Tour de France 2010
Un percorso che non fa sconti: durissimo, il Tour de France 2010, anche se all'apparenza manchevole in determinati passaggi (vedi alcune tappe di montagna un po' annacquate da arrivi discutibili - Pau - o da salite non trascendentali - Avoriaz). Ma a guardar bene il disegno delle 21 tappe, disegno che rivela un piacevole squilibrio in favore delle salite nei confronti delle crono, si scoprirà che c'è pochissimo spazio per recuperare, e che la guardia va tenuta sempre e comunque alta, sin dalle prime frazioni in Benelux. Il doppio Tourmalet è il fiore all'occhiello del tracciato di quest'anno, ma tappe non banali caratterizzeranno le Alpi e pure il Massiccio Centrale. Certo, lo sviluppo orario del Ricciolo dà ai Pirenei il ruolo di giudici supremi, ma il complesso delle tappe di montagna può dirsi soddisfacente a livello tecnico ed emozionale. La parola finale sui discorsi di classifica resta alla crono di Pauillac, ma a quel punto non sarebbe remota l'ipotesi di avere una situazione già abbastanza definita nella generale. Certo, se così non sarà, quella prova contro il tempo assumerà i contorni di un thrilling memorabile. Un Tour che vuol cambiare pelle, in definitiva, e che cerca soluzioni alternative per tenere vivo l'appeal di una corsa che più di altre ha dimostrato di non saper spazzare via la polvere del tempo. Il cast che prenderà parte alla rappresentazione pare abbastanza all'altezza. Non resta che aspettare il via da Rotterdam, sabato 3 luglio, e predisporsi a tre settimane di full immersion nel ciclismo più combattuto e prestigioso.
Prologo: Rotterdam [Olanda] (Cronometro)
Tappa successiva →1a tappa: Rotterdam [Olanda] - Bruxelles [Belgio]
← Tappa precedenteTappa successiva →La seconda tappa più lunga del Tour coi suoi 223 chilometri abbondanti. Apparentemente senza difficoltà, ma se ci si sposta dall'immagine dell'altimetria a quella della planimetria, si capisce che non ci sarà minimamente da scherzare: gran parte della frazione si svolgerà infatti in faccia al Mare del Nord, il che significa vento sufficiente per far capire a tutti i corridori perché l'Olanda sia sempre stata nota come il paese dei mulini. Se qualche squadra ci crede e si mette a fare corsa dura da subito, potremmo assistere sin dal secondo giorno di Boucle a epici, drammatici buchi. Nella seconda parte si scende verso il Belgio, passando da Anversa e Mechelen prima dell'arrivo a Bruxelles, preceduto da una côte a Meise che non farà maggiore selezione di quella che ci sarà già stata fino a quel momento.
2a tappa: Bruxelles [Belgio] - Spa [Belgio]
← Tappa precedenteTappa successiva →La seconda tappa in linea (201 km) ripercorre parte del percorso della Liegi-Bastogne-Liegi, il che è quindi garanzia di spettacolo. Primi 90 km da Bruxelles ad Ampsin molto facili, poi la Côte de France apre la serie di salitelle (poi ci sono Filot, Werbomont e Alsomont) che culminerà nei passaggi su Stockeu e Rosier, strappi su cui alcuni big amici della Doyenne (per dirne uno, Andy Schleck vinse su queste strade un anno fa) potranno dar vita a una gara scoppiettante. I soli 12 km dalla vetta del Rosier al traguardo di Spa garantiscono che non ci sarà alcun velocista a lottare per la vittoria di giornata.
3a tappa: Wanze [Belgio] - Arenberg Porte du Hainaut
← Tappa precedenteTappa successiva →Dalla Liegi alla Roubaix il passo è molto più breve di quanto non siamo abituati a pensare: appena 24 ore. Dopo il finale-omaggio nei confronti della Decana del giorno prima, il Tour regala il proscenio al tracciato della Regina. Da Wanze, passando per Namur e Nivelles, si approda alla zona del pavé, e saranno 7 i settori in acciottolato che verranno affrontati dal gruppo (6 negli ultimi 42 dei 213 km totali): i primi tre, in Belgio, sono poco noti, ma quando si rientra in Francia ci saranno Sars-et-Rosières, Tilloy, Wandignies e Haveluy (tutti nomi che gli amanti delle Pietre del Nord conoscono bene) ad attendere i corridori: inutile dire che sarà battaglia. La frazione termina, come si conviene, alle porte dell'Inferno: ovvero all'entrata di Arenberg. Un tratto, quello della Foresta, che saggiamente è stato lasciato fuori dal tracciato: rischiava di creare davvero troppa selezione dopo appena 4 giorni di corsa.
