Dinamite è ritornato - Petacchi stravince la prima tappa
Versione stampabileSe avevate dei dubbi, Petacchi li ha spazzati via, esattamente come ha fatto con gli avversari. L'improvvido McEwen aveva tentato di anticipare lo sprint, sbucando (con un movimento non del tutto limpido) tra Aug e Velo, ovvero i due addetti al lancio di Cipollini e Petacchi, e le transenne. L'australiano è sgusciato come solo lui sa fare, ma Alessandro, con una lucidità pari alla sua potenza, si è accorto di tutto ed è scattato anche lui.
Solo dopo il traguardo si è reso conto del rischio che ha corso, visto che la sua ruota ha sfiorato quella di McEwen; ma a quel punto il più era fatto, e la prima tappa del Giro 2004 era già nel carniere. Con un gesto di estrema prepotenza sportiva, Alessandro è uscito dalla ruota di Aug, e ha risucchiato in pochi metri l'australiano. Ha vinto, e subito dopo la linea dell'arrivo ha indicato platealmente se stesso, come dire: "Sono ritornato, sono proprio io". Questo Petacchi non lo si batte facilmente: se dura, può puntare a vincere una tappa su tre.
Ringrazia la squadra, come sempre, ma dovrebbe ringraziarsi da solo; grida "ti amo" alla sua ragazza, e le chiede scusa per essere intrattabile a volte, prima delle gare; dedica il successo al povero Denis Zanette, mai dimenticato, e al suo amico Baciccia che è in ospedale; il reality show-Petacchi va avanti, tra le tante emozioni che ci e si regala questo velocista spietato in gara per quanto è mite quando scende dalla bici.
Olaf Pollack, da parte sua, inanella il secondo piazzamento d'onore consecutivo, il che significa che, grazie all'abbuono, strappa la maglia rosa a McGee, che probabilmente non prevedeva di perderla tanto presto. Pollack è un onesto corridore, già oltre la trentina, spesso piazzato (a volte vincente) in corse minori, ma mai protagonista su un palcoscenico del genere: è giusto che il Giro regali anche a lui qualche giorno da favola.
Cipollini invece prende tempo, per ora non si gode il 14esimo posto conquistato ad Alba, ma sa di poter crescere di condizione, e, soprattutto quando calerà la foga dei tanti velocisti vogliosi di piazzamenti, e di conseguenza si abbasserà il livello di rischio che si affronta in volata, potrà provare a mettere avanti la sua ruota in maniera più tranquilla. Il Giro è lungo, noi non abbiamo fretta: lo aspetteremo.
Marco Grassi