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Duarte fenomenale, ottima Italia - Le pagelle della prova iridata Under 23

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Duarte - 10
In fuga praticamente dal Mondiale 2007, da tanto è stato allo scoperto. All'attacco, però bravo a gestirsi e a risparmiare la benzina per la sparata finale. Una maglia iridata che è un capolavoro tecnico, tattico, fisico, di cuore e di spirito. E il primo titolo della storia per la Colombia. Grandissimo.


Ponzi - 9
Il più atteso tra gli azzurri, ha avuto il sangue freddo di aspettare il suo momento mentre i suoi compagni incendiavano la corsa. Ma quando è giunta l'ora, ha saputo prendere al volo il treno giusto (essendone anzi lui in prima persona la locomotiva), è rientrato rapidamente sui primi che fino a poco prima parevano irraggiungibili, ha respirato, e ha vinto la volata ristretta: purtroppo per lui, a quel punto Duarte era già fuggito via, ma lo consoliamo con una profezia: questo ragazzo diventerà un grande corridore (gli scongiuri sono ammessi).


Oss - 7
Presente nel cuore della corsa da metà gara in poi, ha corso benissimo per sé, e poi in appoggio di Caruso, e poi di Ponzi, non trascurando mai di valutare le possibilità personali: a un certo punto, prima dell'ultima scalata ai Ronchi, pareva addirittura il favorito tra quelli che potevano piazzare il contropiede vincente. Il rientro di Ponzi gli ha scompaginato i piani; peccato sia mancato al momento di chiudere su Duarte.


Caruso - 7
Molto attivo, pure troppo si direbbe. Parte prima del tempo per staccare Swift e riportarsi su Oss e compagni, e così facendo mostra una bella azione, ma spreca troppo. Altre energie le spende (stavolta bene) per tirare il collo al gruppetto di testa alla penultima scalata ai Ronchi (ne fa le spese Nerz), e anche lui manca nell'ultimo chilometro.


Pirazzi - 6.5
Si vede in azione fino a metà gara, anche lui entra in fuga ed è molto bravo in salita, ma i tempi non sono ancora maturi. Comunque quel che deve fare lo fa, nella fattispecie preparando il terreno per l'attacco di Oss.


Borchi - 6
Dopo la bella crono di martedì, una prestazione tutta di sostanza a supporto dei compagni di squadra, che accompagna in fuga prima degli allunghi decisivi.


Malori - 5
Invisibile per tutta la gara, ma non potevamo chiedergli ancora mirabilie dopo l'oro a cronometro di martedì, quando evidentemente ha speso tanto a livello fisico e mentale.


Swift - 7
Gran bella prestazione per il britannico, che corre con giudizio ma con grande accanimento: rientra con Gautier sul gruppo dei migliori al penultimo giro, ma nella volata si deve inchinare a Ponzi e Degenkolb, e perde così il bronzo.


Degenkolb - 7.5
Aiutato per tutta la lunga fuga dal connazionale Nerz, nel finale ci mette tanto di suo, e porta a casa un podio che vale tanto (prova ne sia l'esultanza travolgente che si concede dopo il traguardo).


Martin - 5.5
Quasi commovente il suo inseguimento solitario nell'ultimo giro: azione notevole e dispendiosissima per quanto non coronata dal successo, ma tempi sbagliati.


Rui Costa - 6
Tra i più attesi, rientra con Ponzi sui migliori, ma negli ultimi chilometri sbaglia i tempi, e anche in volata non dimostra certo fino in fondo le sue qualità. Quinto, senza entusiasmare.


Silin - 6.5
Prova in tutti i modi ad anticipare lo sprint, e ancora ai 500 metri è lui a tentare di sganciarsi. Il ritorno di Duarte lo fiacca, chiude al settimo posto un Mondiale in cui avrebbe meritato qualcosina in più.


Bakelandts - 5
Simbolo di un Belgio che piazza il primo uomo (Hermans) solo all'undicesimo posto. Doveva fare la differenza, si vede solo a spingere nei gruppetti di retroguardia, mentre altrove la corsa la fanno altri protagonisti.


Clarke - 4
E almeno il Belgio qualcosa la fa vedere: l'Australia dei giovani fenomeni, invece, è del tutto invisibile.


Fina - 8.5
L'Italia piazza tre uomini nella fuga decisiva, dopo aver menato le danze per tutto il giorno. Per l'esordiente commissario tecnico della nazionale azzurra una promozione a pieni voti anche nella prova in linea, dopo la grande affermazione di Malori nella cronometro. Certo, ha potuto disporre di atleti molto validi, forse più che in altre recenti edizioni; ma assemblare una squadra e metterla in condizione di giocarsi bene le sue carte non è mai facile, e questo è tutto merito del ct siciliano.



Marco Grassi

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