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Sensazioni romane: il Liberazione

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Nella Capitale fa breccia l'estate. Le Terme di Caracalla ospitano il GP Liberazione; i team italiani più prestigiosi e diverse nazionali sono pronte a darsi battaglia in uno scenario talmente unico e speciale da aumentare l'importanza della corsa. "Il Liberazione": chiedete ad un dilettante che significato abbia questo termine nei suoi pensieri. Vi risponderà che appartiene ai quei sogni chiusi nel cassetto, che raramente si avverano, ma quando si tramutano in realtà, quando ti trovi sul primo gradino del podio il 25 aprile, devi reggerti forte: dinnanzi a te potrebbero spalancarsi le vie che conducono al mondo del professionismo. Il circuito immerso nelle rovine dell'Antica Roma prevede 23 giri, ciascuno di 6 km, per un totale di 138 km. Una fuga si sviluppa sin dai primi km, promossa da Stefano Pirazzi (Valdarno) e da Emanuele Moschen (Unidelta), entrambi under 23 primo anno. Il loro tentativo dura diverse tornate, e il vantaggio della coppia non supera mai il minuto. Chiaramente l'attacco non va a buon fine, ma questi due giovani (molto promettenti, con alle spalle risultati notevoli: teniamoli d'occhio) si sono messi in luce a lungo. Nel frattempo uno dei favoriti, Oscar Gatto (Zalf), è protagonista di una brutta caduta che lo costringe a rimanere nelle ultime posizioni del gruppo per buona parte della corsa. Riagguantati i battistrada, scattano in tre, fra cui Marco Bandiera (Zalf) e Van der Velde (figlio d'arte). Alle loro spalle allunga Mattia Michelusi (Bata Seep) che resta però a bagnomaria e desiste dall'azione. Altri 17 atleti riagguantano invece il trio di testa. La situazione si fa interessante perché davanti sono presenti corridori di spessore, tra i quali Marco Corti (Bergamasca) ed Enrico Peruffo (Filmop Parolin). Ai meno 12 è tutto da rifare, perché la collaborazione fra i 20 battistrada è venuta presto a mancare. Il danese André Steensen si aggiudica a questo punto il traguardo volante, regolando il gruppo. La classica del 25 aprile si appresta a concludersi e la bagarre si scatena: gli allunghi sono molteplici, segnaliamo quelli ad opera di Simon Clarke (Australia), Stefano Basso (Marchiol), Alex Rocca (Unidelta) e Leonardo Pinizzotto (Granano SC Petroli), tutti avvenuti dopo il suono della campanella indicante l'ultima tornata e sempre repentinamente falliti. L'ultimo a provarci da lontano è Juan Pablo Suarez (Etruria): nulla da fare, il plotone - pilotato da Davide Malacarne (Zalf) che si rende artefice di una trenata d'autore - è determinato a riagguantarlo. Lo sprint si scatena, Matthew Goss (South Australia) è irresistibile e con un margine evidentissimo sugli avversari conquista la vittoria. Alle sue spalle si piazzano nell'ordine Manuel Belletti (Trevigiani) e Cristiano Fumagalli (Filmop Ramonda). Dalla quarta alla decima posizione troviamo Marcello Pavarin (Bata Seep), Oscar Gatto (Zalf), Andrea Pinos (Basso Piave), Norberto Castelli (Bergamasca), Grega Bole (Slovenia), Matteo Montaguti (Gavardo) e Derik Zampedri (Trevigiani).

Il vincitore del 61° Gran Premio della Liberazione (campione del mondo in carica dell'inseguimento a squadre) ha appena 19 anni, è australiano (proprio come Chris Sutton, dominatore lo scorso anno, approdato alla Cofidis) e originario della Tasmania. Da sei mesi a questa parte si è stabilito in Italia, in quel di Varazze. Nonostante i numerosi titoli prestigiosi ottenuti in pista, Matthew sostiene di praticare molto di più l'attività su strada rispetto a quella nei velodromi, definendosi un passista veloce.
Il secondo classificato, Manuel Belletti, è soddisfatto del proprio risultato: «Sin dall'inizio mi sono mantenuto nelle prime trenta posizioni, per cercare di scongiurare il pericolo cadute. Sapevo che difficilmente la corsa si sarebbe risolta con una fuga. Ce la siamo giocata in volata e Goss si è dimostrato nettamente superiore. Sono contento del mio secondo posto, mi sentivo bene ma non mi aspettavo comunque un risultato così importante. Ad Asti c'è un'altra internazionale, punterò a fare bene anche là».
In casa Filmop Ramonda i cinque concorrenti sono partiti sullo stesso livello, ci spiega Cristiano Fumagalli: «È andata bene a me, che sono rimasto coperto fino agli ultimi due giri. Qui arriva davanti chi ha più gamba, io mi sono trovato a lottare con due campioni che mi hanno battuto in volata. Spero di continuare la stagione su questi livelli. Le mie caratteristiche? Sono un passista veloce».
Ermanno Capelli, recente vincitore di due internazionali, l'ex Trofeo Piva e il Recioto, selezionato per il Giro delle Regioni, non ha corso quest'oggi per non rischiare e puntare tutto sulla corsa a tappe: «Al Regioni mirerò alla classifica generale. Sono felicissimo dei risultati che ho ottenuto nel 2006, nemmeno io mi aspettavo di ottenerne di un tale spessore. Spero di essere chiamato anche ai prossimi ritiri della nazionale».
Il compagno di squadra di Capelli, Emanuele Moschen, è stato il protagonista delle fasi iniziali del Liberazione: «Non avevo programmato di andare in fuga, semplicemente Stefano Pirazzi ha allungato ed io mi sono trovato in testa, così ho deciso di seguirlo. Sono al primo anno fra i dilettanti, il passaggio in questa categoria è stato meno difficile di quanto mi aspettassi. Sono di Varese, e le mie caratteristiche sono quelle di un passista scalatore».
Anche Michele Magni (Bergamasca 1902) è under primo anno; ha svolto egregiamente il suo compito: «Sono felicissimo della mia prestazione in questa importantissima corsa: ho tenuto dall'inizio alla fine, ho lavorato sodo per i miei capitani Corti e Castelli (il primo doveva inserirsi nelle fughe, il secondo invece avrebbe dovuto giocarsela allo sprint), e nel finale ho deciso di buttarmi nella mischia ottenendo un ottimo 14° posto».
Per finire sentiamo le impressioni dei due capitati citati da Magni. Castelli è abbastanza soddisfatto della prova: «Ho corso in mezzo al gruppo agile agile, ma speravo che ci fosse una maggiore selezione. Ai meno due sono entrato malissimo in curva perdendo posizioni, poi ho recuperato sullo strappetto. Nella curva finale ho perso nuovamente posizioni ed ho cercato di rimontare, facendo solo settimo. Nella mia squadra mi trovo benissimo, credo che sia una delle migliori d'Italia».
L'altro capitano, Marco Corti, selezionato come riserva azzurra al Giro delle Regioni, aveva il compito d'entrare in una fuga importante, e così ha fatto: «Sono contento della mia corsa. Mi sono inserito nella fuga grande, quella che comprendeva venti corridori, ma è mancata la collaborazione e da dietro ci hanno ripreso. Il 2006 è un anno in cui sto ottenendo diverse soddisfazioni, spero di continuare così e di migliorarmi sempre più».

Enula Bassanelli

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