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Olympia's Tour 2010: Taylor, una corsa cucita su misura - Mirabilie Phinney in Olanda | Cicloweb

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Olympia's Tour 2010: Taylor, una corsa cucita su misura - Mirabilie Phinney in Olanda

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Ha preso la maglia nella prima cronometro e non l'ha più lasciata: Taylor Phinney, americano, 19 anni, già due volte consecutive Campione del Mondo dell'Inseguimento Individuale, ieri ha festeggiato la sua prima vittoria in una corsa a tappe, l'Olympia's Tour.
L'Olympia's Tour è una breve corsa a tappe che si disputa in Olanda ed è composta da 7 frazioni di cui due a cronometro (un totale di quasi 20 km contro il tempo): la tappa più importante, di 227 km nel Limburgo con 13 colli da scalare, tra cui il Cauberg, salita simbolo dell'Amstel Gold Race, da affrontare due volte.
La prima tappa, una cronometro, è stata dominata da sole due squadre: la Trek Livestrong e la Jayco Skins. I primi 7 tempi infatti sono tutti di questi due team: la Trek fa segnare il primo, il secondo, il quarto e il sesto tempo, la Jayco invece il terzo, il quinto e il settimo: superiorità imbarazzante e la squadra di casa, la Rabobank Continental, relegata all'ottavo e al nono tempo. Non inizia bene per i padroni di casa, gli olandesi, che dal 2000 ad oggi avevano sempre vinto questa corsa a tappe (l'anno scorso con Jetse Bol). La prima maglia bianca di leader va sulle spalle di Taylor Phinney con il tempo di 11'44" (una media superiore ai 51 km/h).
Le successive due tappe sono adatte agli sprinter e in entrambe lascia il segno ancora l'americano Taylor Phinney, che si scopre un cannibale e che non nasconde la voglia di poterle vincere tutte: la sua squadra, la Trek Livestrong, fa un lavoro eccezionale in particolare con Jesse Sergent, impegnato a chiudere sugli attaccanti degli ultimi chilometri, e con Alex Dowsett, l'apripista di Taylor Phinney.
Le cose cambiano per il giovane americano quando le tappe si fanno più mosse e ci si mette anche la sfortuna, dato che in una caduta la Trek perde due uomini: Nathan Brown e proprio Alex Dowsett (frattura alla spalla). Anche il Team Jayco Skins ha la sua dose di sfortuna poichè in quella stessa caduta perde Alex Carver e Malcolm Rudolph, che si rompono entrambi il braccio e sono costretti ad abbandonare. Diventa molto complesso per la Trek Livestrong controllare la corsa e la Rabobank Continental, per ora a secco, ne approfitta mandando in avanscoperta e all'attacco molti dei suoi corridori e poi vincendo anche la volata con il giovane Coen Vermeltfoort (classe 1988) davanti a Phinney e al compagno di squadra Boy Van Poppel.
Il giorno successivo è il momento della lunghissima tappa nel Limburgo, quella che tutti questi giovani atleti temono, perchè sono pochi ad essere abituati, o anche solo ad aver partecipato, a prove più lunghe di 200 km (questi, poi, sono addirittura 227 con 13 salite, tra cui il Cauberg da scalare due volte): durante i primi 50 km i corridori rimangono tutti in gruppo in attesa delle salite e quando la strada comincia a farsi più mossa parte una fuga di 9 atleti rappresentanti di varie squadre (Hepburn per la Jayco e Campbell per la Trek), ma nessuno della Rabobank che così è costretta subito a far lavorare la squadra per ricucire su una fuga che potrebbe diventare estremamente pericolosa. La fuga viene ripresa dopo il primo scollinamento sul Cauberg, poi si forma davanti un drappello di 17 atleti (comprendente tutti i migliori): sono soprattutto i Rabobank a tentare vari attacchi e Peter Van Agtmaal della Metec in cerca di punti per la maglia rossa del miglior scalatore. La Trek di Phinney, forte di 3 uomini nel gruppo di testa, riesce a controllare bene la corsa, nonostante la difficoltà del loro capitano su un percorso tanto impegnativo per le sue caratteristiche: è addirittura lo stesso Phinney a tentare un allungo sulla seconda salita del Cauberg, ma senza alcun effetto. L'ultimo attacco di giornata è portato dall'olandese Coen Vermeltfoort insieme ad un compagno di squadra, ma vengono subito fermati: nel frattempo, al termine delle salite, si era ricomposto un gruppo sostanzioso di circa 40 corridori che è andato a disputare la volata. Ad avere la meglio è stato lo svedese Johan Lindgren, che nel 2007 faceva parte della formazione professionistica Française des Jeux.
L'ultimo giorno di fatiche è diviso in due semitappe: la prima di circa 100 km completamente pianeggiante, ma battuta dal vento, terminata in volata con la zampata ancora di Coen Vermeltfoort e poi la cronometro di 10 km che mette il definitivo sigillo alla vittoria di Phinney con il suo quarto centro in 7 tappe. Al secondo e terzo posto si piazzano ancora gli australiani della Jayco Rohan Dennis e Michael Hepburn che non riescono ad ottenere una vittoria anche a causa della squadra dimezzata sia dalle cadute sia dalle scelte tecniche di mandarne 4 al Japan Tour.
Taylor Phinney può festeggiare la prima vittoria americana nell'Olympia's Tour e si prepara nel migliore dei modi a difendere il suo titolo nella Parigi-Roubaix Espoirs di Domenica 30 Maggio. Alla domanda sul suo futuro ha replicato che l'opzione più realistica è il passaggio al professionismo con il Team di Lance Armstrong, la RadioShack.

Laura Grazioli

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