda battuta anche Villella (Colpack), Penasa, Andreetta e Milani (Zalf), De Marchi (Generali) e Cardinali (Gragnano), che assieme ai vari Bongiorno, Sbaragli, Di Luca, Ruscetta (ottima prova di questo atleta molisano), Masnada, Senni, Brovelli, Baldissera, Giacobazzi, Taliani, Chirico e Sterbini sono andati a costituire un gruppo forte di una ventina di atleti con un vantaggio di ben 2'20" nei confronti del gruppo e con i principali team ancora una volta ben rappresentati (tra i big spiccava solamente l'assenza di Barbin della Trevigiani, rappresentata invece da un Chirico in gran giornata). 

Non era più tempo per nascondersi quindi e così è iniziata l'ultima ascesa verso Telve, con le sue impegnative pendenze attorno al 10%: a poco meno di 9 chilometri dall'arrivo però la violenta schioppettata di Bongiorno ha scombussolato i piani del drappello ormai in gara per il tricolore ed il solo Formolo ha cercato di tenere la ruota dello scatenato toscano di Fucecchio. Il veronese però ha dovuto ben presto mollare la presa e così il portacolori dell'Hopplà si è trovato solo al comando con una decina di secondi di vantaggio sull'immediato inseguitore (e circa trenta sul drappello alle sue spalle). Superata la salita e affrontata la discesa con determinazione unita alla dovuta attenzione, per Bongiorno sono iniziati gli ultimi, infiniti due chilometri, in cui Formolo da dietro era segnalato in rimonta (ad un tratto l'atleta della Petroli era giunto a soli 7") e dove occorreva sparare tutto quello che ancora si aveva in corpo sull'ultimo, impegnativo strappo finale.

Ultimo chilometro avvincente come non mai, con i due contendenti decisi l'uno ad incrementare (Bongiorno), l'altro a recuperare sull'altro (Formolo) ma negli ultimi 500 metri le energie del toscano sono state maggiori e così Bongiorno ha potuto tagliare il traguardo in perfetta solitudine per quella che è la sua quarta vittoria stagionale, senza dubbio la più importante (nel suo palmarès stagionale erano finiti anche il Palio del Recioto, la tappa di Cavriglia del Toscana-Terre di Ciclismo e il Giro delle Colline Chiantigiane). A soli 4" si è invece interrotto il sogno tricolore di Davide Formolo, che però anche quest'oggi ha dimostrato di essere un validissimo combattente, che molto presto potrebbe avere un futuro nel professionismo. Più staccato invece il drappello degli inseguitori, in cui Aru ha tentato un ultimo disperato allungo per andare a cogliere almeno la terza piazza ma senza successo. Il bronzo è così finito anch'esso ad un Hopplà, dal momento che il sempre costante Sbaragli, a 40", ha messo in riga nell'ordine Villella, lo stesso Aru, Penasa e Giacobazzi. A 44" un bravissimo Chirico ha concluso la sua fatica in ottava posizione, quattro secondi dopo è giunto invece Graziano Di Luca della Monturano (bella prova anche per lui) mentre Alessio Taliani, decimo a 50", ha chiuso la top-ten.

La giornata si è chiusa con un Bongiorno commosso sul podio delle premiazioni, per il quale ora si aprirà una nuova sfida stimolante, ovvero quella di andare degnamente a sfoggiare il nuovo tricolore sulle strade del Giro della Valle d'Aosta, che scatterà il prossimo 16 luglio. Ad attenderlo ci saranno Aru, forse di nuovo Dombrowski e tanti altri ostici contendenti stranieri. Si può star certi però che, dopo quanto visto quest'oggi, nuove sfide appassionanti stanno per palesarsi all'orizzonte.

Vivian Ghianni

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