Il Portale del Ciclismo professionistico

.

GilbHeart cuore grande

Versione stampabile


GilbHeart cuore grande


Philippe si ripete battendo Boonen

 

Quando ogni anno si giunge a queste giornate autunnali (non a caso per dieci edizioni la gara si è chiamata Gran Premio d'Autunno) si finisce sempre per commettere un po' l'errore di considerare la Parigi-Tours come l'ultimo esame dell'anno per i velocisti, dove l'esame lo puoi superare a pieni voti ed aggiungerlo al libretto per mantenerti alta la media oppure affrontare il classico esame di riparazione che magari ti evita la bocciatura. Niente di più sbagliato! La Parigi-Tours è una corsa che la vince chi ha classe, chi osa al momento giusto e chi si dimostra più scaltro del proprio compagno d'avventura, pur a costo di perderla e le sole tre conclusioni in volata a ranghi compatti a cui abbiamo assistito da dieci anni e più a questa parte dovrebbero averci ormai convinto di questo.
Detto questo oggi possiamo dirlo: Philippe Gilbert è un corridore che ha classe e che quando antepone il raziocinio o il colpo d'occhio allo spettacolo è uno che non ha paura di nessuno, neanche di chi del Belgio è diventato da tempo simbolo, istituzione e ne porta attualmente le insegne, almeno fino all'estate prossima, in parole povere Tom Boonen, su cui comunque avremo tempo di soffermarci. Non si può non avere classe per imporsi per due volte consecutive sulla famigerata Avenue de Grammont, teatro delle gioie più incredibili e delle delusioni più cocenti da oltre un paio di lustri e che quest'oggi potrebbe aver addirittura segnato il passo d'addio (o forse un arrivederci…chi lo sa) se davvero dalla prossima edizione lo scenario finale cambierà. In attesa di sapere con certezza se una bella fetta di suspense o di romanticismo se ne andrà via gustiamoci ancora una volta questo splendido Gilbert, vallone che centra la doppietta tredici anni dopo Nicola Minali (per trovarne un'altra consecutiva bisogna tornare fino ai primi anni Sessanta con l'olandese De Roo, per le altre è necessario spulciare ben bene a ritroso gli almanacchi) e che ha scaricato tutta la sua potenza sui pedali ai trecento dal traguardo per liberarsi di una compagnia per lui passata in un battito di ciglio da vantaggiosa a molto scomoda e confermare uno stato di grazia mostrato non più tardi di tre giorni prima a Peccioli nella Coppa Sabatini. Quest'oggi Philippe non avrà avuto un Evans formato mundial ad aprirgli la strada, ma un Greg Van Avermaet da sacrificare per una giusta causa sì ed è stato così che quest'ultimo si è mosso sulla Cote de l'Epan a 8 chilometri dall'arrivo, imitato poco dopo proprio da Philippe.
Attenzione però, perché tra l'azione dei due Silence bisogna tornare a focalizzarsi su Tom Boonen, perché il suo finale odierno fotografa perfettamente i suoi ultimi mesi: uno scatto di forza, di quelli che sui muri delle Fiandre sbrindellano il gruppo e lo ergono a dio biondo di una nazione, a predestinato in grado di fare quello che vuole nei luoghi leggendari ed infernali del nord. Lo scatto del campione che capisce che ormai la Parigi-Tours è troppo banale definirla roba da velocisti ed allora non ha paura di mettersi in gioco. E poi quegli ultimi cinquecento metri, dove l'angelo biondo piazzato in posizione ideale per lo sprint ridiventa il poeta maledetto alla ricerca di se stesso, di un'identità quasi smarrita e martoriata dalle messe in discussioni, da quella Francia che di lui al Tour non avrebbe sentito la mancanza e che per questo ne ha avuto in risposta una corsa sfasata, amorfa. Ridiventa umano Boonen, comune mortale quando Gilbert parte e lui esita, tratto in inganno da un Borut Bozic che quest'oggi ha messo un altro mattoncino in cima al suo percorso di crescita ma che ha finito col capire che in finali del genere non può bastare il semplice spunto veloce, già messo in bella mostra alla Vuelta, per avere ragione di chi qualcosa d'importante ha già vinto.
Si fa quel che si può e giù quindi uno schiaffone d'esperienza che ti lascia un terzo posto che dà morale, onore ma un retrogusto un po' amaro. A proposito d'esperienza: proprio a quei meno 8 dall'arrivo mentre la corsa iniziava a deflagrare è arrivato anche il sospirone, la curiosità inquieta, forse anche l'imprecazione. Detto in parole povere: parte di forza Boonen, rischia Bozic, parte Gilbert, dov'è Filippo Pozzato? Ed eccoci nuovamente alle prese con il rimpianto, col campione italiano fin lì accorto, davanti al gruppo, che a Peccioli qualche energia se l'era lasciata per questa domenica e che invece indugia di quel tanto che basta per vedersela sfuggire ancora questa benedetta corsa, perché se a Gilbert la lezione di un paio d'anni fa è servita, al vicentino evidentemente mancano ancora poche righe, purtroppo decisive, per non avere più segreti del capitolo conclusivo di una corsa che se ne frega del declassamento da prova ProTour a 1.HC e continua imperterrita a far vivere finali emozionanti. Pippo resta nel limbo, ad una decina di secondi dai primi e con una manciata di secondi su un bel manipolo d'inseguitori, si condanna alla visione dei primi irraggiungibili ed alla fine ottiene un quarto posto, vincendo praticamente la volata degli inseguitori che altro non vale se non un quarto posto.
