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Giro del Friuli: Sboccia il talento di Diego Rosa - Gran vittoria del 23enne della Palazzago | Cicloweb

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Giro del Friuli: Sboccia il talento di Diego Rosa - Gran vittoria del 23enne della Palazzago

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Diego Rosa sul podio del Giro del Friuli in maglia bianca - Foto Gabriele MenisSi è concluso con il successo di Diego Rosa il Giro della Regione Friuli Venezia Giulia, la prima corsa a tappe per dilettanti (e non, poi approfondiremo la questione) della stagione dei giri che proseguirà con Pesche Nettarine, GiroBio, Val d'Aosta e Valli Cuneesi. Assieme al Giro delle Pesche Nettarine in genere è quella che arride meno agli scalatori che però quest'anno hanno trovato nell'arrivo sul Passo Pramollo pane per i loro denti.

Il protagonista assoluto è stato dunque il 23enne ex-biker in forza alla Palazzago che ha saputo offrire ad Olivano Locatelli una validissima alternativa a Fabio Aru, sfruttando in maniera esemplare la ghiottissima occasione concessagli dagli avversari che forse hanno dimostrato di non conoscere a fondo le sue doti da grimpeur, per altro già messe in mostra in diverse occasioni in questi primi mesi da stradista a tempo pieno.

Dopo una prima tappa che non ha offerto spunti per gli uomini di classifica, qualcosa si è mosso invece nella seconda, altimetricamente piuttosto semplice come la precedente ma che, dopo due ore ad andatura altissima, ha visto un drappello di una trentina di uomini sganciarsi e arrivare al traguardo con 1'20" su tutti gli altri. Tra di loro non erano presenti scalatori di grido ma ottimi corridori come Cecchinel, Pantò (secondo l'anno passato) e il lussemburghese Bob Jungels si sono fregati le mani per il vantaggio insperato con cui hanno potuto approcciare il tappone del giorno successivo con l'arrivo al Pramollo.

Proprio Jungels, già in bell'evidenza al Toscana-Terra di Ciclismo, l'indomani ha schierato la sua Leopard-Trek a difesa della sua leadership virtuale (in realtà in quel momento comandava la classifica Matteo Collodel) lungo i chilometri che hanno condotto la corsa ai piedi dell'erta conclusiva. La squadra lussemburghese ha lavorato sodo in testa al gruppo durante la salita di Sella Chianzutan e al Gpm, la fuga di una ventina di uomini (con l'accorto Rosa) formatasi nelle fasi iniziali di corsa, non aveva che una trentina di secondi di vantaggio. Proprio in questa fase sono accaduti due eventi poi risultati decisivi per le sorti dell'intero giro. A causa dello sforzo profuso in salita, gli uomini Leopard si sono un po' disuniti e nessun'altra squadra ha avuto la forza o la prontezza di portarsi in testa per tenere a tiro i fuggitivi. Contemporaneamente, con una discesa a rotta di collo, lo sloveno Jan Polanc, anche lui ottimo prospetto, ha saputo riportarsi sui battistrada e ha dato - grazie anche alla presenza del compagno Stimulak - nuova linfa all'azione che ha potuto approcciare la salita finale con quasi due minuti sul plotone.

A questo punto, a Rosa, non è rimasto che completare l'opera, forzando il ritmo sin da subito e impostando la salita come una cronoscalata. Nessuno degli ex-compagni di fuga, neanche quel Polanc che si dev'essere accorto di aver fatto male i conti, è riuscito a resistere più di qualche centinaio di metri alla ruota di Diego che ha portato così a compimento la sua impresa. Nel drappello dei migliori ha resistito invece Jungels, almeno fino ai quattro chilometri dall'arrivo, quando Bongiorno ha rotto gli indugi e l'ha fatto esplodere. Con lui sono rimasti gli ottimi Zardini, capace poi nel finale di distanziare di una ventina di secondi lo scalatore di Fucecchio e di arrivare a 41" da Rosa, e De Ieso (che chiuderà la tappa terzo davanti a Bongiorno) mentre ha faticato più del previsto Aru che, nonostante avesse potuto fino a quel momento beneficiare della presenza del compagno in testa alla corsa, ha dovuto cedere qualche metro e pagare complessivamente mezzo minuto al portacolori della Colpack. Tra coloro che avevano beneficiato del "bonus" della tappa precedente, il migliore è risultato, come previsto, Bob Jungels (7° dietro a Gorodnichev), che ha difeso almeno la seconda piazza; bravo anche l'australiano Watson (nono di tappa e terzo nella classifica momentanea) e Corrado Lampa (13° e 6°).

