Il Gran Galà di Conegliano - Premiati i protagonisti della stagione
Nella splendida cornice del Teatro Accademia a Conegliano si è svolta la 21° edizione del Gran Galà Ciclistico Interazionale.
La serata inizia con l'ingresso in sala dei campioni ospiti. Il primo a fare la sua comparsa è Michele Bartoli, contraddistinto dal suo carattere semplice e diretto, che passa in sala salutando e fermandosi con chiunque abbia qualcosa da dirgli. Poi uno dietro l'altro entrano Ondrej Sosenka, attuale recordman dell'ora, e José Rujano, che con la sua minuta figura dietro al gigante ceco nemmeno si vede: ci si accorge che è entrato perché immancabilmente si sente la voce di Gianni Savio, team manager della Selle Italia-Colombia; quindi è il turno dei campioni italiani provenienti dal Veneto e del 4 volte vincitore della Vuelta Roberto Heras; della campionessa europea su strada under 23 Jessica Turato (che non si trattiene dal bacchettare la Rai, per il poco impegno profuso nel mostrare le corse delle categorie minori); di Paolo Savoldelli, vincitore del Giro; di Ivan Basso, che ha ottimamente figurato al Tour de France; e di Alessandro Petacchi (25 vittorie in stagione, compresa la Sanremo), che, accompagnato dalla moglie Anna Chiara, chiude la parata delle stelle del ciclismo internazionale in sala.
I registi di questa splendida serata Davide Cassani e Alessandro Fabretti, allietano l'evento con scherzose battute, sia sui loro ruoli che sui premiati della serata.
Il Gran Galà è diviso in due parti, la prima caratterizzata dalle premiazioni dei campioni italiani, della campionessa europea e del campione del mondo di ciclocross Davide Malacarne, accompagnati dalla premiazione di Vera Carrara, unica rappresentante della serata della pista.
Per evitare che le premiazioni possano risultare noiose, Cassani e Fabretti si comportano da veri e propri showman, ridendo, scherzando ed ironizzando su se stessi e sulla loro altezza, tanto che alla premiazione di Sosenka, un gigante di quasi due metri, Alessandro Fabretti sale su uno degli sgabelli presenti sul palco, barcollando e rischiando quasi di cadere.
Un momento molto toccante viene dedicato a Papa Wojtyla (che proprio lo scorso anno inviò un messaggio in onore del ventennale del Gran Galà), con le immagini del Santo Padre che scorrono alle spalle della coppia che conduce: in quel momento un po' tutti noi dimentichiamo di essere ad un Galà e riflettiamo su tutto ciò che ci è stato insegnato dal Papa di Cracovia, ed è difficile trattenere le lacrime. Passato questo momento speciale, comincia la diretta su Raisport (alle 22.40). Fabretti e Cassani tentano di ritornare seri, anche se a volte risulta difficile trattenere la battuta, e anche la seconda parte dell avvenimento è molto piacevole, nonostante il fatto che per chi era presente alla prima parte ci sia una sensazione di assistere ad una sorta di ripetizione.
È disarmante vedere come i ciclisti, nessuno escluso, siano gli stessi sia quando pedalano che quando sono invitati a queste manifestazioni. L'unica cosa che cambia è l'abbigliamento, non più pantaloncini e maglia a maniche corte, ma completi elegantissimi (nel caso di Enrico Gasparotto, campione italiano su strada, il completo è quello ufficiale Liquigas con cravatta verde lucente); ma la semplicità e la disponibilità di tutti non cambiano, e a volte, come nel caso di Alessandro Petacchi, l'imbarazzo durante la premiazione è lo stesso imbarazzo che lo contraddistingue durante le interviste del dopo tappa.
Foto di gruppo (su due livelli) al Gran Gala di Conegliano
Dopo il turno di Alessandro Petacchi, tocca a Paolo Savoldelli, accompagnato dalla sua figura di ragazzino bergamasco, scanzonato. Il Falco sale sul palco e con la sua semplicità dice che quest'anno non si sarebbe aspettato un successo al Giro, e che ha maledetto la tappa del Colle delle Finestre, dicendo che sicuramente è stata la più dura tappa che lui abbia mai corso in vita sua, e che per fortuna è andata bene. Paolo, finalmente sorridente e sereno dopo i mille problemi avuti dopo il suo primo trionfo al Giro, chiude l'intervista sul palco di Conegliano dicendo che "ci sono anni in cui va tutto peggio di quello che ci si aspetta, e anni come questo in cui va tutto meglio di ciò che ci si era prefissati", e quindi Paolo confessa di voler rifare anche nel 2006 sia il Giro che il Tour de France.
Ivan Basso intervistato da Alessandro Fabretti e Davide Cassani
La stessa risposta non viene data da Ivan Basso, che prima di essere premiato con il "premio Italia", confessa che con molta probabilità non correrà il Giro d'Italia, ma che si dedicherà al Tour, anche per una questione di sponsor; la cosa solleva da parte del pubblico un certo disappunto, e Ivan prova a mitigarlo confermando che la voglia di dominare la corsa rosa è tanta e che, quando si impegnerà per correrla, lo farà non solamente con lo scopo di ben figurare ma di vincerla. Magari facendo tesoro delle tante cose imparate nell'esperienza vissuta al Giro 2005.
La serata si conclude con tutti i premiati sul palco e con un caloroso saluto da parte del pubblico che applaude a lungo i campioni, nessuno escluso.
Dopo la fine della diretta televisiva, per tutti i presenti c'è la possibilità di parlare con i protagonisti, anche se a causa dell'ora tarda quasi tutti lasciano il teatro in velocità. Rimangono gentilmente a fare qualche chiacchiera Danilo di Luca, splendido vincitore della classifica Pro Tour, che si sente onorato di essere il primo nella storia ad aver indossato la maglia Bianca della challenge Uci. Danilo dice di stare meglio fisicamente, dopo la tendinite al ginocchio causata molto probabilmente dal freddo di Zurigo, ed è felice che sia arrivato il momento del riposo, meritatissimo, prima che comincino i ritiri in vista della prossima stagione (che proprio per Danilo sarà quella della conferma).
Anche Gasparotto si dimostra gentilissimo e molto simpatico, si sente maturato da inizio stagione, tutto questo grazie a quella maglia tricolore che ha indossato a Pescara e che gli ha puntato i riflettori addosso facendo sì che lui stesso aumentasse l'impegno per non deludere i tifosi: "Una maglia tricolore va onorata".
La serata si conclude e il sipario cala nello splendido Teatro Accademia, perla di architettura , nel centro della città di Conegliano; non senza un'ultima stretta di mano e un saluto a Davide Cassani, Alessandro Fabretti e Michele Bartoli, che ci invitano ad essere presenti e numerosi anche il prossimo anno, per un appuntamento che incorona i grandi protagonisti della stagione ciclistica.
Viola Nardi