Prima che fossero menate le danze la corsa altro non aveva offerto se non un tentativo di dieci corridori, scattati dopo 25 chilometri e arrivati a raggiungere un vantaggio massimo di 7'15". Gaudin, Hayman, Bodrogi Ladagnous, Elmiger, Cedric Pineau, Veelers, Delpech, Thire e Vierhouten (quest'ultimo, assieme allo svedese Ljungqvist, ha disputato proprio quest'oggi l'ultima corsa della carriera) si sono sobbarcati chilometri di fatica con un accordo abbastanza buono ma già ai cinquanta dall'arrivo, con circa 1'40" di vantaggio sul gruppo si è capito come il copione nel finale sarebbe stato riscritto. Dietro Quick Step, Silence e Garmin a tirare per i propri capitani e velocisti, non la Columbia però che, già orfana di Cavendish e Boasson Hagen al via, ha finito col perdere anche la sua bocca da fuoco designata Andrè Greipel, costretto al ritiro dopo essere rimasto coinvolto in una caduta (mentre un'altra collisione ai meno 44 dall'arrivo è costata una sospetta frattura della clavicola al russo Mikhailov). Dopo un breve tratto di respiro i fuggitivi hanno iniziato nuovamente a perdere terreno e l'azione del giovane Thire prima dell'approccio alla Cote de Crochu (-27 all'arrivo) è stata in pratica il canto del cigno per lui, Elmiger, Gaudin e Bodrogi, che hanno perso contatto dalla testa mentre da dietro il gruppo aggrediva con forza e nervosismo la salitella e che, dopo i brevi allunghi di Sentjens e De Jongh (uomini di Gilbert e Boonen), ha iniziato una sarabanda di tentativi brevi, rilanci d'andatura, azioni telefonate, in cui faceva capolino nelle prime posizioni anche Ballan (e sarà praticamente l'unica comparsata di giornata dell'ex iridato nelle posizioni buone).
L'intervento però dei luogotenenti di Gilbert (su tutti Lang) e dei Rabobank (per favorire il tentativo di Hayman e al tempo stesso per preparare l'eventuale entrata in azione di Freire nel finale) hanno però riportato ordine ed è così che, superati i 15 dall'arrivo, mentre i sei superstiti al comando (Veelers, Vierhouten, Pineau, Delpech, Hayman e Ladagnous) venivano tenuti a non più di una ventina di secondi, ci si iniziava a preparare alle schermaglie finali. Veelers ha avuto un ultimo moto d'orgoglio e ai -12 ha salutato la compagnia dei restanti fuggitivi in discesa per tentare l'assolo, prima di essere impietosamente respinto dalle prime pendenze della Cote d'Epan. Dopo un breve allungo di Martias (che ci aveva provato senza successo anche in precedenza), nel gruppo, tornato nel frattempo compatto, sono stati Van Avermaet prima e Boonen poi a scombinare le carte come detto in precedenza. Gilbert ha fiutato il pericolo ed assieme a Bozic si è riportato sui due di testa, a formare un quartetto che ha guadagnato rapidamente 10" sul resto degli inseguitori. A quel punto, mentre Van Avermaet dava fondo alle proprie energie e si staccava irrimediabilmente all'inizio della Cote du Pont Volant (-6 all'arrivo) una caduta frazionava ulteriormente il gruppo e faceva dire addio alle ambizioni di chi, come Farrar, pregustava lo sprint a ranghi compatti. Gilbert ha proseguito senza fronzoli la sua azione sulla Cote du Petit Pas d'Ane, con la buona collaborazione di un Boonen in palla ed un tenace Bozic mentre da dietro faceva assai male vedere un Pozzato lanciato alla disperata ricerca di un aggancio alla testa ma che invece non ha finito col guadagnare nulla, guardandosi anche da ciò che avveniva alle sue spalle. Il finale è presto detto, con Gilbert bravo a cogliere l'attimo e a regalare un'altra perla in un finale di stagione che a questo punto gli preannuncia un Lombardia a tutto rock in compagnia di Cadel Evans. Detto di Boonen secondo, di Bozic terzo, di Pozzato quarto, a 16" col vicentino sono giunti anche Freire, che agguanta una quinta piazza che non sposta un'annata per lui opaca, un Francesco Gavazzi che vincerà anche poco (appena un successo all'attivo) ma che con quelli che contano sta imparando a starci sempre di più, Lowik, Lastras ed infine Reimer e Hutarovich che hanno completato la sfilata di campioni nazionali presenti nella top-ten. Non resta quindi che annotare i distacchi di Napolitano e Ballan (giunti a 24"), di Samuel Sanchez (giunto a 28") e del gruppo di Farrar, regolato da Usov dopo un minuto dall'arrivo del terzetto di testa. In autunno le foglie cadono ma oggi sono sbocciate conferme, che magari seguendo l'abituale alternanza delle stagioni rifioriranno nella prossima primavera ciclistica.

