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GiroBio 2011: Che bellezza, Cattaneo - Il bergamasco vince su Anacona. Seconda tappa per Zanotti

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Mattia Cattaneo circondato dalle miss dopo la vittoria nel GiroBio © Maccioni

I verdetti definitivi si erano praticamente già esauriti nella giornata di ieri, tuttavia finchè non si giunge negli ultimi chilometri dell'ultimo giorno nulla vi è di certo (lo sa bene, suo malgrado, Manuele Caddeo, beffato due anni fa per soli tre secondi da Sarmiento alla conclusione della frazione di Gaiole in Chianti sulle Strade Bianche). Ora però che il sipario è calato possiamo dirlo: Mattia Cattaneo ha fatto suo il GiroBio 2011. Un successo, a suo modo, storico quello del ventunenne di Alzano Lombardo, non tanto per il fatto di essere il primo atleta italiano a conquistare la più importante gara a tappe dilettantistica in suolo italiano da quando è stata riproposta nel 2009, mettendo così fine a due stagioni di dominio colombiano, quanto perchè Cattaneo oggi diviene il primo atleta a conquistare nell'arco della stessa stagione il Giro delle Pesche Nettarine e il GiroBio. Accoppiata non facile, considerando anche la vicinanza tra i due appuntamenti ma che sicuramente ripone all'attenzione del pubblico il giovane bergamasco, già capace di conquistare l'argento mondiale tra gli juniores nel 2008. 

Certo, la vittoria al GiroBio sarà apparsa senz'altro meno appariscente rispetto a quella romagnola, non fosse altro per il fatto che al successo nella generale non si sono affiancati successi parziali, tuttavia però non si può non notare come il sapersi gestire al meglio nell'arco dei nove giorni, sfruttando ottimamente una tappa in teoria favorevole alle ruote veloci per guadagnare terreno su tutti gli altri, e lo scegliere di procedere con l'andatura a lui più congeniale in quelle tappe in cui nel momento topico si è trovato in difficoltà ed isolato al cospetto di avversari che potevano vantare anche una certa superiorità numerica, si siano rivelate le armi più efficaci per prevalere nei confronti di chi, in salita, nei confronti di Cattaneo ha dimostrato di avere un qualcosa in più. Non va però dimenticato neppure che un altro momento chiave del GiroBio appena concluso lo si è avuto anche nella frazione a cronometro da Giulianova ad Alba Adriatica, lì dove in molti si sarebbero aspettati un Cattaneo sulla difensiva ma che invece ha saputo incrementare il proprio vantaggio nei confronti di tutti gli avversari diretti (meno Moser che però, per sua sfortuna, ha finito col pagare oltremodo la giornata di riposo).

Sorride quindi anche la Trevigiani, che ha cercato per quanto possibile di supportare al meglio il proprio capitano e che, se anche nelle tappe più impegnative è un pò mancata nel momento in cui si dava fuoco alle polveri (la presenza di Stocco o Gazzara in qualche finale di tappa avrebbe potuto ulteriormente giovare a Cattaneo, se non altro per riuscire a limitare il distacco dai primi), porta comunque positivamente al termine un Giro marchiato anche dalla splendida vittoria di Novak nella cronometro e con un altro giovane (Barbin) dalle buone prospettive. L'ultima giornata però regala tanta soddisfazione anche alla Casati Named, che con Marco Zanotti conquista il secondo successo di tappa della corsa (e così anche il bresciano si affianca ad Agostini e Moreno Moser a quota 2 successi) e candida lo stesso come uno dei principali prentendenti alla maglia di campione italiano Elite in palio tra pochi giorni in Sicilia.

L'ultima frazione proponeva quella che tra i professionisti chiameremmo una sorta di passerella, 123 chilometri con partenza ed arrivo ad Asiago distribuiti in 10 giri di un circuito leggermente ondulato. Tra i dilettanti però anche frazioni come questa possono dare il là a probabili tentativi interessanti, per cui è meglio per tutti mantenere alta la concentrazione. Il primo momento importante della tappa odierna lo si ha al km 41, dove era fissato il primo dei due traguardi volanti di giornata: ad imporsi è il marchigiano Francesco Lasca davanti a Puccioni e Betti che, proprio in virtù di questo successo, strappa la maglia color celestino al toscano della Gragnano per appena un punto. Subito dopo ci provano in dodici, tra cui spiccano i nomi di Trentin, Parrinello, Carlini, Anzalone, Tiozzo e lo stesso Betti ma dopo pochi chilometri il gruppo rinviene. Giusto il tempo di riorganizzarsi e, superato il 50esimo chilometro, parte finalmente il primo tentativo di una certa importanza: vanno in avanscoperta due Hopplà, ovvero Antonino Puccio e Parrinello, in compagnia di Anzalone, alfiere della Palazzago. L'accordo del terzetto è ottimo e così il vantaggio nei confronti del gruppo riesce a superare il minuto, rendendo praticamente impossibile la rimonta di De Ieso e dello svizzero Rossi, che nel frattempo erano a loro volta usciti in avanscoperta per riportarsi sulla testa. Dopo il secondo traguardo volante di giornata vinto da Anzalone, il gruppo inizia a reagire in maniera veemente, con i Trevigiani a fare buona guardia in testa ma soprattutto con la nazionale russa a tirare a spron battuto, col chiaro intento di chiudere sul tentativo per poi favorire lo sprint di Alexey Tsatevich, una delle più temibili ruote veloci presenti al Giro. Ai -20 dalla conclusione perde contatto dalla testa Antonino Puccio ed il vantaggio di Parrinello e Anzalone è quantificabile in una ventina di secondi, margine ancora troppo insicuro per la buona riuscita dell'azione.

