Vuelta Ciclista al País Vasco 2013
1a tappa: Elgoibar - Elgoibar
Tappa successiva →2a tappa: Elgoibar - Vitoria (Gasteiz)
← Tappa precedenteTappa successiva →Forse è la più facile delle sei tappe, anche perché, pur non mancando i consueti numerosi strappetti, i più difficili sono in avvio: l'Alto de Elgeta dopo 15 km e l'Alto de Gatzaga dopo 48 km sono effettivamente tosti (soprattutto il secondo, 2.5 km oltre l'11%, solo un po' più lievi nel tratto conclusivo), ma troppo lontani dal traguardo per significare qualcosa. Dopo il secondo Gpm un lungo tratto pianeggiante (60 km) in altopiano, prima dell'Alto de Vitoria che muoverà l'altimetria ma senza lasciare tracce (la pendenza media sui 5 km di lunghezza della salita non arriva al 4%). Altra fase facile (movimentata solo da due traguardi volanti) fino al km 140 (ai 30 dal traguardo), dove si riprende a salire un po' a strappi verso l'Alto de San Martín; ma anche qui parliamo di una "côte" piuttosto abbordabile, così come una definizione simile la possiamo dare per l'ultima salita di giornata, l'Alto de Zaldiaran, 3 km al 4% a 9 km dal traguardo. Può bastare per lanciare qualche coraggioso? Probabilmente no, anche la storia (Vitoria è un arrivo classico del País Vasco) ci dice che spesso si sono imposti qui velocisti piuttosto resistenti, quasi finisseur.
3a tappa: Vitoria (Gasteiz) - Trapagaran (La Lejana)
← Tappa precedenteTappa successiva →Il primo arrivo in quota del País Vasco 2013 sarà tutto da interpretare, vista la conformazione della salita finale. Andiamo con ordine: nei primi 100 km poco da segnalare, si procede verso nord sull'altopiano intorno a Vitoria, si passa di slancio l'Alto de Zarate al km 46.5, quindi si scende dolcemente verso il livello del mare, attraverso piccoli strappetti che non daranno grattacapi a nessuno (o quasi), compreso il Gpm dell'Alto de Humaran. I 6 km dell'Alto de la Reineta (vetta al km 133) metteranno in fila il gruppo dei migliori, ma la regolarità della salita e le pendenze non eccessive (la media è del 6%) non permetteranno di sfoltire troppo il plotone (anche se d'altro canto qualche squadra potrebbe imporre un ritmo infernale). Dalla vetta 7 km di discesa verso San Fuentes, quindi una decina di chilometri senza strappi fino all'Alto de Cobarón, muretto di un chilometro ai -15 che precede l'ultimo traguardo volante di giornata. Il piatto forte però è alla fine, in quei sette chilometri e mezzo di salita che in realtà sono composti da una prima parte di 4 km in cui si sale anche a più dell'8% di pendenza, seguita però da una seconda parte di 3 km in pianura e, al limite, leggero falsopiano. Qui si recupera tutto quello che si è potuto perdere in precedenza (parliamo ovviamente della lotta tra gli uomini di classifica), e la tappa finirà col risolversi sull'erta conclusiva, 400 metri al 21%, un vero muro da camosci (o da corridori di potenza inusitata).
