Giro delle Valli Cuneesi 2010: Moschen scrive la parola fine - Il Giro lo vince Antonio Santoro
- Giro delle Valli Cuneesi nelle Alpi del mare 2010
- Lucchini Maniva Ski Ecovalsabbia [Dilettanti] 2010
- Mastromarco Chianti Sensi Benedetti [Dilettanti] 2010
- Palazzago Elledent Rad [Dilettanti] 2010
- Trevigiani Dynamon Bottoli [Dilettanti] 2010
- Zalf Désirée Fior [Dilettanti] 2010
- Antonio Santoro
- Axel Domont
- Emanuele Moschen
- Stefano Locatelli
- Yonathan Monsalve Pertsinidis
- Pianeta giovani
Avevamo detto ieri tappa da fughe, o da imboscate; si è verificata la prima opzione, ma non la seconda, per questa Cuneo-Terme di Vinadio che, coi suoi 146 km, era la tappa più lunga del Giro delle Valli Cuneesi. Un Giro decisamente cannibalizzato dalla Mastromarco: troppe le squadre insoddisfatte al via, così va una maxi-fuga di ben 17 corridori, che cerca di prendere margine nel circuito che caratterizza la tappa, un anello che si snoda nei dintorni di Borgo San Dalmazzo, caratterizzato dallo strappo di Castelletto di Roccasparviera. Un percorso decisamente spezzagambe, visto che per arrivare alla salita delle Terme di Vinadio bisognava anche percorrere 30 km di falsopiano, lievissima salita che però bene non avrà fatto a chi era in fuga. Infatti, nonostante il gruppo dei fuggitivi fosse bello numeroso e composto da gente fuori classifica, il gruppo rimontava pericolosamente, con Monsalve che si fregava metaforicamente le mani, voglioso di conseguire un successo dopo essersi piazzato in tutte le tappe tra i primi tre senza mai vincere (mica facile!).
Per questo, nel tratto tra Aisone e Vinadio, dove le pendenze cominciavano a farsi serie, se ne sono andati dal gruppo dei fuggitivi il portacolori della Lucchini Emanuele Moschen e l'interessante francese Axel Domont, "cucciolo" della Chambéry (compirà 20 anni tra tre giorni) e anche discretamente piazzato nella generale: 23esimo a fine corsa con "solo" 13 minuti di ritardo da Santoro. Il gruppo intanto riprende gli altri fuggitivi sulle prime rampe delle Terme, e si avvicina ai primi due, ma non abbastanza: Monsalve non ci sta e rompe gli indugi, scattando però troppo tardi. Il Lucchini ne ha abbastanza per staccare Domont e vincere la sua prima corsa stagionale, rifacendosi proprio nel cuneese della sua ultima beffa, il secondo posto al trofeo città di Cuneo dietro Andrea di Corrado il primo maggio. Yonahtan, o Yonatta come viene chiamato in squadra, si accontenta (per modo di dire) dell'ennesimo piazzamento sul podio, del secondo posto finale, nonchè delle maglie di leader di classifica a punti, GPM e miglior straniero.
Decisamente un bel bottino per la Mastromarco: alle altre squadre sono rimaste le briciole, come il 3° gradino del podio per Stefano Locatelli. Lo scalatore di Berbenno è apparso oggi in affanno ed è arrivato staccato di qualche secondo rispetto al gruppetto Santoro. La sua condizione è un enigma: nel complesso si è comportato bene per tutta la corsa, ieri è comunque salito come si deve su una salita vera senza commettere errori come quello avvenuto sul Grappa al Giro Baby, ma lascia perplessi che il ragazzo sia indicato dagli osservatori come un corridore fatto su misura per le corse a tappe, eppure non sia ancora riuscito a vincere su più giorni di gara nei suoi tre anni da Under 23 (e pare che non ce ne sarà un quarto). Non è al 100% per esserlo al Giro della Valle d'Aosta, suo obiettivo dichiarato a inizio stagione, oppure qualcosa non va? Sarà selezionato anche per il Tour de l'Avenir, dove l'Italia porterà - a quanto pare - una rappresentativa nazionale?
Sorride la Palazzago per la tappa portata a casa, così come la Lucchini che riceve l'attesa conferma del talento di Moreno Moser. Bicchiere mezzo vuoto invece per la Zalf, visto che la squadra di Rui ambiva almeno a un piazzamento sul podio. Poco male, d'altronde il futuro di Agostini e Battaglin sembra più orientatato verso le corse di un giorno che verso quelle a tappe. Esce male invece la Trevigiani, decisamente con le pive nel sacco, ma non si può non dar atto a Barbin e Gazzara di aver provato a far esplodere la corsa: bravi comunque.
Infine un bilancio sull'organizzazione della corsa. Il Giro delle Valli Cuneesi è stata una competizuibe dal disegno sperimentale, ed ha rivelato i suoi pregi e i suoi difetti. È stata forse una corsa meno vivace di quel che ci si attendesse, complice lo strapotere del duo Mastromarco, ma anche per il disegno. L'avevamo detto nella presentazione: disegnare tappe nelle quali le asperità sono sempre concentrate negli ultimi chilometri, esclusa l'ultima, non aiuta chi vuole prodursi in azioni fantasiose. Va comunque detto mille volte grazie agli organizzatori: primo per esser capaci di organizzare una corsa a tappe in Italia, cosa a quanto pare sempre più difficile, ma che è pane e scuola di vita per questi ragazzi, che senza tali esperienze arriverebbero parzialmente preparati al professionismo; secondo, per aver rispolverato il passo della Fauniera, mitica salita (e discesa) che meriterebbe più attenzione nei percorsi del ciclismo professionistico, visti i precedenti.