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Mondiali Crono Under 23 2011: Solo Australia a Copenhagen - Durbridge bissa la Allen. Male gli Azzurri

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Luke Durbridge, oro nella crono iridata Under 23 davanti al danese Quaade e all'altro australiano Hepburn © BettiniphotoPiù che un campionato del mondo, a giudicare l'esito della prima giornata di gare a Copenaghen sembra proprio aver assistito al campionato nazionale australiano contro il tempo. Se però nella prova del mattino il successo di Jessica Allen poteva apparire come una bellissima soddisfazione non messa totalmente in preventivo, i 35,2 chilometri (un giro in più del circuito rispetto alla prova delle juniores) del tracciato su cui si sono misurati gli Under 23 nel pomeriggio rappresentavano un'opportunità troppo ghiotta per gli aussie affinchè potessero fallire. Soprattutto Luke Durbridge poi, quei due miseri secondi accusati a Geelong, seppur da una sorta di predestinato quale appare Taylor Phinney, non li aveva proprio digeriti. Urgeva quindi immediata rivincita e tale è stata.

Durbridge si è rifatto da campione, anche perchè tale può essere considerato andando a sommare le vittorie fin qui ottenute negli anni: titoli australiani a cronometro e su pista nelle specialità più disparate; campione mondiale a cronometro tra gli juniores a Mosca nel 2009; due titoli mondiali nell'inseguimento a squadre (uno da juniores e l'altro, ottenuto proprio in questa stagione, tra gli Elite); un titolo mondiale nel Madison da juniores più cronometro varie tra cui spicca il Memorial Fardelli nel 2010. Il tutto per il promettente passista di Perth alla bella età di 20 anni. Certo, sbilanciarsi sul futuro in maniera netta è sempre operazione ardita ma intanto non possiamo che ribadire quanta bontà continui ad esserci nel movimento australiano, una simbiosi perfetta tra attività su strada e quella su pista che è alla base di qualsiasi successo. Del resto bastava osservare quest'oggi la convinzione con cui Durbridge ha approcciato la prova, partendo subito a spron battuto e poi mantenendo un'andatura costante e con una cadenza di pedalata sempre molto elevata per capire che ben presto ci si sarebbe ritrovati a lottare per la seconda posizione.

6'06", 12'02", 21'06", 42'47" i numeri del crescendo di Durbridge, andato ad issarsi in cima a tutti dopo che per lunghi tratti la "hot seat" era stata tenuta ben calda da Michael Hepburn, l'altra freccia da podio che l'arco australiano poteva scoccare quest'oggi e che tra l'altro aveva anche l'interesse a rendersi protagonista di una prova convincente dopo le polemiche del Tour de l'Avenir, la gara dalla quale il frizzante ventenne del Team Jayco, vincitore di due frazione, fu estromesso proprio dal suo stesso enturage per un gestaccio, rivolto a quanto pare verso i propri selezionatori in segno di protesta. Siamo sicuri però che anche quest'oggi Hepburn si sia lasciato andare tra sè e sè a più di un'imprecazione nel momento in cui è finito a terra nell'ultimo tratto della cronometro a causa di una foratura, dopo che pochi minuti prima si era già reso protagonista di un errore di traiettoria (in proposito si sono visti diversi atleti alle prese con problemi di vario tipo: chi ha rischiato di perdere per strada il transponder come l'olandese Dumoulin; chi come il panamense Gomez ha rotto un'appendice; chi come il bielorusso Krasilnikau, atleta atteso ad una buona prova, a causa di problemi meccanici ha addirittura concluso in ultima posizione a ben 8'28" dal vincitore). Proprio quest'inconveniente è costato a Hepburn secondi preziosi che l'hanno fatto concludere col tempo di 43'33", staccato di 46" dal suo connazionale. Tempo abbastanza buono, che per un bel pò ha resistito in testa ma che non è stato sufficiente all'Australia per piazzare la doppietta, dovendosi "accontentare" così di occupare il terzo gradino del podio oltre al primo: nel derby oceanico si è infatti ottimamente inserito Rasmus Christian Quaade, il giovane danese in cui erano riposte tutte le speranze di podio del tifo locale. Anche lui, come Durbridge, aveva molto da recriminare lo scorso anno quando una caduta gli impedì non solo di realizzare una prestazione importante ma addirittura di portare a termine la sua prova e non poteva proprio perdere l'occasione di sfigurare davanti al proprio pubblico. Per il 21enne, già bronzo all'Europeo a cronometro nel 2009 (per appena un secondo dietro Kittel e Kristkiy) e molto bravo anche al recente Giro di Danimarca dove è stato in grado di piazzarsi in quarta posizione nella prova contro il tempo nel confronto con i professionisti, una prova iniziata col piglio giusto (appena 3" e 8" il suo ritardo da Durbridge nei primi due rilevamente), prima di cedere alla distanza nei confronti dello scatenato Durbridge (35" il ritardo accusato sul traguardo) ma comunque missione compiuta: la prima medaglia danese di questa edizione del mondiale è divenuta così realtà.

