Coppa delle Nazioni 2012: Aru, era ora! La Toscana è tua - Finale emozionante: tappa a Domont, corsa al sardo
dal nostro inviato
Se esiste una giustizia terrena, oggi ha fatto sì che Fabio Aru vincesse il Toscana-Terra di Ciclismo. Sì, perché il sardo, che l'anno scorso aveva perso la corsa a tappe di Coppa delle Nazioni proprio all'ultima frazione a causa di una caduta ai 300 metri finali, quest'oggi è riuscito a prendersi un'omologa rivincita con la malasorte che ha fatto sì che il suo rivale diretto Wellens, che aveva 9" di ritardo in classifica e che stava marciando probabilmente verso il successo, sia stato appiedato da una foratura a poco meno di 3 km dal traguardo.
Ma andiamo con ordine. Stamattina si sono presentati alla partenza solo 70 atleti, con squadre ridotte all'osso e l'Italia che, pur comandando la classifica con Aru leader, Bongiorno terzo e Barbin quarto, poteva contare solo sulle loro forze e su quelle di Daniele Dall'Oste per far fronte, su 167 km di corsa e 44 di sterrato, agli attacchi di numerosissimi avversari avevano ritardi inferiori al minuto dalla vetta.
Il primo attacco serio, a più di 60 km dall'arrivo, dopo due tratti di sterrato percorsi e quattro ancora da superare, lo ha portato il francese Domont (in classifica il suo ritardo era di 1'01"). Il transalpino ha subito accumulato un buon gruzzolo di secondi (vantaggio massimo di 2'20" a 25 dall'arrivo) e ha cominciato a fare paura. A toglierci le castagne dal fuoco ci ha pensato il bielorusso Bazhkou - ed era anche prevedibile, essendo compagno di squadra di Aru alla Palazzago, ormai fuori classifica e rimasto senza compagni di squadra - che, alternandosi con il Kazakistan di Lutsenko, ha tenuto il fuggitivo a una distanza di sicurezza mentre anche Barbin e Dall'Oste si staccavano inesorabilmente facendo diventare abbastanza critica la situazione degli azzurri. All'entrata dell'ultimo tratto di sterrato (che comprendeva una salita con il culmine ai 6 dall'arrivo) il francese poteva vantare ancora quasi due minuti ma anche il belga Wellens, che partiva con un gap di soli 9" da Aru, decide che è il momento giusto per provare a far saltare il banco.
Lo spilungone fiammingo è scatenato sulla strada bianca e in salita attacca con decisione, staccando tutti e mettendo in seria difficoltà il leader di classifica che arranca nelle retrovie del gruppetto ormai ridotto a una quindicina di unità. Bongiorno prova a stargli dietro ma, nonostante la buona volontà, la salita non è per pesi piuma e chi riesce ad accordarsi al belga è il vincitore di ieri McCarthy (stamattina sesto a 30"). La coppia è quella giusta e al Gpm i due hanno ormai ridotto a 40" il distacco da Domont e possono vantare 13" sul plotone che ora è condotto da Bongiorno. Poco dopo il fattaccio: Wellens fora e vede il gruppo di Aru sfilargli accanto e superarlo (i giudici però lo cronometreranno con lo stesso tempo del sardo e di Bongiorno). Via libera quindi per Domont che suggella la sua splendida impresa, McCarthy giunge secondo in solitaria, mentre il gruppetto dei big è regolato dal forte eritreo Berhane. Posizioni di classifica quindi congelate e Aru può finalmente festeggiare assieme a Bongiorno, che giorno dopo giorno sta dimostrando di aver ritrovato una competitività che nel 2011 era sembrata perduta.
Certamente lo spettacolo tecnico (senza dimenticare quello paesaggistico) offerto dalla tappa odierna e in generale da tutta la corsa di patron Brocci rimarrà scolpita nella mente degli appassionati per diverso tempo e sicuramente i protagonisti di questi giorni di corsa tra qualche anno li vedremo battagliare per ben altri traguardi.