4a tappa: Trapagaran - Eibar (Arrate)
← Tappa precedenteTappa successiva →La tappa di Samuel Sánchez, se mai ce ne fosse una: l'asturiano l'ha vinta negli ultimi tre anni (mentre nel 2009, quando l'arrivo di Eibar-Arrate è stato introdotto, si impose Contador). La frazione è ormai quasi una miniclassica all'interno del Giro dei Paesi Baschi, e gli ultimi 70-80 chilometri si ripropongono praticamente uguali anno per anno. Stavolta si parte in maniera piuttosto soft, visto che dal via di Trapagaran alla prima salita di giornata ci sono quasi 60 km di pianura. La salita in questione, l'Alto de Pagatza, è una côte di 4.5 km di cui i primi 3 realmente difficili. Ma è solo al km 80 (primo passaggio da Eibar) che si entra nel vivo della tappa, con l'Alto de Karabieta (6.5 km la cui parte centrale è costantemente sopra l'8% di pendenza). Dalla vetta, 23 km tra discesa e un mangia&bevi che (passando dal traguardo volante di Ermua, km 108) conduce all'Alto de Ixua, salita regolarissima lunga 7.5 km, tutti al 6,2% di pendenza. Una volta scollinati, picchiata di 6 km su Barrinaga (ai -30) e subito si risale per l'Alto de Aiastia, già affrontato nel finale della prima tappa: se in quell'occasione questa salita poteva essere in qualche modo decisiva, qui difficilmente ci sarà selezione, sui 5 km di ascesa che non vanno praticamente mai oltre il 6% medio. Anche perché, tatticamente parlando, dalla vetta all'arrivo ci sono 21 km, un po' troppi per un attacco su questi percorsi. Soprattutto perché una decina di quei chilometri (quelli che precedono il nuovo approdo a Eibar, dove peraltro c'è l'ultimo sprint intermedio di giornata) sono di pianura, e favoriscono quindi il rientro di chi insegue. Giunti nella località d'arrivo, ci sono da affrontare 6 km di scalata abbastanza impegnativa, fissa al 7.5% di pendenza: l'Alto de Usartza farà male a qualcuno ma benissimo ad altri, e i due km di pianura che dal traguardo Gpm portano a quello di tappa non favoriranno necessariamente rientri da dietro. Sia come sia, alla fine di questa giornata avremo una classifica generale abbastanza delineata.
5a tappa: Eibar - Beasain
← Tappa precedenteTappa successiva →Com'è che le chiamano, simili altimetrie? Elettrocardiogrammi. E in questo caso non sbagliano per nulla, visto il continuo saliscendi previsto nell'ultima frazione in linea del País Vasco 2013. Da Eibar a Beasain ben 10 Gpm, e un susseguirsi di salitelle durissime che ricordano un po' la tappa dei Muri Fermani all'ultima Tirreno-Adriatico. Si parte subito con un Alto de Azkarate messo lì dopo 10 km a troncare immediatamente il ritmo (un paio di chilometri abbondanti sopra l'8% di pendenza), ma anche successivamente ci sarà poco spazio per respirare. L'Alto de Urraki, 8 km di salita vicina al 7% medio (ma con diversi gradoni), svetta al km 32, ed è subito seguito dall'Alto de Santa Agueda, appena 2.5 km ma con punte oltre il 10%. La quarta scalata, l'Alto de Mandubia, è forse la più facile di giornata, coi suoi 4.5 km di lunghezza al 6% medio. Il bello inizia comunque una volta transitati da Ormaiztegi (km 70), allorché si intraprende un circuitino di una trentina di chilometri (non precisissimi perché le strade coperte non saranno sempre le stesse) che, ripetuto tre volte, promette spettacolo: la sequenza Alto de Olaberria-Alto de Gabiria (le due "vette" sono separate da 16 km e spiccioli) viene proposta due volte, ma dopo il secondo passaggio sul Gabiria (strappo di 2.5 km all'8%), a poco più di 30 km dall'arrivo, si svolta verso l'Alto de Barbaris, una salita di 3 km con pendenze fisse oltre il 9%, che sarà trampolino di lancio ideale visto che dal Gpm resteranno da coprire meno di 20 km: i primi 13 praticamente in discesa, gli ultimi 3 in pianura; in mezzo, questo Alto de Olaberria che abbiamo citato ma di cui non abbiamo approfondito le caratteristiche. Eccole, allora: strappo vero e proprio di un chilometro e mezzo (dopo un breve falsopiano), con pendenze vertiginose che vanno dall'11 al 16% (più tosta la prima metà). La pendenza media va oltre il 12%, e i chilometri che separano lo scollinamento dall'arrivo sono meno di 6. Magari non servirà (non basterà) per orchestrare ribaltoni in classifica - anche se non si sa mai, vedi appunto l'ultima Tirreno - ma di sicurò sarà più che sufficiente per divertirsi.
