Giro della Valle d'Aosta 2011: Un uomo Novikov appare a La Salle - Il russo scava già voragini tra sé e gli avversari
- Giro Ciclistico della Valle d'Aosta Mont Blanc 2011
- Itera - Katusha 2011
- Vejus - Tmf - Euroservicegroup - BH Bikes [Dilettanti] 2011
- Antoine Lavieu
- Antonino Puccio
- Axel Domont
- Clément Koretzky
- Clément Penven
- Donato De Ieso
- Edoardo Zardini
- Fabio Aru
- Francesco Manuel Bongiorno
- Gianfranco Zilioli
- Ian Boswell
- Jasha Sütterlin
- Jimmy Turgis
- Kenny Elissonde
- Mario Sgrinzato
- Matthieu Converset
- Mattia Cattaneo
- Nikita Novikov
- Stefano Locatelli
- Stéphane Rossetto
- Yoann Michaud
- Pianeta giovani
Siamo solo alla seconda tappa del Giro della Vallèe, ma un corridore potrebbe aver già ammazzato la corsa: si tratta di Nikita Novikov, quarto anno russo dell'Itera-Katusha, già protagonista dell'edizione del Giro 2010, quando conquistò la maglia proprio nella seconda tappa, dopo aver ripreso Bonnin e Monsalve sulla discesa del San Carlo, ma crollò il giorno dopo mentre il suo compagno Ignatenko faceva l'impresa che gli avrebbe fatto portare a casa la corsa. Stavolta il capitano unico è Nikita e questo successo, conquistato sulla salita ma soprattutto sulla discesa del Piccolo San Bernardo, è una seria ipoteca sulla vittoria finale.
La Megève - La Salle, di 142 km, prevedeva lo scollinamento di 3 GPM, e tutte e 3 erano salite vere. A cominciare dal Col de Saisies, sul quale la corsa non si è particolarmente accesa: a muoversi è ancora una volta Turgis, seguito dal nazionale francese Domont e dall'americano Dombrowski, e il gruppo lascia fare ben poco. Turgis allunga un po' in discesa e a Beaufort, ai piedi del secondo colle, sono lui e Domont a comandare, con soli 40" di vantaggio sul gruppo. Poco dopo vengono raggiunti da Zardini (Colpack) e Sgrinzato (Trevigiani), sganciatisi nella discesa del Saisies, e qui la situazione comincia a farsi seria, visto che Zardini al Cuneesi ha dimostrato di andar benone in salita. La reazione del gruppo non si fa attendere e a pagarne le conseguenze è il leader Koretzky, stremato dalle fatiche di ieri. Zardini lascia i compagni di fuga e s'invola da solo passando con 45" di vantaggio sulla cima del Cormet de Roselend su Sgrinzato, Turgis e Domont, mentre il gruppo, anticipato da Boswell alla ricerca di punti per la GPM, è già ridotto a 25 unità.
La discesa del Cormet è una delle più tecniche e difficili delle Alpi, e qui Zardini fa vedere linee degne dell'omonimo sciatore (Edoardo Zardini, discreto slalomista dei primi anni zero), mentre gli inseguitori si lasciano riprendere dal gruppo: al traguardo volante di Seez l'alfiere della Colpack può vantare 3' di margine sul gruppo, ma pagherà gli sforzi sul Piccolo San Bernardo, salita non difficile ma veramente lunga. Sulle prime rampe 5 uomini cominciano a muoversi all'inseguimento: sono Converset (Aix en Provence), Michaud (Francia), Antonino Puccio (Hopplà), e Rossetto e Penven della Nogent Oise, la battagliera squadra di Turgis (Rossetto è stato professionista l'anno scorso con la Vacansoleil), che però non riescono ad agganciare Zardini.
A metà scalata arrivano le azioni che danno la scossa definitiva alla gara: a muoversi è il sardo Fabio Aru, campione uscente al Cuneesi e ai piedi del podio l'anno scorso. Con la sua progressione il capitano della Palazzago si porta in breve tempo su Michaud e Penven, mentre dal gruppo si muovono anche Novikov, Cattaneo e De Ieso della Vejus. Zardini tenta di resistere, ma a 7 km dallo scollinamento Aru e Perven lo raggiungono: il sardo scatta e lascia la compagnia. Ma è una solitudine molto breve, perchè da dietro anche Novikov ha messo il turbo ed ha lasciato i rivali. Son dunque Aru e Novikov a condurre, col russo che attacca a ripetizione finchè, a 2 km dallo scollinamento, non stacca Aru. Novikov scollina con 23" di vantaggio e Cattaneo e De Ieso a più di 1'. Il gruppo, con Locatelli e una quindicina di uomini, è a 3'15".
È sulla discesa del San Bernardo che Novikov costruisce la sua vera impresa, nonostante un ruzzolone quando mancavano 20 dal traguardo: a Morgex, a 5 km dall'arrivo, il suo vantaggio su Aru, Cattaneo, De Ieso e Michaud raggiunge i due minuti e mezzo, e non è certo l'ultimo dentello di La Salle a impressionarlo. De Ieso attacca e conquista un prezioso 2° posto a 2'32" da Novikov, distanziando di poco Aru e Cattaneo, mentre Michaud è più staccato. Lavieu, della nazionale francese, precede a 4'14" precede il gruppetto dei favoriti, regolato da Locatelli a 4'35". Fuori classifica Bongiorno ed Elissonde, che terminano con Koretzky a 27', 7 ritiri e 4 fuori tempo massimo, tra cui Sutterlin. Insomma, distacchi pesanti per questa seconda tappa.
Parliamo un po' di Novikov. Qualcuno potrà storcere il naso, come sempre avviene in Italia, di fronte a un corridore che si è confrontato spesso e volentieri coi professionisti (4° a Camaiore quest'anno, in una gara nella quale c'erano anche i nostri stagisti, per dire), ma ricordiamoci che si tratta di un under23 che rispetto ai suoi coetanei Italiani ha 'solo' un po' di esperienza internazionale in più. Il curriculum del russo è davvero notevole: campione mondiale della corsa a punti da Juniores nonchè bronzo ai mondiali a cronometro 2007, dietro a 2 signori come Phinney e Degenkolb. Quest'anno sono arrivati i primi successi internazionali da dilettante, ed ha sbancato il Tour de Pays de Savoie dando più di 3' in classifica al secondo, Bardet. Un corridore completo, forte soprattutto in discesa: detto così potrebbe essere il nuovo Savoldelli. E chissà che la Katusha, alla ricerca di quel russo in grado di far bene al Tour che Tchmil non ha trovato quest'anno, in seguito a tali risultati lo faccia passare pro' nel 2012.
Per Novikov sarà importante resistere agli attacchi che avverranno domani, nella La Salle - Valgrisenche di 155 km; avviene tutto negli ultimi 50, con i gpm di Verrogne, Les Combes e Planaval, quest'ultimo a 5 km dall'arrivo (non c'è discesa ma un lungo falsopiano). Il vantaggio da gestire, accumulato in questa 2 giorni, è ampio: 2'53" su Michaud ma soprattutto 3'38" su Aru. Se domani non dovesse andare in crisi sarà poi veramente dura scalzarlo.