Val d'Aosta 2010: Classica indigestione di salite - In dubbio la presenza dei colombiani
Versione stampabileÈ arrivato il momento tanto atteso da gran parte dei nostri dilettanti (e non solo): siamo alla vigilia del Giro della Valle d'Aosta Mont Blanc, corsa a tappe in 6 episodi giunta ormai alla quarantasettesima edizione. Attorno alle pendici della più alta vetta alpina si sono sviluppate le prime grandi gesta di Gianni Motta, Belli, Simoni, Gotti e Popovych (questi ultimi 2 capaci, insieme a Marco Marzano, di vincere ben 2 edizioni), e sono saliti sul podio uomini del calibro di Chioccioli, Chiappucci, Frigo, Noè, Piepoli, Tiralongo, Sella, Pozzovivo e Daniel Martin: gran parte del gotha degli scalatori italiano, nonchè una piccola fetta di quelli stranieri, han lasciato il segno in questa corsa massacrante.
L'edizione 2010 parte e arriva a Quart, sobborgo d'Aosta, con una tappa di 147 km che strizza l'occhio agli scattisti. I corridori ripeteranno 3 volte un circuito che prevede la salita di 5 km di Gran Brissogne e il muro di Seran. Salite brevi, ma che promettono di far già male. Ma non quanto la tappa del giorno dopo, che si sviluppa con 2 circuiti attorno a Morgex. 4 GPM nel primo, uno solo nel secondo, ma vale quanto tutti i precedenti visto che stiamo parlando del temibile Colle San Carlo, la cui vetta è a 21 km da Morgex: qui si avrà certamente un'idea delle forze in campo. Neanche il giorno dopo le cose saranno semplici: avremo a Covarey, in località parco del Montavic, l'unico arrivo in salita di questo giro della Vallèe: l'arrivo è inedito. Diversamente da quello di Forte di Bard, sede di tappa storica per il Giro della Valle d'Aosta: l'ultima edizione ad arrivarci fu quella 2008, con vittoria di Mattia Pozzo anche quest'anno presente. È una tappa difficile da interpretare, vista la lunghezza di 160km e le scalate di San Barthelemy e Arlaz, di media difficoltà: potrebbe andare la fuga ma chissà, e comunque l'arrivo al Forte richiederà attenzione da parte di chi vuol far classifica.
Il week-end vedrà invece i nostri affrontarsi sulle strade francesi: sabato partenza da Marigner, scalate di Joux-Plane, Ramaz e Plane Joux e arrivo a Ville-La-Grand. Anche questa sarà una situazione impegnativa, perchè l'ultimo scollinamento è a 50km dal traguardo, posto anch'esso su una rampa. Molto dipenderà da ciò che è successo nei giorni precedenti; un leader solido impedirebbe ai grossi calibri di fuggire, ma se l'uomo di testa dovesse andare in crisi sulle salite la corsa esploderebbe: non siamo al Tour, con 5 uomini per squadra si fanno pochi calcoli. Domenica un circuito attorno a Ville la Grand farà da kermesse finale (eufemismo): si tratta della tappa più breve e facile, con 3 GPM concentrati tutti nella prima parte e uno strappo negli ultimi 5 km che potrebbe decidere il vincitore di giornata.
In buona sostanza, la corsa dovrebbe decidersi nelle prime tre tappe, mentre le ultime tre son più adatte a soddisfare i corridori venuti per un successo di tappa.
Ago della bilancia in questo discorso potrebbero essere i colombiani, la cui presenza al via però è in forte dubbio per problemi di visto. Non fosse così, Betancour, Beltran e associati potrebbero accendere la corsa praticamente ogni giorno ed essere i favoriti numero 1 per la vittoria finale.
Male che vada, al via ci sarà un venezuelano: parliamo ovviamente di Yonathan Monsalve che con Santoro forma la temibile coppia Mastromarco che ha surclassato la concorrenza al Valli Cuneesi. Visto come è stato portato Santoro sul podio del GiroBio, anche loro sembrano capaci di sconquassare la classifica generale nelle ultime tappe. Dovranno fare i conti con Stefano Locatelli, apparso in forma a Capodarco e voglioso di riscatto: con lui Zilioli e Orrico. La Trevigiani si affida a Stocco quarto al GiroBio, per la Zalf c'è invece un quintetto di tutto rispetto: Boem-Cecchinel-Pasqualon-Vaccher-Zanco. Aru (Palazzago) cercherà di gestirsi meglio di come ha fatto al Cuneesi, dove si era messo in mostra Ricardo Pichetta (Cerone Rafi) presente anche qui. Concludono la lista degli italiani interessanti Matteo Fedi (Hopplà) e Francesco Manuel Bongiorno (Futura Team), primo e secondo al Nettarine, anche se Fedi di recente non ha fatto vedere grandi cose.
E passiamo agli stranieri: Escluse le corse della Primavera Ciclistica stiamo parlando della corsa più internazionale d'Italia e la presenza straniera è veramente tanta roba. Da dove cominciamo? Ovviamente dai francesi, dominatori della passata edizione e agguerriti anche quest'anno. Si presentano con 4 squadre, una selezione nazionale, 2 regionali e la VC Pomme Marseille. La stella è Thomas Bonnin, stagista dell'Ag2r in evidenza al Tour de l'Ain dove ha chiuso 20°, ma c'è anche Edet, professionista l'anno prossimo tra le fila della Cofidis. Entrambi son finiti sul podio nel tour du Pays de Savoie, dando spettacolo a La Toussuire dove Edet ha preceduto Bonnin, Mirco Saggiorato e Bart De Clerq: anche questi ultimi 2 sono al via. Il primo, svizzero, è capitano del Team Burgis, il secondo è tra le fila della Davo Lotto Davitamon, giovanili della Omega Pharma. Un occhio tra i transalpini anche a Kevin Pigaglio della Rhone-Alpes. E' forte anche la presenza belga, visto che oltre la Davitamon (occhio anche a Tim Wellens, 19 anni) ci sono la WC-Soenens Jartazi e la Beveren, vivaio della Quick Step che ha i numeri per dar battaglia.
Gli Usa puntano forte su Talansky, ex-Amore&Vita già in evidenza tra Savoie e Isard, supportato da Howes già in orbita Garmin e 3 uomini della Trek-Livestrong. 2 squadre continental al via: L'Itera, giovanili della Katusha, e LKT Team Brandeburg, squadre senza grossi nomi per la generale ma vogliose di portare a casa una tappa con Arguelyes e D. Ignatiev da una parte, Schaffer e Belka dall'altra. Più ambizioni invece per il team kazako con Shushemoin, 2° alla Milionaria e Kupeshov, probabilmente l'atleta più esperto in gara visti i 2 anni corsi all'Astana.