Suona la campana dell'ultimo giro e nei 13 chilometri conclusivi c'è ancora tempo per assistere alle ultime schermaglie della corsa, organizzata ancora una volta impeccabilmente da Giancarlo Brocci: ripresi Parrinello e Anzalone, è proprio il secondo in classifica Anacona a sferrare l'attacco, nel tentativo di sorprendere Cattaneo ma è subito bravissimo Barbin ad accodarsi al colombiano per stopparne l'azione. L'atleta della Caparrini però non si arrende e ci riprova ai -5, trascinandosi dietro di sè Stefano Locatelli ma con il traguardo ormai sempre più vicino ed il gruppo lanciato a forte velocità tentare il colpo di mano è impresa assai ardua. Rintuzzato quindi anche questo tentativo, gli ultimi a cercare la sortita sono Trentin, Busato e Miletta che guadagnano 10" sul gruppo ma vengono riassorbiti ai -2 dalla conclusione. Ormai non c'è più spazio per alcuna evasione e la volata è finalmente lanciata con Marco Zanotti a scattare nuovamente al momento giusto e bissare così la vittoria di tappa ottenuta a Benevento. Alle sue spalle concludono l'ucraino Kashtan della Rafi Cerone e Daniele Aldegheri della Mantovani, seguiti da Benfatto, Palini, Menapace, Bani, il basco Iparragirre, Battaglin (lanciatosi anche lui nello sprint) e Tsatevich che conclude solo decimo.

Sul podio finale sale così Mattia Cattaneo, che conquista così il GiroBio 2011 con 26" di vantaggio su Winner Anacona e 42" su Stefano Agostini. Il campione italiano oltre al podio e alle due tappe vinte porta a casa anche la maglia verde di miglior scalatore ed è stato senza dubbio la nota più lieta di una Zalf comunque protagonista ma alla quale resta sicuramente il rammarico di non essere riuscita a fare di più nonostante si fosse presentata con ben quattro atleti nei primi 10 alla vigilia della tappa più impegnativa (Battaglin ha mostrato qualche miglioramento nella tenuta, anche se gli è mancato il successo di tappa; Busato ha vestito la maglia rossa di leader ed è stato sostanzialmente in linea con le attese mentre qualcosa in più ci si attendeva da Bongiorno, decimo a quasi 3 minuti e mezzo da Cattaneo). Regolare come sempre la condotta di gara di Aru, quarto classificato a 57" e con il rammarico del successo sfumato per poco a Campo Imperatore, supportato anche da un sorprendente Novikau, capace ugualmente di chiudere tra i primi 10 (8° a 2'52"). Di Moser si è già detto ieri, il giorno di riposo gli è risultato in qualche modo fatale ma i due successi di tappa, la maglia della classifica a punti ed il quinto posto finale ne hanno fatto uno dei protagonisti più applauditi di questa edizione; molto di più invece ci si attendeva da Stefano Locatelli, protagonista di una cronometro sfortunata che ha segnato anche moralmente il suo Giro e che, a dispetto di una Colpack sempre all'avanguardia nelle tappe più impegnative (il sei atleti su sei nel gruppo principale vissuto ad un certo punto ieri è emblematico in questo senso), non è riuscito ad imprimere il colpo del ko e a trovare quella grande impresa in salita che molti auspicavano da un atleta con le sue doti. Le occasioni per rifarsi comunque non mancheranno nel corso di questa stagione. Resta qualche appunto su Anacona: in salita è stato sicuramente l'atleta più brillante, col successo di Campo Imperatore ed il secondo posto di Montecassino, anche se forse avrebbe dovuto osare un pò di più nella tappa di Gallio, quando avrebbe potuto contare anche dell'eventuale appoggio di Ianniello mentre nella cronometro di Alba Adriatica ha finito col perdere qualche secondo in più del previsto. Tuttavia grazie a lui anche quest'anno in cui non vi era la selezione nazionale al via, la bandiera colombiana è stata tenuta alta.

Con la conclusione del GiroBio ora i riflettori si sposteranno sulla Settimana Tricolore, dove potrebbero arrivare altre importanti indicazioni in vista dell'appuntamento clou del mese di luglio: i campionati europei in programma ad Offida.

Vivian Ghianni

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