Giro Bio 2010: Le salite hanno un padrone - Betancur da solo sul Grappa
Niente detronizzazioni nè rivoluzioni. O meglio la rivoluzione violenta, brutale, spietata ha finito per portare ad un dato di fatto che non ha sconvolto (semmai rafforzato) quanto si era visto ieri verso Gallio. Il GiroBio ha un padrone, eletto attraverso l'estenuante e infinita ascesa al Monte Grappa, giudice che più inflessibile non si può tramite i suoi quasi trenta chilometri all'insù da scalare poco dopo Caupo, in un versante diverso da quello affrontato neppure un mese fa dal Giro d'Italia dei grandi ma non meno devastante. Il padrone di questa edizione è Carlos Betancur, che dopo le braccia al cielo alzate ventiquattro ore prima ha voluto porre il suo sigillo nell'ascesa regina, a dimostrar che questa Colombia sa essere eccezionale nel collettivo ma che poi, al momento del dunque, ha bisogno della stoccata del solista.
Chi ha assistito alla tappa odierna avrà ravvisato tutti gli ingredienti perfetti per la giornata da ricordare, tra un percorso nervoso quanto basta negli ultimi 70 (prima del Grappa c'era da affrontare l'ascesa al San Boldo) dei 184 chilometri previsti ed un tempo inclemente che tra pioggia battente e quella nebbia andata ad occultare il destino a cui sarebbero andati incontro i protagonisti, costituiva un magistrale inno alla sofferenza.
Mettiamoci poi che, come sempre, la corsa la fanno i corridori, che se si svegliano in maniera più pepata del solito sono disposti ad infischiarsene bellamente di ciò che poi li attende, e capiremo come in una tappa del genere disputare il primo centinaio di chilometri ad una media vicina ai cinquanta orari possa portare anche quella dose di meraviglioso masochismo che rende il tutto ancora più avvincente. Chi però da questa sera se la ride davvero sono soltanto Betancur e i suoi fidi scudieri, consci che la mazzata generale è stata pesante e obbligherà tutti gli altri a provare ad inventare chissà quale magata per rovesciare le sorti di una corsa altrimenti segnata. Ma la parola fine non la scriviamo nè pronunciamo, sia per rispetto di chi in cuor suo ci crede ancora (e guai se così non fosse) sia perchè a volte proprio le cose più ovvie si rivelano le più imprevedibili. Ci sarà un giorno di riposo per recuperare energie e poi di nuovo a tutta verso Cesenatico prima di una cronometro che altre risposte ci darà ma intanto restiamo focalizzati sul presente e su quanto si è consumato quest'oggi sui monti veneti sospesi tra storia e leggenda.
Tappa iniziata subito pancia a terra con scatti a ripetizione nei primi trenta chilometri con un paio di gruppi di contrattaccanti che hanno poi finito per fondersi in un unico gruppo di ventuno unità. A comporre il tentativo un variegato drappello di atleti diviso tra buone individualità e chi invece ha cercato magari semplicemente di regalarsi una giornata di gloria: tra i nomi spiccavano soprattutto quelli del colombiano Quintero Norena, uomo di classifica della Bedogni, e Federico Rocchetti, già protagonista nelle prime frazioni. Oltre a loro anche la coppia polacca costituita dal leader dei traguardi volanti Gawronski e Owsian, Busato, Boem, Nizzolo, Zampedri, Anacona, Trentin, Pizzaballa. Una volta raggiunto l'accordo il gruppo di testa ha portato il suo vantaggio fino ai 4'30", prima che le rampe del San Boldo iniziassero a selezionare il drappello. Sulla prima asperità di giornata sono rimasti al comando in sette: Quintero, Tedeschi, Zampedri, Boem, Owsian, Pizzaballa e Rocchetti, con quest'ultimo attivo in testa al drappello nel fare l'andatura e passato per primo sul Gpm. Dalla vetta all'imbocco dell'ascesa finale c'erano ancora una quarantina di chilometri, in cui i battistrada sono riusciti a mantenere sul gruppo un margine di circa due minuti, con l'avvicendamento tra qualche unità (Quintero caduto e poi rientrato, Gawronski rientrato dopo aver perso contatto), fino a quando le prime rampe della salita finale hanno scremato nuovamente il drappello: a circa 25 chilometri dalla conclusione sono rimasti al comando Quintero e l'ottimo Pizzaballa mentre alle loro spalle restava la coppia formata da Owsian e Busato ad una ventina di secondi con Rocchetti e Boem distanti un'altra decina di secondi. In gruppo intanto la selezione ha iniziato a farsi marcata nel momento in cui Anacona e Beltrán si sono alternati in testa a scandire il ritmo, col drappello ridotto ad una decina di unità chiuso da Battaglin in ultima ruota con un passo che ha fatto trasparire la fatica. Per il leader della Zalf la scalata del Grappa è stata quindi completamente volta a limitare i danni, impresa riuscita solamente in parte visti i 6'54" accusati sul traguardo per la quindicesima posizione di giornata. Decisamente nera invece la giornata del venezuelano Monsalve, terzo nella generale fino al mattino e saltato letteralmente per aria sulla salita conclusiva: per lui ritardo di 26'48" e addio definitivo a qualunque sogno di gloria. Quintero e Pizzaballa hanno proceduto di buona lena in testa mentre in gruppo è iniziato il diabolico lavoro ai fianchi di Betancur, ottimamente coadiuvato da Beltrán. Proprio grazie all'azione del secondo della generale i due battistrada sono stati raggiunti a circa 15 chilometri dal traguardo e sull'onda del ricongiungimento Betancur ha dato una prima stilettata, portandosi a ruota i compagni Beltrán e Anacona oltre a Santoro, divenuto a tutti gli effetti il leader della Mastromarco, e Stefano Locatelli, ovvero gli unici corridori nostrani in grado di tenere le ruote degli scatenati sudamericani.
