L'acuto di Caruso - U23: il siciliano mette tutti in fila
Versione stampabileCosì come accaduto nella prova in linea riservata agli juniores, il campione italiano under 23 non è risultato essere uno dei grandi favoriti della vigilia. Del titolo di campione nazionale si è fregiato Damiano Caruso, portacolori del Cygling Team Mastromarco (sodalizio toscano diretto da Andrea Tafi), che ha sferrato l'attacco decisivo sulla salita finale. Siciliano con un diploma di geometra, Caruso nella sua carriera ha ottenuto diverse vittorie, ma il primo successo tra i dilettanti (dopo una serie di piazzamenti) gli è arriso proprio nella giornata odierna, e non avrebbe potuto scegliere una corsa migliore, Caruso, per rompere il ghiaccio nella categoria che precede il professionismo.
La prova degli Under23, implacabilmente caratterizzata dalla calura estiva, prende il via da Palazzago a mezzogiorno. L'organizzazione è a cura della Domus di Civettini e Sommariva e della società ciclistica Palazzago, diretta da Olivano Locatelli. Il percorso, di 163 km, non è certo adatto ai velocisti e comprende 2 circuiti (il primo è corto e pianeggiante, il secondo invece è più lungo e include anche una salita in località Almenno San Bartolomeo) da ripetere rispettivamente cinque e sette volte.
Sette sono dunque i passaggi che gli atleti effettueranno sul Barlino, breve asperità (2,5 chilometri con pendenza massima del 15%) già “collaudata” in molte altre competizioni riservate ai dilettanti e alle categorie minori, che costituisce al tempo stesso la prima parte della scalata alla Roncola dal versante bergamasco e il Gpm di questo campionato nazionale.
Nelle fasi iniziali della corsa, Manuele Boaro (Zalf Désirée Fior) rompe gli indugi rendendosi artefice di un timido tentativo di allungo. Sul talentuoso ventenne trevigiano si riportano rapidamente altri corridori, ma il gruppo torna presto compatto. In prossimità della prima ascesa al Barlino (attorno al km 47), si avvantaggiano Thomas Alberio e Filippo Baggio (Filmop), Federico Scotti (Maltinti Lampadari), Fabio Fissore (Promociclo Brunero), Henry Frusto (Bedogni Natalini), Andrea Di Corrado (Bergamasca De Nardi), Alessio Marchetti (Progettociclismo Turman), Elia Favilli (Lucchini Neri Comauto) ed Enrico Mantovani (UC Trevigiani).
Nel corso della seconda scalata, che vede Scotti aggiudicarsi il Gpm, il drappello dei battistrada si arricchisce di due unità, Gianluca Brambilla (Zalf Désirée Fior) e Gabriele Giuntoli (Danton Caparrini). Al terzo giro Scotti è ancora davanti, in compagnia di Alberio, Baggio, Frusto, Di Corrado, Favilli, Mantovani, più Mirko Battaglini (Lucchini Neri Comauto) e Damiano Caruso (Mastromarco Sensi Grassi). Il vantaggio di questi atleti sul gruppo è di circa un minuto.
Il quarto passaggio sull'unica asperità di giornata è un piccolo show di Caruso, che saggia la gamba, mettendo tutti alla frusta e accorgendosi così di riuscire a fare il vuoto senza troppa difficoltà; tuttavia, il sicilano sa che non è ancora il momento di forzare eccessivamente e il suo attacco viene neutralizzato. Il gruppo affronta compatto il terzultimo giro, quando all'arrivo mancano poco più di 30 chilometri.
La corsa si movimenta ulteriormente alla penultima ascesa sul Gpm: in testa si susseguono scatti e controscatti, mentre il gruppo va assottigliandosi sempre più. È così che al comando si forma un drappello di 21 corridori: insieme all’onnipresente Caruso, ci sono De Negri e Bertolini (Lucchini Neri Comauto), De Marchi (Bibanese), Contoli e Pagani (Filmop), Magazzini e Pinizzotto (Seano Vangi), Ascione (Promociclo Brunero), Rocchetti (Pagnoncelli), Boschi e Margutti (Podenzano), Locatelli ed Salvi (Bergamasca De Nardi), Boaro (Zalf), Lucciola (Maltinti Lampadari), Parrinello (Cargo Compass), Busato (Coppi Gazzera), Zanco (UC Trevigiani), Di Serafino (Vega Montappone) e Pirazzi (Palazzago). Il gruppo (o meglio, ciò che resta di esso) pedala con un ritardo di oltre due minuti.
Il Barlino ora attende di essere scalato per l'ultima volta. È nuovamente Damiano Caruso a transitare sul Gpm in prima posizione, lasciandosi con facilità gli avversari alle spalle. Ha scelto il momento migliore per andarsene e appare sicuro di sé: non guarda indietro neppure una volta, determinato come non mai e a quanto pare a suo agio con il caldo, visto che sembra non percepire gli oltre trenta gradi. Sta bene, benissimo, il calore del percorso facilita la sua personale cronometro; il longilineo siciliano non ha ancora compiuto 21 anni e nella categoria Under23 non è mai salito sul gradino più alto del podio, ma sa che oggi può essere la volta buona. Non dà segni di cedimento e mantiene costante un’andatura forsennata.
L’ultimo ad arrendersi pare Stefano Pirazzi, che si lancia ad inseguire il battistrada, scollinando a non più di 16 secondi. Il laziale trapiantato nella bergamasca sta giocando in casa la partita più ambita, visto che la Palazzago di Locatelli gli ha affidato i gradi di capitano. Ma Caruso ha decisamente una marcia in più, mentre alle sue spalle si crea un gruppetto composto da Rocchetti, Contoli, Trotta e dallo stesso Pirazzi, che – nonostante continui tentativi – non riesce a staccare il terzetto.
Il vantaggio del battistrada sale a 32”, un margine rassicurante quando dal traguardo separano soltanto la discesa del Barlino, un breve tratto pianeggiante e il rettilineo finale, in leggera salita, che conduce dritto alla maglia tricolore. Piazza d’onore per Alberto Contoli, coetaneo di Caruso e giunto con 58” di ritardo, mentre, con un distacco di 1'15”, è Stefano Pirazzi a regalare il podio alla squadra organizzatrice, nelle cui fila è da poco tornato dopo una breve parentesi alla Zalf Désirée Fior.
Appena tagliato il traguardo, Caruso va a cercare un po' d'ombra, si sdraia, recupera un briciolo di energie, si disseta e si rinfresca, come se la fatica fosse troppa anche per pensare ad esultare. È quando sale sul podio che pare rendersi conto dell'impresa di cui è stato protagonista, solo allora si commuove e, trattenendo a stento le lacrime, indossa la maglia verde-bianco-rossa, ricevuta dalle mani del presidente della Federazione Renato Di Rocco. Dopo le premiazioni, il ragazzo del Team Mastromarco ha dichiarato: «È una sorpresa anche per me questo successo, un sogno che si avvera. Vinco la mia prima gara da dilettante e divento campione italiano. La dedica va prima di tutto a me stesso, poi alla squadra e alla mia famiglia».