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Nasce l'Italia per Stoccarda - Ecco i convocati. Vuelta, è Duque

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È vero, c'è la Vuelta in corso, non lo scordiamo. Ma oggi era giorno di convocazioni, e a quelle dobbiamo dare la precedenza. Il ct Ballerini ha risolto la prima parte del rebus, ovvero: quali 11 portare a Stoccarda? Il commissario tecnico ha deciso, e a noi - nell'attesa di verificare sul campo se le sue scelte si riveleranno buone o cattive - non resta che analizzare la nazionale per il Mondiale 2007.
Tanto per cominciare, diciamo che l'impresa, per i nostri, è improba: già vincere un iride è difficilissimo, figurarsi conquistarne due consecutivi. Quindi partiamo dal presupposto che, 8 su 10, ci andrà male (laddove per "noialtri" tifosi anche un secondo posto è male), per mere questioni probabilistiche. Però c'è male e male: nel senso che - tornando seri - ci sta anche di perdere, basta che non restino poi rimpianti per non aver corso al meglio delle nostre possibilità.
I convocati. Di Bettini sappiamo tutto, e sapevamo ovviamente che sarebbe stato della partita, in quanto titolare dell'iride, e quindi presente di diritto al rendez-vous mondiale. Al di là di questo, il Grillo è un corridore che non si può certo discutere, e del resto lui per primo amerebbe ripetersi (chi non amerebbe farlo?), quindi quel 30 settembre sarà al via al massimo delle sue possibilità, come ci ha anche fatto intuire alla Vuelta, vincendo una tappa, risultando protagonista in altre situazioni, andando anche in fuga, e tirando indietro la gamba quando non era necessario spremersi: in definitiva, il tipico avvicinamento ottimale e ragionato all'appuntamento grosso.
Tutti gli altri la convocazione hanno dovuta conquistarla sul campo. Di Luca sarà il capitano-bis, perché un vincitore di Giro e Liegi sarebbe un po' svilito dal dover ricoprire ruoli di gregariato (per quanto Danilo abbia sempre dimostrato attaccamento alla maglia azzurra e fedeltà alle disposizioni del ct). L'abruzzese, nei desideri dei suoi tifosi (e nelle idee di Ballerini) avrà il suo spazio per attaccare, non sull'ultimo strappo della giornata, probabilmente (lì in teoria dovrebbe intervenire Bettini), ma prima. Comunque nel finale.
Perché nei giri precedenti toccherà alle altre mezzepunte muoversi. Il ct ha dichiarato che, visto il percorso accidentato, e visto che disponiamo (sulla carta) degli atleti più forti, dovremo rendere dura la corsa. Il che significa promuovere fughe rilevanti dall'inizio alla fine della giornata, attaccare ad ogni occasione, perché solo così gli spauracchi più visibili (Freire su tutti) potranno patire e arrendersi.
E per attaccare bisogna avere gli uomini adatti. Ovvero quelli che se si inseriscono in una fuga hanno buone possibilità di arrivare al traguardo e magari vincere, rendendo così necessario il lavoro delle altre squadre per ricucire. Questi uomini noi li abbiamo, sono Ballan, Pozzato, Rebellin, Cunego. In pratica una serie di étoiles da far invidia all'Opera di Parigi. E se ciò potrebbe rendere più complessa la gestione della tattica di gara (a un Ballan che ha vinto Fiandre e Amburgo puoi dire di mettersi a tirare come un mulo?), d'altro canto schierare tutti questi corridori ci darebbe una gran varietà di soluzioni.
Senza girare troppo intorno alla questione, il nome che ha scatenato i maggiori dubbi e le maggiori discussioni è quello di Cunego: è stato giusto portare lui in nazionale e non Bennati, che negli ultimi tempi ha dimostrato una gran gamba e una buona capacità di adattamento a percorsi meno scontati e non necessariamente da velocisti?