Vivian Ghianni

RSS Facebook Twitter Youtube

30/Jul/2017 - 20:30
ESCLUSIVO: le immagini del folle che ha tagliato la strada al gruppo facendo cadere decine di corridori al Giro d'Italia

24/May/2016 - 21:06
All'An Post Rás giornata di gloria per James Gullen nella tappa "di montagna": Fankhauser diventa leader

24/May/2016 - 17:07
Giro, nel giorno della nuova delusione di Vincenzo Nibali vince Alejandro Valverde davanti a Kruijswijk e Zakarin

23/May/2016 - 22:12
An Post Rás, nella seconda tappa vince il padrone di casa Eoin Morton

23/May/2016 - 16:00
Giornata di rinnovi: André Greipel e Marcel Sieberg alla Lotto Soudal fino al 2018, Geraint Thomas prolunga con la Sky

23/May/2016 - 13:11
Benjamin Prades vince l'ultima tappa del Tour de Flores ma non basta, la generale va a Daniel Whitehouse

23/May/2016 - 12:39
Brutte notizie per il ciclismo elvetico: l'IAM Cycling comunica che cesserà l'attività a fine stagione

23/May/2016 - 11:22
Conclusi i Campionati Panamericani: l'ultimo oro è dell'ecuadoriano Jonathan Caicedo

22/May/2016 - 23:59
Il Tour of California si conclude con una imperiosa volata di Mark Cavendish. Classifica finale a Julian Alaphilippe

22/May/2016 - 23:39
Il Tour of Bihor si chiude nel segno dell'Androni Giocattoli-Sidermec: tappa a Marco Benfatto, generale a Egan Bernal

22/May/2016 - 23:20
Women's Tour of California: gioie finali per Kirsten Wild e Megan Guarnier. Le altre corse: ok Bertizzolo e Lepistö

22/May/2016 - 22:44
Velothon Wales, Thomas Stewart supera Rasmus Guldhammer e Ian Bibby

22/May/2016 - 22:24
Dilettanti, ulteriori vittorie per Nicola Bagioli e Riccardo Minali alla Due Giorni Marchigiana

22/May/2016 - 22:22
Scatta l'An Post Ras: la prima tappa va all'olandese Taco Van der Hoorn grazie ad un colpo di mano