Giro della Valle d'Aosta 2011: Koretzky indovina l'attimo vincente - Fuga da lontano, 2° Papok
Partenza spumeggiante per il Giro della Valle d'Aosta: in una delle tappe più facili va via una fuga di 25 atleti dei quali i migliori arrivano al traguardo. È Clement Koretzky, corridore della Aix en Provence, ad alzare le braccia sul traguardo di Ville-La-Grand, ai danni di Ian Boswell, portacolori della formazione americana, che è crollato sull'ultimo muro dopo una splendida cavalcata solitaria.
La fuga parte dopo 11 km. Promotore il solito Mattia Pozzo (Viris), da ormai quattro anni un habitué delle fughe in questa corsa, tant'è che ha sempre portato a casa la maglia dei traguardi volanti. Insieme a lui ci sono però nomi pesanti, come Klimiankou (Palazzago), Zilioli (Colpack), Squire (USA) e Facchini (Trevigiani). Ai primi dieco, che guadagnano rapidamente un minuto sul primo GPM, il col de Chatillon, si aggiungono altri quindici elementi. La composizione della fuga è dunque questa: oltre ai sopra citati, ci sono Guadagnini (Palazzago), Bulgac (Omega Pharma), Desmet (Quick Step), Michaud (Francia), Boswell (Usa), Mihaylov, Converset e Koretsky (Aix en Provence), De Winter (Jong Vlaanderen), Smeyers (Ovyta), Maurelet, Cormiet e Turgis (Nogent), Steigmiller, Kahra e Sütterlin (Thuringer), Nesset (Froy), Marcolin (Zalf), Pozzo (Viris) e Papok (Hopplà). Nomi pesanti, insomma: Boswell si è piazzato 3° l'anno scorso al Tour of Utah (che non era ancora corsa professionistica) dietro a due mostri sacri come Mancebo e Leipheimer; Sütterlin è un primo anno che ha vinto il Tour of Berlin, importante corsa per Under 23; Turgis è stato spumeggiante protagonista di diverse azioni l'anno scorso; Squire è fresco del Giro del Portogallo, dove ha concluso nei 20.
Tuttavia, le squadre italiane più forti sono ben rappresentate e costringono dunque le due rappresentative russe a sobbarcarsi l'inseguimento. Il risultato è che la fuga prende un largo margine, che raggiunge il suo apogeo sulla salita più dura di giornata, Les Gets: 6'09" a 80 km dalla fine. È su questa salita che si sviluppa la coraggiosissima azione di Boswell, che scollina con 1' di margine sui diretti inseguitori e arriva a raggiungere il vantaggio di due minuti sul terzo GPM di Vailly. È una fantastica cavalcata, ma dopo il Col de Cou, ultimo GPM di giornata a quasi 30 km dall'arrivo, la fatica comincia a farsi sentire, sia per lui che per gli inseguitori che si sono ridotti a 18 unità. Intanto dietro i russi lanciano un vero e proprio inseguimento a squadre, con Novikov, Ignatiev (Itera) e Chernetskiy (nazionale russa) che lasciano il gruppo aiutati da Turgis, che ha perso le ruote dalla fuga.
Ai -5 la situazione è la seguente: Boswell ha 30" di vantaggio sui compagni di fuga, 1'30" sui russi e 1'50" sul gruppo. Lo strappo di 800 metri che termina a 400 dall'arrivo, però, fiacca le resistenze di Boswell, che deve cedere a un contrattacco di Papok. Sembra fatta per il bielorusso della Hopplà, ma negli ultimi 200 metri Koretzky lo passa, andandosi a prendere tappa e maglia. Completa il podio Robbie Squire, mentre il primo italiano è Zilioli, 6°, preceduto da De Winter e Klimiankou. Novikov si piazza 15° a 30" dal primo, mescolandosi con gli altri fuggitivi, mentre a 1'31" Dhaene (Vl Technics) regola il gruppo dei migliori.
Diciamo che oggi si è riso e scherzato, in confronto a ciò che potrebbe capitare domani: la seconda tappa, da Megève a La Salle, prevede gli scollinamenti di 3 salite vere. Sono il Col de Siasies, la Cormet de Roselend e il Piccolo San Bernardo. Gli scalatori, ma soprattutto i coraggiosi, visti i 30 km di discesa che precedono il traguardo, dovranno farsi avanti.