4a tappa: Cambrai - Reims
← Tappa precedenteTappa successiva →"Finalmente" una tappa quasi normale, una frazione classica da inizio Tour: da Cambrai a Reims non sono previste grosse difficoltà, né altimetriche (un Gpm di 4a categoria dopo 40 km) né di altro genere. Facile che le squadre dei velocisti, fatalmente in secondo piano nelle due classichette dei due giorni precedenti, riprendano il sopravvento e gestiscano la corsa nel migliore dei modi. Progetto favorito anche dalla lunghezza non eccessiva della frazione (poco più di 150 km).
5a tappa: Épernay - Montargis
← Tappa precedenteTappa successiva →Si continua a scendere verso sud e si propone un'altra giornata per ruote veloci. I primi chilometri, con un paio di strappetti nella Marna, sembrano fatti apposta per far partire una fuga a lunga gittata, ma il gruppo avrà tutto il tempo per organizzarsi e recuperare verso il traguardo, completamente pianeggiante, di Montargis. Giorno decisivo più che altro per la lotta nella classifica della maglia verde.
6a tappa: Montargis - Gueugnon
← Tappa precedenteTappa successiva →Percorso parecchio accidentato e tutto sommato più indigesto di quanto non dica la generale semplicità della tappa. Frazione non difficile, certo, ma da fare a tutta perché ogni chilometro può nascondere un'imboscata: il che non è uno scherzo, visto che parliamo della tappa più lunga del Tour 2010. Le due côte poste negli ultimi 50 km non dovrebbero fare eccessivi sfracelli, e probabilmente l'epilogo vedrà il successo di uno sprinter: resta da vedere da quanti elementi sarà composto quel giorno il primo gruppo che taglierà il traguardo di Gueugnon.
7a tappa: Tournus - Station des Rousses
← Tappa precedenteTappa successiva →Due sedi di tappa inedite per partenza e arrivo della prima frazione di montagna della Grande Boucle. Media montagna, per la precisione, perché anche se ci stiamo avvicinando alle Alpi, né le pendenze, né le altitudini sono al livello delle scalate che decideranno la corsa francese. Primi 40 km pianeggianti, poi si entra nella regione dello Jura, al confine con la Svizzera, e iniziano i tanti saliscendi: Aubépin, Granges e Arinthod per "fare la gamba", poi dopo i 100 km si scalerà la Côte du Barrage de Vouglans, poco meno di 6 km con tratti oltre il 10% di pendenza. Più lunga la Croix de la Serra, 16 km, ma anche molto pedalabile con bei tratti che favoriscono il recupero. La Côte de Lamoura, che porta a un passo dal traguardo di Station des Rousses, è lunga 14 km e ha tratti molto duri nella prima metà per poi diventare parecchio pedalabile. Una frazione che non sconvolgerà la classifica (a meno di sorprese) ma che metterà già in fila i pretendenti per la maglia gialla che non potranno stare tutto il giorno nascosti, anche se l'ipotesi più credibile è che arrivi una fuga da lontano.
8a tappa: Station des Rousses - Morzine-Avoriaz
← Tappa precedenteTappa successiva →La prima vera frazione alpina, il primo vero arrivo in quota. A Morzine-Avoriaz il tempo della pretattica sarà bello che finito. Da Station des Rousses si costeggia tutto il confine svizzero fino ad Annemasse, da cui ci si addentra nell'Alta Savoia: fin qui, praticamente nessuna difficoltà altimetrica (se non rampette di poco conto). Dopo lo sprint intermedio di Viuz-en-Sallaz il primo colle di 1a categoria del Tour 2010 sarà la Ramaz, 14 km di scalata non banali, con un chilometro al 10% dopo 9 km di ascesa. Si scollina a 35 km dal traguardo, poi tra la discesa e Morzine c'è anche la salitella di Les Gets, quindi nella rinomata stazione sciistica si comincia la scalata verso Avoriaz, anche questa di 14 km, col tratto più duro posto tra il km 3 e il km 6, dopodiché pendenze non trascendentali e migliori destinati ad arrivare in gruppetto se non si sarà fatta corsa dura sin dalla Ramaz.
