Altro acuto per Nizzolo - Pelucchi terzo: scacco matto per la Trevigiani-Bottoli
A chi pensava che la Trevigiani-Bottoli fosse partita "piano", Giacomo Nizzolo ha risposto ieri a Marzolara (Parma) come domenica scorsa a Mareno di Piave: vincendo. A chi ora pensa che questa squadra possa eguagliare, o addirittura superare, la stratosferica quantità di vittorie dell'anno scorso, Giacomo Nizzolo risponde con un sorriso infangato quando scende dal podio: «Impossibile, una stagione come quella è irripetibile». Sarà, ma per una questione di numeri e di nomi: Filippo Baggio non c'è più (nel senso che è professionista), e in volata dovranno pensarci soprattutto lui e Pelucchi.
Comunque la volata di questo 37esimo Trofeo Fratelli Gandolfi, nel quale Gomirato s'è piazzato secondo, Guardini quinto e Costanzi settimo, suona come un'assicurazione: per le volate bisogna fare ancora (e soprattutto) i conti con la Bottoli, da quest'anno unita alla Trevigiani Dynamon. Se tutto andrà come deve andare, per Nizzolo, brianzolo di Muggiò, le porte del professionismo si apriranno a fine stagione. Anzi, se il ciclismo andasse per il verso giusto, uno così avrebbe la fila davanti alla porta di casa: «Di contatti ce ne sono già stati – spiega - ma poi dipenderà da tante cose...». Frasi di circostanza, adatte ad un ragazzo classe '89 che è al terzo anno fra gli Under 23, che però perse quasi tutto il primo per un terribile incidente a inizio stagione, del quale ancora porta i segni sul volto.
La sua volata è stata perentoria: partito né troppo presto né troppo tardi, ha ben presto vanificato ogni speranza di rimonta da parte dei suoi avversari. Si è concluso così il 37esimo Trofeo Gandolfi–Memorial Gilberto Laghi, organizzato dalla Parmense, che nel corso della settimana deve aver sudato freddo per l'abbondante nevicata dei giorni scorsi. Ma lassù qualcuno ama il ciclismo (beh, perlomeno stavolta...), e la gara, corsa fra due ali di neve, è stata baciata da un sole piacevole. Lo scioglimento della neve, bagnando l'asfalto, ha regalato ai corridori spruzzi di fango in stile "classica del Nord", dando così quel tocco vagamente epico ad un percorso molto semplice: due rettilinei di una decina di chilometri ciascuno e due ponti per girare la bicicletta. Il tutto per sei volte, totale 126 chilometri.
Della corsa, a parte la volata, c'è poco da raccontare. Al primo giro ci hanno provato in quattro: Aru e Pizzingrilli della Palazzago, Pugliese della Delio Gallina e Savasi della Parmense. Un'azione "dimostrativa", perché essendo in gara quasi tutti i migliori velocisti italiani, era davvero difficile pensare di evitare l'arrivo a ranghi compatti. Qualche altro tentativo di fuga è stato subito rintuzzato, così la gara è scivolata a circa 43 km/h di media fino all'epilogo.
E quando anche la sparata finale di Zampedri è risultata vana, lo sprint, velocissimo sul lungo vialone di Marzolara, ha emesso i suoi verdetti, confermando che Nizzolo, dopo i dodici centri della passata stagione, anche quest'anno fa sul serio.