6a tappa: Beasain - Beasain (Cronometro)
← Tappa precedenteÈ tutt'altro che breve, coi suoi 24 km, la crono conclusiva della corsa basca. Da Beasain a Beasain il giro è largo e con tratti assolutamente tecnici, che non favoriranno in assoluto gli specialisti del settore. Primi 6 km senza grossi rilievi da fare, poi l'Alto de Liernia (1.5 km al 7%) imporrà il primo cambio di ritmo serrato agli atleti in gara. Un chilometro di discesa, quindi uno abbondante di risalita fino a Zerain (siamo sempre intorno al 7% di pendenza, non propriamente un falsopiano insomma). Lungo la successiva lieve discesa si transita a metà percorso (al km 12 c'è il rilevamento cronometrico), prima di una nuova contropendenza che conduce ai -10. I quali 10 km conclusivi sarebbero tutti in gradevole digradare verso il traguardo, se non fosse che al km 18 l'Alto de Olaberria è nuovamente pronto a tagliare le gambe di chi non è al 100% (o semplicemente chi non è portato per le pendenze citate sopra - il 12% medio sul chilometro e mezzo di ascesa). Sarà questa l'ultima asperità di un País Vasco più che mai nervoso, dal punto di vista altimetrico. E non sarebbe troppo sorprendente se il vincitore della cronometro, visto il disegno di questa tappa, fosse lo stesso che alla fine andrà a conquistare la classifica generale.











Torna dopo 11 anni un arrivo di tappa a Elgoibar, al Giro dei Paesi Baschi. Nel 2002 si disputarono le due semitappe conclusive della corsa, e vinse, sia in linea che a crono, David Etxebarria. E anche stavolta a vincere sarà un uomo in grado poi di fare classifica. Dopo il via si va verso sud e l'entroterra per una ventina di chilometri facili, poi si risale, in tutti i sensi: ad Arrasate si inverte la rotta, ma si approccia anche la prima salita della corsa, l'Alto de Asensio, ascesa di 8 km che ha nella parte centrale i tratti più duri (8% medio), ma che poi spiana molto negli ultimi 3 km. Dopo la discesa quasi 30 km pianeggianti (si ripassa da Elgoibar al km 52, dopodiché si fa un largo giro in senso orario verso nord-est), quindi la parte centrale della tappa è la più impegnativa, presentando in rapida sequenza gli Alti di Itziar, Endoia e Azurki; ma se il primo è un leggero antipasto dalle miti pendenze, il secondo è un vero e proprio muro di 3 km al 10% medio. L'Alto de Azurki, ugualmente impegnativo dal punto di vista delle pendenze, è più lungo (non a caso è un Gpm di prima categoria), e i tre chilometri centrali, preceduti e seguiti da due tratti di 1 km al 6%, sono veramente infernali. Dalla vetta mancano 56 km al traguardo, i primi 10 sono una picchiata su Elgoibar (secondo passaggio), quindi la parte finale della frazione è un nuovo ricciolo orario (ma in direzione nord-est, stavolta), genericamente più facile del giro precedente, ma non privo di insidie: l'Alto de Kalbario, 4 km ai 35 dall'arrivo, ha solo l'ultimo chilometro e mezzo veramente impegnativo, ma il problema per chi volesse attaccare qui sarebbe rappresentato dalla fase successiva, piatta ed esposta al vento proveniente dall'Atlantico (non solo: la presenza di due traguardi volanti metterà le ali alle ruote del gruppo). Meglio che chi ha qualche velleità aspetti l'Alto de Aiastia, la cui vetta è a soli 7 km dalla conclusione; le pendenze qui non sono però eccessive, quella media è del 5,4%, e forse la discesa successiva potrebbe essere più selettiva della salita. Ipotizzabile che un gruppetto coi migliori riesca comunque ad avvantaggiarsi e ad andare a giocarsi la vittoria.