Maledetta allergia! - Fertonani: «Mi frenò al Giro 2006»
Versione stampabileLa sua specialità si chiama: brevi corse a tappe. E se qualcuno dubitasse, ecco servito un bel quarto posto al Giro del Mediterraneo, corso in appoggio al vincitore Iván Gutiérrez. Noi abbiamo incontrato Marco ad inizio mese: con lui apriamo la serie dei servizi da Palma di Mallorca.
Uno sguardo alla preparazione, ormai agli sgoccioli: come procede?
«Bene. Procede bene: il tempo è stato bello ed è stato semplice allenarsi. Inizierò probabilmente con il Giro del Mediterraneo, per fare poi le corse spagnole di una settimana: Valenciana, Murcia, Castilla e León».
L'anno scorso è arrivata la vittoria di tappa proprio nel Castilla y León, in un 2006 che comunque non ha portato molto altro. Tu che valutazione dai della stagione trascorsa?
«Il Giro d'Italia (si ritirò alla tappa di Gemona, ndr) è stato negativo al cento per cento: ho avuto un problema allergico che mi ha condizionato molto. Quest'anno infatti cerco di anticipare un po' la forma, perchè se poi al Giro questi problemi si ripetono non ha senso portarlo avanti per le tre settimane. Per il resto, ci si mise un po' di sfortuna, visto che sia al Germania che al Polonia sono andato molto vicino ad aggiudicarmi una tappa e sono stato ripreso all'ultimo: a volte bastano poche centinaia di metri per cambiare una stagione. Comunque, Giro a parte, ho gareggiato sempre su un buon... su un discreto livello».
Quelle che maggiormente ti si addicono sembrano essere proprio le corse a tappe di una settimana.
«Sì, l'ho dimostrato sia al Romandia che al Giro di Svizzera, e anche nelle gare spagnole: in questo tipo di competizioni posso far bene e posso far classifica. L'anno scorso ho provato a cambiare un po' registro, prendendo un po' di distacco già nelle prime tappe per puntare all'affermazione parziale; tuttavia, per le mie caratteristiche forse è meglio che curi la classifica, restando magari tra i primi dieci, ma provando a star davanti e dar battaglia tutti i giorni».
Quindi si torna un po' all'antico, considerando che nel 2005 ti piazzasti quinto proprio al Romandia, correndo da protagonista.
«Sì, esattamente. La stagione passata è stata un po' una prova. Poi resta comunque il Giro, dove un anno per una caduta, quello dopo per l'allergia, comunque non sono mai riuscito ad esprimermi come avrei voluto».
Un Giro 2007 che peraltro potresti correre se non da leader, almeno come una delle prime punte del team.
«La squadra ci crede molto, però anche questo fatto di non essere ancora riuscito a dimostrare nulla mi pesa un po'. Per questo arrivarci già con qualche risultato mi toglierebbe sicuramente un po' di pressione».
L'anno scorso è stato il primo qui in Caisse d'Epargne. Facci entrare un po' nel gruppo: svelaci per esempio chi è il più estroverso, quello che con qualche battuta alleggerisce cinque, sei ore di allenamento...
«Mah, è tutto un gruppo molto positivo. Quelli che scherzano di più direi comunque che sono Reynes e Joaquín Rodríguez».
Quello più pigro?
«Mmm... Markov, il russo, sembra; però dà solo l'impressione, ecco».
Chi invece tira sempre il gruppo in allenamento, anche quando si potrebbe andare su ritmi più dolci?
«Di sicuro Zaballa: Constantino è uno di quelli che, come si dice qui, hanno sempre "ganas", voglia di allenarsi al massimo».