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Una crono 10 e Klöden - Tappa e maglia. Ieri la prima di Mc

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Il Giro di Romandia continua a farsi guardare con un'occhio e mezzo, perché l'altro mezzo è inevitabilmente rivolto verso quel Giro d'Italia che partirà tra una settimana da Palermo.
Allora partiamo da ieri, col primo successo stagionale di Robbie McEwen davanti a quel Daniele Bennati già relegato in seconda posizione nel prologo di Ginevra vinto da Cavendish. Un terzetto di sprinter, quelli appena citati, che ritroveremo alla partenza della corsa rosa dal capoluogo siciliano, anche se le occasioni per le ruote veloci non saranno tante e - per un facile sillogismo - le occasioni di vittoria (o di battaglia) saranno dunque ridotte al lumicino (anche perché, purtroppo, Cavendish dimostra ancora di non digerire affatto neanche i piccoli strappi, e di tappe piatte al Giro ne sono state disegnate veramente pochissime).
Se comunque la tappa di Friburgo è stata buona per vedere lo sprint tra Magic e Benna (col terzo incomodo Breschel sempre più convincente), toccava ai 18,8 km della cronometro di Sion stabilire le gerarchie di un Giro di Romandia che, suo malgrado, rischia di essere deciso già da questa cronometro, viste le non impervie difficoltà altimetriche che dovranno affrontare i corridori nei prossimi giorni.
Il tracciato, pianeggiante fino al km 9,2 per poi salire di 200 metri d'altezza in 2,6 km, prima di tornare a scendere lievemente fino all'arrivo, favoriva senz'altro due chiavi di lettura niente male. In percorsi simili rimane l'attitudine contro il tic-tac a farla da padrone, senza dubbio, ma vista la brevità del tracciato e l'asperità (seppur lieve) posta a metà percorso, si può anche tracciare un quadro abbastanza verosimile della condizione dei vari corridori, sia per quanto riguarda la vittoria finale del Romandia, sia - e torniamo al discorso di prima - per analizzare i prossimi corridori del Giro d'Italia.
Il giovane tedesco Martin (già vittorioso in una semi-classica olandese ed in luce anche al Critérium International) è stato a lungo il miglior corridore a far segnare l'intertempo, posto in vetta alla salita, ed il tempo finale; solo l'olandese Clement (già 3° al Mondiale a cronometro di Stoccarda) lo anticipava al traguardo (ma non all'intertempo) di 1" appena. Il giovanotto tedesco verrà (pare) al Giro d'Italia, e le prestazioni dello scorso Tour de l'Avenir, abbinate a questi primi sei mesi in maglia High Road, potrebbero addirittura costingere i pretendenti alla Maglia bianca (senza fare troppi voli pindarici) a fare i conti con lui.
Il tempo di Clement (e di Martin) è buono davvero, se è vero che cronoman del calibro di Larsson, Gusev, Pinotti, ed addirittura Menchov, sono costretti a segnare i secondi di distacco dall'olandese della Bouygues Telecom. Per Menchov, comunque, altri segnali incoraggianti (chiuderà a 39" da Klöden) in vista del Giro d'Italia, nella quale non vorrà sfigurare, anche se parlare di velleità di classifica generale è prematuro.
Sempre in chiave Giro, più scialbe le prestazioni di Voigt (13esimo a 52"), Gárate (22esimo a 1'06"), Szmyd (41esimo a 1'31"), Vila (60esimo a 1'58") e Possoni (66esimo a 2'02"), così come pessima - anche se non verrà al Giro d'Italia - la cronometro di Gómez Marchante, irriconoscibile in questa prima parte di stagione, che chiude 33esimo a 1'24".
Crono di Sion che ha dato anche qualche piacevole sorpresa, come il ritorno di Pereiro (discreto 11esimo a 46"), la rivelazione estone Rein Taaramae (classe '87), che ha chiuso 10° a 41" ed ora è 6° in classifica generale a 44" da Klöden, e il neopro' ciociaro De Bonis; il corridore della Gerolsteiner ha chiuso 20esimo a 1'03" dopo la fuga - in realtà un po' scriteriata - nella tappa di ieri.
Detto dei piazzati, dei delusi e dei futuribili, la sfida per la tappa (e per la maglia; con Albasini conscio di non poter fare miracoli) era tutta tra Klöden e Dekker; il tedesco è stato il primo a passare Martin nel miglior intertempo, tenendo già 4" sul giovane collega olandese. All'arrivo, nonostante una derapata del capitano dell'Astana in una curva a destra posta a circa 300 metri dal traguardo (Klöden ha poi confessato che l'incidente è stato dovuto al blocco della lenticolare posteriore), che fortunatamente non l'ha fatto cadere, Andreas ha aumentato il vantaggio su Thomas di altri 2", relegando Clement a 20".
Alla luce dei distacchi, Klöden ha ora 5" di vantaggio su Dekker in classifica generale, col sempre più bravo Kreuziger (ceco classe '86) terzo a 35". Nelle prossime due tappe (già domani la Sion-Zinal presenta possibili colpi di mano, nonostante la cancellazione della côte de Saint-Luc per problemi di viabilità e l'accorciamento da 127 a 112 km) saranno importanti le energie rimaste, certo, ma anche le tattiche di squadra. E se Dekker può contare su un Menchov settimo in classifica e sempre più tonico, Klöden può fregiarsi della presenza di Gusev (4° a 38"), Iglinskiy e Morabito (10° e 11esimo) nei piani alti della generale. Gli altri proveranno a far saltare il banco, ma la realizzazione di piani simili sembra tutt'altro che di semplice portata.


Mario Casaldi

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