Giro "baby" Bio, atto secondo - Si parte in Liguria, si arriva in Toscana
Versione stampabilePoche ore e si parte. L'avventura del Giro "baby" - dallo scorso anno denominato Giro Bio, e sempre dal 2009 allargato agli Under 27 - riparte venerdì da Cairo Montenotte, nel savonese, per concludersi domenica 20 giugno a Gaiole in Chianti, nel senese. 9 tappe, 1277 km intervallati dal giorno di riposo previsto per mercoledì 16, che non parleranno mai soltanto di ciclismo, o comunque mai solo di ciclismo pedalato. L'ASD GiroBio di Giancarlo Brocci, società che organizza la corsa con la collaborazione tecnica del GS Emilia di Adriano Amici, prosegue dunque con il leit motif che l'ha portata agli onori della cronaca già dodici mesi orsono: «Il modello che ci ha ispirato lo scorso anno e che è confermato nel 2010 - sottolinea Brocci - nasce dalla consapevolezza che si può fare sport ad altissimo livello senza aiuti di alcun tipo, se non quello fisiologico. Il ciclismo sta recuperando molta credibilità proprio grazie alle performance che nascono dalla sola forza d'animo, dal lavoro e dalla fatica; questi sono da sempre gli elementi di successo del ciclismo, primo fra gli sport professionistici ad aver appreso questa unica via per tornare ad appassionare come un tempo».
Va dato atto a Brocci ed al suo staff di essere molto coraggiosi, perché già lo scorso anno un paio di positività (una in partenza, una in corso) rovinarono i piani "lindi" di quello che pare diventato un vero e proprio fiore all'occhiello - dal punto di vista del marketing, seppur "spicciolo" (vista la sua natura legata al più frequente argomento di conversazione a livello medio quando si parla di ciclismo: il doping) - della Federazione Ciclistica Italiana, che da una parte aveva bisogno di risollevare una creatura che dal 2005 al 2008 era stata messa in piedi una sola volta (nel 2006, con la vittoria dell'abruzzese Cataldo) e dall'altra ha ben accolto, forse indirizzandolo nella maniera più "politica", l'entusiasmo del vulcanico Brocci, che non si è accontentato di organizzare una corsa ciclistica ma ha messo in piedi una vera e propria struttura, con tanto di calendario, in cui il toscano rappresenta quasi una sorta di direttore artistico, seppur coadiuvato da Paolo Alberati.
E dunque il Giro Bio non inizierà l'11 giugno, ma stasera, visto l'evento previsto alle ore 22: Carlo Delfino e Giampiero Petrucci parleranno del libro dedicato al Giro d'Italia del 1940. E poi, come detto, ogni sera ce n'è una: dalla serata dedicata al ciclismo femminile (il 10, nell'immediata vigilia) alla serata dedicata a Coppi (l'11); dall'incontro con Pupi Avati a Salsomaggiore Terme (il 12) all'incontro con ds, team manager e ciclisti professionisti (il 13); dalla visione collettiva di Italia-Paraguay del Mondiale di calcio (il 14) alla serata dedicata a Bottecchia (il 15); dal concerto dei Theorema - gruppo che ha scritto la sigla del Giro Bio - nel giorno di riposo (il 16) alla serata dedicata a Pantani (il 17), per finire con le serate dedicate a Nencini e Ballerini (il 18) e a Bartali (il 19, l'ultima sera). Un impegno che va apprezzato ed applaudito, soprattutto da coloro che si lamentano della poca innovazione del ciclismo e dei pochi spazi e tempi che il ciclismo stesso riesce a ritagliare, e ritagliarsi, per divertirsi, per riflettere, o anche semplicemente per stare vicino ai propri tifosi.
E partirà stasera anche il lavoro del dottor Simonetto, medico federale e oresidente della Commissione Tutela della Salute della FCI, che con il suo staff proverà a rispondere alle domande: qual è il segreto delle prestazioni degli atleti di alto livello? Allenamento e alimentazione corretta, certo, sono aspetti fondamentali ma non bastano a fare la differenza. E se fosse anche una questione di DNA?. «Durante la gara verranno costantemente valutati gli adattamenti psico-fisici degli atleti - ha dichiarato il dottor Simonetto - attraverso il monitoraggio di parametri biomeccanici come frequenza cardiaca e potenza, psicologici come sensazione di fatica e di recupero, nutrizionali come qualità e quantità degli alimenti e reintegro idrico ed ematochimici. Come novità rispetto al 2009 avremo lo studio delle componenti ormonali, che possono dare indicazioni sullo stress psicofisico, attraverso tamponi salivari e l'analisi dei polimorfismi, cioè variazioni naturali nella sequenza del DNA, degli atleti in gara. Dai polimorfismi può dipendere la predisposizione ad alcune patologie, ma anche la predisposizione ad essere dei buoni atleti nelle diverse discipline - continua Simonetto - In particolare analizzeremo la frequenza di circa 50 polimorfismi genici che regolano processi che hanno una notevole influenza sulle performance di gara, come il metabolismo proteico, lipidico e glucidico, la risposta allo stress ossidativo, la capacità di detossinazione dell'organismo, la risposta infiammatoria e l'attività di riparazione nella popolazione di ciclisti per poi confrontarla con quella di 120 soggetti sani, tra i 25 ed i 30 anni, non sportivi».