Buona la prestazione del russo Vorobev, recente vincitore del Memorial Fardelli di Rogno, unico a restare sotto il minuto di distacco da Durbridge a parte gli atleti finiti sul podio, cosa che gli è valsa la quarta piazza finale con un ritardo di 58" (l'atleta dell'Itera-Katusha tra l'altro è stato tra i primi a scattare dalla pedana) mentre purtroppo molto negativa è stata la giornata per i colori azzurri: molte speranze erano indubbiamente riposte in Matteo Mammini, il miglior specialista che l'Italia poteva schierare, già 6° in Australia lo scorso anno e 4° ad Offida ai recenti campionati europei (ma il percorso, come si potrà vedere dalle successive considerazioni, era ben diverso da quello odierno che addirittura doveva favorire maggiormente l'atleta toscano). Che la giornata per il campione italiano fosse molto difficile lo si è potuto constatare già al primo rilevamento: il suo 6'37" è stato infatti il 48esimo tempo su 65 atleti in gara, a dimostrazione di una partenza decisamente lenta e la prova è poi proseguita su un trend che, se da un lato consentiva di recuperare qualche posizione, dall'altro però proseguiva in netta perdita nei confronti del leader. Alla fine il cronometro si è fermato sul tempo di 45'30", il 21esimo in graduatoria a ben 2'42" da Durbridge, risultato deludente considerando anche che questa era l'ultima occasione per provare a salire sul podio in una rassegna mondiale riservata agli Under 23 (essendo nato nel 1989, Mammini dalla prossima stagione sarà Elite). Ancora meno bene era andata in precedenza a Massimo Coledan, l'altro atleta azzurro schierato al via della prova, che ha terminato al 41esimo posto a 3'51" da Durbridge: anche per il veneto della Trevigiani una giornata no in cui il passo è stato affannoso fin dalle prime battute. A questo punto non resta che interrogarsi sulle cause della prova odierna: scelta sbagliata dei materiali? Valutazioni errate del tracciato? Incapacità di trovare la giusta cadenza anche a causa di un vento fastidioso che in determinati punti del tracciato si rendeva particolarmente insidioso per i concorrenti? Fattore emotivo che può aver influito sulla prova? A freddo di tempo per fare appropriate valutazioni ce n'è, quel che resta però è una prestazione che obiettivamente è stata al di sotto delle attese.

Tra i primi dieci classificati della prova troviamo anche due olandesi (il bravo Hamelink, 5° a 1'52", e Dumoulin 8° a 2'04"), un altro australiano (il giovanissimo Howson, 19enne da appena un mese e già campione d'Oceania contro il tempo, che ha concluso in nona posizione a 2'05"), uno spagnolo (Mas Bonet, buon 7° a 2'04") ed infine il francese Molard, decimo a 2'09". Proprio tra i francesi erano attesi ad un buon risultato sia il campione europeo Paillot (13esimo a 2'15") che Le Bon (solo 19esimo a 2'42"), poche soddisfazioni anche tra i tedeschi (Sütterlin e Koch rispettivamente 17esimo e 23esimo) mentre qualcosa in più ci si attendeva anche dal russo Ershov e il lussemburghese Jungels, finiti in 15esima e 16esima posizione con ritardi vicini ai due minuti e mezzo.

A questo punto non resta che fare anche qui delle considerazioni, soprattutto per gli amanti dei raffronti: così come per le donne juniores nel mattino, anche tra gli Under 23 la prova ha dimostrato come il percorso di Copenaghen fosse nettamente diverso da quello proposto per gli Europei di Offida, in cui più che nel tratto iniziale di discesa pianura era opportuno dosare gli sforzi per affrontare l'impegnativa ascesa finale: i primi tre classificati della rassegna continentale sono infatti finiti tutti molto lontani dalla zona podio ed il solo francese Molard è stato in grado di replicare la top-ten europea con quella mondiale. Un'ulteriore dimostrazione questa di quanto il percorso danese sorrida agli specialisti pure e dove anche le condizioni climatiche possono influire sull'esito di una prova in cui è fondamentale saper spingere costantemente a grandi frequenze di pedalata.

Domani seconda giornata di gare con le prove a cronometro riservate agli Uomini Juniores (partenza del primo corridore alle ore 9.30) al mattino e alle Donne Elite (il via alle ore 14) nel pomeriggio mentre gli Under 23 torneranno in scena venerdì 23 settembre per la prova che assegnerà il titolo mondiale in linea.

Vivian Ghianni

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