GP Liberazione 2012: E chi lo ferma questo Barbin? - Va in fuga con Fedi e Villella, quindi li batte allo sprint
- Gran Premio della Liberazione 2012
- Team Colpack [Dilettanti] 2012
- Team Simaf Carrier Wega Truck Italia Valdarno [Dilettanti] 2012
- Trevigiani Dynamon Bottoli [Dilettanti] 2012
- Adam Phelan
- Andrea Fedi
- Calvin Watson
- Davide Orrico
- Davide Villella
- Enrico Barbin
- Francesco Acquaviva
- Giuseppe Fonzi
- Ilya Davidenok
- Jacopo Mosca
- Klemen Stimulak
- Michael Freiberg
- Nurbolat Kulimbetov
- Simone Petilli
- Pianeta giovani
dai nostri inviati
La corsa che tutti vogliono vincere, quella che tutti possono vincere: a guardare l'altimetria sembrerebbe la corsa più facile, ma le curve, gli strappetti ripetuti 23 volte rendono il Gran Premio della Liberazione una delle corse più complicate e dal finale più imprevedibile.
Quest'anno la corsa premia il coraggio di Enrico Barbin, bergamasco della Trevigiani Dynamon Bottoli, che a 7 giri dall'arrivo intuisce l'attacco combinato e studiato perfettamente a tavolino messo in atto dal Team Colpack che ha lanciato in avanscoperta due dei suoi atleti Davide Villella e Giuseppe Fonzi con Davide Orrico a controllare proprio Barbin e Andrea Fedi, rapidi a riportarsi sulla testa della corsa. Barbin ha gestito bene lo sprint lanciato da Andrea Fedi e corona un periodo di forma straordinario che l'ha vistro trionfare sia nella Piccola Sanremo a Sovizzo che nella prima tappa del Toscana-Terra di Ciclismo con la maglia della Nazionale.
Il primo attacco importante parte subito nei primi giri grazie all'attivissima nazionale kazaka che coordina i primi attacchi con la coppia Nurbolat Kulimbetov e Ilya Davidenok: alla coppia kazaka si aggiungono lo sloveno Klemen Stimulak, Francesco Acquaviva del Team Brilla, Simone Petilli della Delio Gallina e Jacopo Mosca della Podenzano. Il drappello dei 6 corridori non ha mai raggiunto un vantaggio considerevole e si è sempre mantenuto costante intorno ai 35-40 secondi.
Questa fuga non dura molto, soprattutto quando viene raggiunta da altri atleti tra i queli 2 australiani: questo preoccupa il resto del gruppo che si affretta a ricucire. Sebbene l'Australia tenti molte volte di portar via una fuga, con Michael Freiberg, con Calvin Watson con Adam Phelan nessuna delle azioni andrà in porto fino al colpo di genio del Team Colpack.
L'azione dei 5 ragazzi che caratterizza tutto il finale di gara guadagna rapidamente più di 40 secondi: all'inizio pare che l'accordo tra loro non sia dei migliori, ma quando ognuno di loro c'era di scattare il gruppo recupera, è così che capiscono che solo andando di comune accordo possono raggiungere il traguardo che viene via via sempre più vicino. Dopo il grosso del lavoro sia Orrico che Fonzi perdono terreno e sono Enrico Barbin, Andrea Fedi e Davide Villella esattamente gli stessi che domenica scorsa si sono giocati la gara dell'Angelo Fumagalli con la vittoria di Villella.
Queste le parole di Enrico Barbin al termine della gara: «Io non avevo mai partecipato al Liberazione, non lo ritenevo molto adatto alle mie caratteristiche, ma visto come sono uscito bene soprattutto dal Toscana la squadra ha deciso di schierarmi al via. L'azione dei Colpack è stata fondamentale, io non ho collaborato e ho lasciato a loro l'iniziativa visto che erano in tre. Devo ovviamente ringraziare la squadra per tutto il lavoro che ha fatto, anche se a volta non si vede, l'apporto dei miei comapgni è sempre fondamentale. So che ho fatto queste tre vittorie e molto importanti ma io rimango una persona con i piedi per terra e al GiroBio aiuterò ancora il mio compagno Mattia Cattaneo».