Ma il Giro Bio - o Giro "baby" che dir si voglia - è soprattutto una corsa in bicicletta: chi sarà l'erede del colombiano Sarmiento, buon protagonista dell'ultimo Giro d'Italia con la maglia dell'Acqua&Sapone? I partenti si sapranno soltanto domani pomeriggio verso le 17:30, dopo la punzonatura, e quindi l'analisi dei principali favoriti passa dalla consultazione dell'elenco degli iscritti.
Partiamo da Matteo Fedi (Team Hopplà Magis), recente vincitore del Giro delle Pesche Nettarine di Romagna, successo che ha conquistato con la vittoria nell'ultima frazione. La De Nardi Colpack Bergamasca si presenterà al via con una squadra molto competitiva: Stefano Locatelli sta attraversando un ottimo periodo e le due vittorie ottenute di recente fanno rientrare il giovane scalatore tra i corridori più attesi. Dopo aver rotto il ghiaccio a Fiesse, e dopo un avvio di stagione senza acuti, la Gavardo Tecmor potrà fare affidamento per i successi parziali su Nicola Ruffoni ed Andrea Palini. Occhi puntati sul colombiano Carlos Quintero Norena: il ventiquatrenne scalatore colombiano in forza alla Bedogni Grassi Natalini (vincitore di due gare in stagione) sarà l'uomo di riferimento della squadra toscana per la classifica generale, così come lo sarà il suo connazionale Julian Arredondo Moreno per la Scap Prefabbricati Foresi. Enrico Battaglin (5 vittorie in stagione tra le quali una tappa e la classifica finale del Giro delle Regioni e l'internazionale di Montecassiano) guiderà la Zalf Désirée Fior, che vanta tra le proprie fila anche il forte velocista piacentino Edoardo Costanzi. Il bresciano Omar Lombardi, vincitore recentemente di due tappe al Giro delle Pesche Nettarine, sarà l'uomo di punta della Lucchini Unidelta Ecovalsabbia di Bruno Leali. Sempre sul fronte degli scalatori, il veronese Enrico Zardini (VC Mantovani) in questa parte di stagione ha dimostrato di godere di uno stato di forma in crescita. Tra i favoriti d'obbligo rientra il venezuelano Jonathan Monsalve, che tra le due affermazioni stagionali vanta una tappa alla Vuelta Tachira corsa in promiscuità con i professionisti. Il corridore della Mastromarco Chianti Sensi avrà a sua disposizione una squadra molto competitiva, con atleti protagonisti in questa parte di stagione, in modo particolare Matteo Mammini e Samuele Galligani. La Trevigiani Dynamon Bottoli schiererà Manuele Boaro e Patrick Facchini (vincitore della frazione inaugurale del Giro Bio 2009), oltre a velocisti plurivittoriosi in questa stagione come Matteo Pelucchi, Giacomo Nizzolo e Christian Delle Stelle. Il Giro Bio rappresenterà una delle ultime gare in maglia tricolore dell'abruzzese Matteo Rabottini (Aran-D'Angelo&Antenucci), prossimo al passaggio nella massima categoria con la maglia della Lampre-Farnese Vini, previsto per fine giugno. La Delio Gallina S. Inox, oltre a Stiven Fanelli (2 vittorie stagionali), proporrà i velocisti Marco Amicabile (2 vittorie con il Circuito del Porto internazionale) e Marco Zanotti, vincitore della Coppa San Geo 2010. Gianluca Leonardi e Matteo Trentin guideranno la Marchiol Pasta Montegrappa, così come Federico Rocchetti (recente vincitore a Cafasse) sarà il punto di riferimento della Casati Ngc Perrel e Francesco Bongiorno (secondo al Giro delle Pesche Nettarine) per la Futura Team Matricardi di Franco Chioccioli. Tra gli stranieri, occhi puntati sul britannico Luke Rowe (vincitore dello ZLM Tour nel 2009) e sugli olandesi Tom Dumoulin, già a segno quest'anno nel Giro del Portogallo (prova valida per la classifica della Coppa delle Nazioni) e Raymond Kreder. La Colombia, nazionale vincitrice del Giro Bio 2009, avrà come punte il vicecampione del mondo Carlos Alberto Betancur e Winer Anacona, recente vincitore del Trofeo Matteotti, gara nella quale si è classificato in seconda posizione il polacco Gawronsky, mentre da tenere in particolare considerazione sarà anche il forte scalatore argentino Daniel Ricardo Díaz.
Di sicuro c'è che la Ceramica Flaminia-Bossini Docce ha assicurato un contratto da pro' per il 2011 ai primi due corridori italiani della classifica generale finale del Giro Bio 2010. Una scelta - se vogliamo anche politically correct, dopo le tante sfruriate di Marrone e company in questi anni (dal tricolore restituito di Simeoni all'ingaggio di Riccò) - che comunque ci lascia perplessi dal punto di vista tecnico: e se la classifica si decidesse con una fuga bidone (nei dilettanti non è fantascienza)? Ha senso prendere dei giovani corridori così, a scatola chiusa, fidandosi solo del risultato senza analizzare l'andamento della corsa? E i corridori che vanno in fuga, che lottano per la maglia dei Gpm, quelli combattivi che tanto servono alle piccole squadre professional, come possono venir premiati da una scelta simile?