Potenzialmente, Bennati è più vincente di Cunego, perché ha dalla sua lo spunto veloce che gli permette di dominare le volate di gruppo, e la resistenza sugli strappetti, che fa sì che si possa proporre anche in corse più complicate. D'altro canto, l'aretino a volte è mancato proprio quando era particolarmente atteso in occasioni importanti. Però un velocista, forse, sarebbe stato il caso di portarlo. È vero che Bettini è anche veloce, ma non possiamo pensare che Paolino sia invulnerabile: brucia troppo il ricordo di Verona 2005, quando il ritiro del livornese ci ha lasciati nell'impasse, e nell'incapacità di pensare ad un'alternativa. Se mai il Grillo (non sia mai!) dovesse cedere, per un motivo o per l'altro, perché privarci in partenza di un'alternativa della portata di Bennati (o di un altro velocista molto forte, quale poteva essere Petacchi)?
Ballerini avrà sicuramente pensato che Pozzato possa fare al limite le veci di Bettini anche in caso di sprint di qualche decina di uomini. Una chiave tattica importantissima, allora, sarà proprio l'utilizzo del vicentino: perché in tal modo non potremo spenderlo in fuga a metà percorso, per tenerlo fresco per il finale. E ciò ci riporta al tormento esistenziale di poco sopra: faceva più paura un'Italia con Pozzato in fuga a 50 dal traguardo e Bennati coperto in gruppo, o fa più paura l'Italia con Cunego in fuga ai 50 e Pozzato coperto?
Ognuno si darà la risposta che sente più vicina alla realtà; fatto sta che Cunego, reduce da un buon Giro di Germania e da una Vuelta non scintillante (complice una caduta che ne ha minato il rendimento), sarà un'altra delle chiavi di volta della giornata: Ballerini, convocandolo, ha accontentato tantissimi tifosi del veronese, e in fin dei conti ha fatto la scelta meno rischiosa a livello mediatico. Se Cunego va bene, tutti contenti; se va male la colpa non sarà certo del ct, che il suo dovere l'ha fatto, convocandolo.
La squadra sarà completata da due gregari (Tonti - uomo di fiducia di Bettini - e Bruseghin), e da un corridore tutto da classificare, Bertolini. Il 37enne della Diquigiovanni potrebbe in realtà risultare molto più importante di quanto non si pensi, perché unisce un'attitudine molto vincente (negli ultimi tempi è stato irresistibile) al fatto di essere poco conosciuto e considerato: tutto sommato, forse per Bertolini sarà più utile trovare un impegno diverso da quello (che i più al momento gli pronosticano) di terzo gregario di giornata.
Nibali (che farà la crono con Pinotti) e Visconti sono i maggiori indiziati per i due posti da riserva, ma come Ballerini ha saputo stupirci con la convocazione di Cunego (data per improbabile fino a poche ore prima dell'ufficializzazione della nazionale per Stoccarda), potrà farlo ancora nelle prossime due settimane.
Di sicuro resteremo sintonizzati, pronti a cogliere ogni sussurro e ogni indicazione da Casa Italia. Nel frattempo, certificheremo la conclusione (ormai prossima) della Vuelta: nella corsa spagnola difficilmente cambierà qualcosa in classifica a livello di posizioni di vertice (anche se per lo spettacolo ci auguriamo il contrario). Oggi a Puertollano è arrivata una fuga che alla fine ha premiato un Duque grintosissimo: il colombiano, pur essendo il più veloce del terzetto di superstiti (comprendente Horrach e Kolobnev), ha pure tentato l'allungo per anticipare lo sprint. Ripreso dagli altri due, li ha comunque battuti. Noi recriminiamo perché in fuga c'era anche Bertagnolli, molto attivo e alla fine quasi premiato nel tentativo di riportarsi (con un secondo gruppetto) sui primi. In ogni caso il Berta è stato battuto da Koldo Fernández nella volata dei battuti, quindi probabilmente non avremmo comunque festeggiato la sesta vittoria italiana nella Vuelta 2007. Altre tappe per tentare delle fughe ce ne sono; mal che vada anche in volata non siamo messi malaccio: insomma, la corsa iberica non si chiude certo così per i nostri colori.

Marco Grassi

 

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