Piena di colpi di scena anche la tappa successiva, sulla carta più abbordabile della precedente, ma che ha visto scatenarsi ancora gli uomini di classifica che avrebbero voluto ribaltare le sorti della corsa sotto un autentico diluvio. Jungels è stato tra i più attivi ma ovviamente la Palazzago, con un Aru in versione gregario di lusso, non gli ha concesso mai spazio con il risultato di ridurre all'osso il gruppo dei big. Non si è dato per vinto il russo dell'Hopplà Gorodnichev, brillante in salita e decimo nella generale, che ha staccato tutti sulla salita di Sella Cereschiatis e si è involato verso il traguardo, lontano dalla vetta una trentina di chilometri. Ma a rovinare i piani di Gorodnichev ci ha pensato ancora un agguerritissimo Jungels che si è fiondato in discesa sul battistrada e ha fatto sì che la Palazzago (con Aru in prima persona) si impegnasse a fondo per ricucire, cosa puntualmente avvenuta ad una decina di chilometri dall'arrivo. Sull'ultimo strappo Zardini e Bongiorno, in compagnia di Villella, Polanc, Steigmiller e Simoni, hanno tentato il tutto per tutto (Bongiorno anche qualcosa in più, visto che è caduto in vista dell'ultimo chilometro) per far saltare il banco, ma il colpo è riuscito solo a metà: Rosa ha limitato i danni a soli 5" e la Colpack si è dovuta "accontentare" della vittoria di tappa con un brillantissimo Villella (che in una volata ben più folta ha saputo bissare il successo nell'ultima frazione) e della conquista di qualche secondo in classifica con Zardini che ha chiuso infine al terzo posto il giro.

Bilancio finale dunque positivo per la Palazzago che ha saputo sfruttare al meglio i suoi due assi, invertendone in corsa i ruoli rispetto a quanto gli avversari avrebbero potuto immaginare e giocando in maniera perfetta l'effetto sorpresa. Ottima anche la Colpack, che porta a casa due belle tappe e il terzo posto in classifica, confermando il suo ottimo momento e lanciando Zardini (che pure da quest'anno non è più Under 23) come scalatore in grado di rilevare più che degnamante Stefano Locatelli e Villella come uomo capace di ben figurare su tutti i terreni. Sufficiente il Team Hopplà, che ha visto Bongiorno e Gorodnichev riproporsi a livelli discreti, così come il campano De Ieso, ottimo nell'arrivo in salita e che poi però ha perso posizioni nelle tappe successive. Capitolo Zalf: gli uomini di Rui e Faresin portano a casa un terzo posto parziale con Milani, ma non sfruttano come ci si potrebbe aspettare la presenza nelle fughe di Cecchinel e Gazzara, che pure hanno dimostrato in passato di essere atleti di buon valore. Rimandati anche i Trevigiani: Dall'Oste è un lontanissimo parente di quello ammirato non più di un mesetto fa, Alfio Locatelli fatica a trovare la giusta dimensione nella nuova squadra, Stocco, che due anni fa seppe chiudere quarto un GiroBio, pare in declino: salva la baracca Aldegheri con il secondo posto nell'ultima tappa.

Niente paura, non ci siamo dimenticati dei vincitori delle prime due frazioni. Marco Benfatto, dopo le 18 vittorie negli ultimi quattro anni in casa Zalf, ha deciso che forse era venuto il momento di cambiare aria, cercando nuovi stimoli per provare a fare il grande salto. I quattro successi di questa stagione - l'ultimo proprio a Gorizia, nella prima tappa del Friuli - stanno a dimostrare che la voglia ancora c'è e il Team Idea (che potrebbe essere una scelta non casuale in ottica professionismo...) può contare anche sulle doti di un'altro Élite di lusso, Matteo Busato, anche lui all'ultima (o quasi) spiaggia, che sta ritrovando lo smalto dei giorni migliori.

Prima vittoria tra i dilettanti per il 23enne Matteo Collodel che, dopo cinque anni di gregariato tra Zalf e Trevigiani, è riuscito finalmente ad alzare le braccia nella seconda frazione, sfruttando il suo spunto veloce al termine della fuga di una trentina che abbiamo descritto in precedenza.

Prossimo appuntamento a tappe, come detto, il Giro delle Pesche Nettarine di fine mese, che quest'anno propone sole tre frazioni in linea (solo l'ultima pare poter portare una certa selezione) più un prologo di tre chilometri.

Giuseppe Cristiano

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