Chi però si attendeva un copione identico a quello del giorno precedente è stato seccamente smentito nel volgere di pochi chilometri, ovvero nel momento in cui Betancur ha piazzato una seconda e più violenta rasoiata a circa -10 dal traguardo, continuando a salire con una ragguardevole progressione. Si è così venuta a creare una situazione ideale per il leader della generale: alle sue spalle infatti sono rimasti i soli Locatelli e Beltrán, distanti una trentina di secondi, mentre poco più indietro procedevano Santoro e Pizzaballa, che una volta ripreso ha continuato a salire ottimamente col suo passo. Le pendenze dell'ascesa, offuscate a tratti dalla nebbia, si sono fatte più morbide a poco meno di cinque chilometri dall'arrivo, con un falsopiano misto a discesa che consentiva un breve recupero prima degli ultimi impegnativi chilometri. Lo sforzo è stato evidente anche per Betancur che, una volta giunto nel tratto più impegnativo, ha iniziato a ciondolare e salire di potenza con l'obiettivo di guadagnare il più possibile. Alle sue spalle intanto la trappola in cui è finito col cadere Locatelli ha presentato il suo conto: il talento bergamasco, sfiancato dall'inseguimento a Betancur senza ricevere collaborazione da Beltrán per l'ovvio gioco di squadra, ha decisamente accusato la fatica cedendo improvvisamente, col finale che ha assunto i contorni del semicalvario. A quel punto è diventato ovvio come nessuno avesse potuto più raggiungere Betancur che con passo sicuro ha raggiunto il traguardo per il secondo successo consecutivo, quello che per il momento blinda la sua maglia biancorossa di leader. Sono stati necessari 2'38" per attendere il secondo classificato, vale a dire Edward Beltrán, a sancire la seconda doppietta colombiana consecutiva e la forza di un atleta che si è dimostrato ben più di un semplice gregario. A 2'50" ha concluso la tappa un bravissimo Gabriele Pizzaballa, in fuga già dal mattino e protagonista di una prestazione ragguardevole e che non può che far ben sperare per il futuro (essendo del 1990 è al secondo anno tra i dilettanti). Per gli altri distacchi pesanti e arrivi alla spicciolata: Zardini è giunto 4° a 3'20", Santoro 5° a 3'27", quindi Marchetti a 3'30", Stocco a 3'36", Aru a 4'02", Zanco a 4'27" e Rabottini a 4'32" hanno completato la top-ten. Distacchi oltre i 6 minuti invece per Anacona, Frusto, Quintero e uno stremato Stefano Locatelli, che ha concluso la sua fatica in 14esima posizione con un ritardo di 6'36", ancor più indietro invece Centra e Arredondo, il cui ritardo ha superato i 7 minuti.
Il GiroBio ora osserverà la giornata di riposo e ripartirà alla volta di Cesenatico con Betancur leader ma con un vantaggio salito a 2'46" nei confronti di Beltrán e di 4'07" su Antonio Santoro, attualmente il migliore tra i corridori italiani mentre Zardini segue a 5'29". Una tappa che ha prodotto sconquassi quella odierna ma tutto può ancora accadere. Intanto però che la Colombia e Betancur guardino tutti decisamente dall'alto in basso è un evidente dato di fatto.