Pagani spera nel finale di stagione - Intervista al comasco: «Betancur ha il GiroBio in tasca»
Tra i tanti protagonisti del Giro Under 27 che si sta correndo - e che oggi osserva il suo unico giorno di riposo - all'appello manca sicuramente Angelo Pagani. L'atleta della Trevigiani Dynamon Bottoli, già vincitore della tappa di Bagno di Romagna al Giro delle Regioni con una strepitosa azione solitaria (che gli è valsa il 3° posto nella classifica finale) e 2° al Giro del Belvedere, si è gravemente infortunato lo scorso 23 maggio a Cafasse, nel torinese. Le conseguenze della caduta avvenuta in curva, mentre affrontava un tratto di discesa a 20 chilometri dall'arrivo, si sono rivelate più gravi di quanto fosse dato supporre in un primo momento. Il corridore comasco ha subito una frattura esposta del perone destro con interessamento del nervo sciatico popliteo esterno, che ha determinato una paralisi della gamba e del piede. I medici hanno riscontrato una lesione ossea anche ad un polso. Insomma, roba grossa.
Noi abbiamo sentito Pagani per farci aggiornare sulle sue condizione e per chiedergli un parere su questo Giro Bio.
Innanzitutto dacci buone notizie e dicci che stai meglio.
«Diciamo che sto abbastanza bene. Ho tolto da poco il gesso al braccio sinistro ed ho messo un tutore. Il gesso alla gamba lo toglierò invece settimana prossima, e poi ci sarà da vedere il nervo come reagirà».
Ti dice bene che non è un'estate caldissima.
«Infatti! Meno male che piove, almeno soffro meno... (ride)».
Stai seguendo il GiroBio? Hai un po' di magone a guardare le immagini in tv?
«Quello sicuramente, quello è il primo pensiero, ma ormai quello che è successo è successo ed indietro non si può tornare. Sto seguendo la corsa, anche se non sempre».
Ti sarai fatto un'idea su chi sarebbero stati i tuoi avversari.
«I colombiani hanno una marcia in più, questo è palese. Battaglin è stato sfortunato con quella caduta in volata, altrimenti il suo Giro poteva essere diverso. Ed anche Locatelli ha pagato l'errore di alimentazione che l'ha mandato in crisi di fame negli ultimi chilometri del Monte Grappa».
In classifica generale c'è anche il tuo compagno di squadra Stocco.
«È un corridore regolare, anche se mi hanno detto che in queste tappe è andato forte. Fate attenzione a lui per la cronometro di Urbino, visto che è anche vallonata».
Sei in contatto con i compagni e con la squadra?
«Assolutamente! Il ds Milesi mi chiama tutti i giorni e mi aggiorna su tutto quello che succede».
La tua stagione è proprio finita o facciamo in tempo a rivederti prima della fine dell'anno?
«In cuor mio spero di fare qualche corsa, ma non m'illudo. In ospedale mi hanno detto che i tempi di recupero sono di 6-8 mesi per un infortunio come il mio, ma il mio fisioterapista mi ha rassicurato sul fatto che uno sportivo dovrebbe metterci un po' meno. Ci spero, ma voglio comunque recuperare per bene».
Infine, facci un nome secco per il Giro Bio.
«Dico Betancur, ma adesso è troppo facile. Il problema è che i tapponi sono finiti, ed anche se nei dilettanti si può sempre recuperare non vedo tanto terreno per mettere in crisi la Colombia. Anche sullo sterrato dell'Eroica, l'anno scorso, quasi andavano più forte di noi italiani. E a cronometro anche Santoro e gli altri non mi sembrano in grado di recuperare terreno».
