Trofeo Città di Brescia 2010: Non è un salto nel buio - Boaro vince in notturna sul castello
L'ha cercata con tutte le sue forze questa vittoria, passati 3 anni dal GP Liberazione che sembrava avergli spianato la strada nel mondo dei grandi. Per Manuele Boaro non è stato così; niente professionismo per lui, poi quest'anno ha deciso di chiudere un capitolo della sua vita ciclistica lasciando la Zalf e approdando alla Trevigiani: non si può dire che non gli abbia fatto bene.
Il Trofeo Città di Brescia è una prova internazionale in nottura, ha il fascino dei criterium, ma l'agonismo di una gara vera e quest'anno combattuta fin dai primi km: assente a causa di un'influenza il vincitore della scorsa edizione Andrea Palini, non sono mancati degli importanti protagonisti come il neocampione italiano élite Federico Rocchetti, Tomas Alberio, Luca Benedetti, Enrico Battaglin, Omar Lombardi, Antonio Santoro ed Elia Favilli. Alla prova erano presenti anche il ct della nazionale Marino Amadori ed Andrea Collinelli, essendo molto vicino l'appuntamento con l'Europeo in Turchia.
Il primo giro è stato percorso ad andatura regolare anche per visionare il nuovo tracciato di quest'anno (cambiato a causa di una serie di lavori stradali), ma durante il secondo giro, poco prima della salita del Castello, si crea un drappello di dodici corridori di primo piano: Federico Rocchetti, Gianluca Maggiore e Mirko Tedeschi (Casati NGC), Azamat Turaev e Claudio Zanotti (Delio Gallina), Edoardo Costanzi (Zalf), Antonio Santoro (Mastromarco), Mirko Goffredi (Petroli Firenze), Tomas Alberio, Enrico Barbin, Manuele Boaro ed Eugert Zhupa (Trevigiani).
La squadra di Rossato prende subito in mano la corsa, ma questa fuga non sembra, all'inizio, destinata ad avere grande successo. Infatti i secondi accumulati dai dodici attaccanti non aumentano velocemente e si assestano intorno al minuto dopo un paio di tornate: a cambiare, però, è la situazione meteo, perché intorno a metà gara si alza un fortissimo vento che fa presagire anche un violento temporale (fortunatamente il vento spazzerà via le nuvole minacciose, sebbene alcune gocce di acqua scenderanno sul tracciato verso fine gara).
Quando mancano 4 dei 12 giri in programma, dal gruppo si muove la Zalf, visto che davanti si trova col solo Costanzi - non certo avvezzo agli arrivi in salita - Enrico Battaglin, Matteo Busato e Andrea Pasqualon si lanciano all'inseguimento dei fuggitivi e a loro tre si aggancia anche Elia Favilli (che aveva un osservatore speciale tra il pubblico, Luca Scinto, perché dal 1° agosto Favilli vestirà la maglia della ISD ed esordirà al Giro di Danimarca). Pochi chilometri e questi quattro inseguitori raggiungono il primo gruppetto, cambiando così tutta la situazione di corsa. Ora anche la Zalf si trova con quattro uomini davanti e tocca alla Trevigiani rispondere; ci pensa Manuele Boaro che sulla salita, ai meno 3 giri, attacca da solo: rispondono solo in tre, Federico Rocchetti, Edoardo Costanzi ed Elia Favilli, e stavolta è il tentativo giusto.
Il drappello di Boaro guadagna rapidamente anche sul resto del gruppo che rientra sui primi attaccanti di serata: l'unico che cerca di riprendere in mano la situazione è Omar Lombardi della Lucchini, ma da solo è un'impresa davvero impossibile, nonostante in pochi km abbia fatto un recupero strepitoso. Al suono della campana, al termine della salita, si stacca Edoardo Costanzi, per il velocista della Zalf si trattava di una corsa troppo impegnativa, anche se ha dimostrato di trovarsi bene anche su percorsi più difficili: resistono invece gli altri tre e si prospetta una bella volata sulla salita del castello.
È proprio Manuele Boaro a lanciare lo sprint e questo tipo di salita, adatta ai forti passisti lo aiuta: né Elia Favili, né Federico Rocchetti riescono a passarlo (quest'ultimo perderà anche un paio di secondi). Per Boaro si tratta della prima vittoria stagionale dopo il bel piazzamento alla Coppa della Pace ai primi di giugno. Il vincitore, raggiante al termine della corsa si è sfogato ai microfoni dei giornalisti: «Non ci credo ancora, dopo tutti i sacrifici che ho fatto in questi anni e tutte le delusioni. Devo ringraziare la squadra che ha creduto tanto in me. Sono uscito molto bene dal Giro Bio ed ero in forma, sapevo di poter fare bene».