9a tappa: Morzine-Avoriaz - Saint-Jean-de-Maurienne
← Tappa precedenteTappa successiva →Dopo il primo giorno di riposo, una frazione lunga e durissima, ancorché visibilmente divisa in due parti che saranno inevitabilmente destinate a fungere da scenario a due corse completamente differenti: nei primi 100 km del tracciato (diciamo per metà tappa) indigestione di salite (Col de la Colombière, Col des Aravis, Col des Saisies, senza parlare della Côte de Châtillon in avvio) per un totale di oltre 40 km di scalata e 2300 metri di dislivello. Tanta roba, se non fosse che dopo il Saisies ci sono oltre 30 km di discesa e quasi 20 di pianura prima della Madeleine: quale big arrischierebbe un attacco sulle prime salite, quando c'è tanto spazio per recuperare? Il Col de la Madeleine, primo 2000 e primo Hors Catégorie del Tour, svetta a 32 km dal traguardo, e lungo i 25 km di scalata i favoriti se le suoneranno di santa ragione, tantopiù che l'orografia lo permette: la parte più facile è la prima, mentre la seconda metà toglierà il fiato (specie se ci sarà una giornata particolarmente calda). Dalla vetta all'arrivo quasi 20 km di impegnativa discesa e 13 di pianura (con dentello nel finale) fino a Saint-Jean-de-Maurienne. Qualcuno salverà la baracca grazie alla picchiata, ma qualcuno ci rimetterà sicuramente le penne.
10a tappa: Chambéry - Gap
← Tappa precedenteTappa successiva →Particolarmente laboriosa l'uscita dalla fase-Alpi quest'anno. La decima tappa, nel giorno della Festa Nazionale Francese, parte dalla città celebre per il Mondiale del 1989 (vinse Lemond) e arriva in un centro legato a doppio filo con la storia del Tour. In totale 179 chilometri tutt'altro che tranquilli. Chi avrà pagato sulla Madeleine e avesse forza e voglia di tentare un immediato riscatto, non avrebbe che da fare fuoco e fiamme sulla durissima Côte de Laffrey, 7 km con pendenza media del 9% (ma punte anche sopra il 20): il problema è che dal Gpm all'arrivo ci sono 100 km, e i successivi contrafforti non sono paragonabili alla salita di Laffrey. In ogni caso, chi vorrà provare l'assalto all'arma bianca, dovrà comunque superare indenne il Col du Noyer, un seconda categoria lunghetto ma non impossibile, con vetta a 24 km dalla conclusione (ma occhio a un'altra salita - seppur non Gpm - ai 10 km). Qualcosa si potrà provare, insomma, ma il rischio è molto alto. Se però il gioco (qualunque gioco di classifica) riesce, sarà una tappa da ricordare.
11a tappa: Sisteron - Bourg-lès-Valence
← Tappa precedenteTappa successiva →Un po' di respiro per il gruppo in una frazione del tutto interlocutoria. Il Col de Cabre dopo 50 km non muterà il segno di una giornata che strizza l'occhio ai velocisti: dalla vetta a Bourg-lès-Valence di fatto ci sono quasi 130 km di leggera, continua discesa, interrotta solo da pochi e brevi tratti in contropendenza: questo fatto potrà eventualmente favorire una fuga, ma la media molto alta che si potrà segnare in questa tappa fa propendere per l'idea che sarà una volata di gruppo a stabilire il vincitore.
12a tappa: Bourg-de-Péage - Mende
← Tappa precedenteTappa successiva →L'interessante disegno del Tour 2010 porta la carovana gialla verso il Massiccio Centrale, con un traguardo diventato ormai classico e che omaggia il grande Laurent Jalabert che qui vinse nel '95. Non è pensabile che le salitelle sparse lungo i 210 chilometri della tappa (Saint-Barthélemy-le-Plain, Nonières, Suc de Montivernoux, Mouline) possano fare reale selezione tra gli uomini di classifica. Più facile che vada una fuga con corridori di livello medio-alto interessati a rientrare in classifica. Se invece il gruppo riuscirà a controllare la corsa, i 3 km dell'ascesa di Mende, durissimi, vedranno gli uomini di classifica lottare per il successo di tappa: come dire che lo spettacolo, prima dell'arrivo nel larghissimo vialone dell'aerodromo, non mancherà.
13a tappa: Rodez - Revel
← Tappa precedenteTappa successiva →La tredicesima tappa porta il gruppo decisamente verso sud, e, in attesa degli imminenti Pirenei, è tutta un mangia-e-bevi con decine di strappetti; praticamente, la classica frazione adatta a una fuga di comprimari. Troppo stress per i team dei velocisti pensare di tenere cucita la corsa attraverso le tante côte di giornata (solo 5 contrassegnate dal traguardo Gpm). Revel, spesso toccata dalla Grande Boucle, è per la nona volta sede di tappa.
14a tappa: Revel - Ax-3 Domaines
← Tappa precedenteTappa successiva →E si va sui Pirenei. 120 chilometri senza grossi problemi, e poi 20 km di falsopiano all'insù fino all'approccio al Port de Pailhères. 15 km belli tosti per la scalata che porterà a 2001 metri di altitudine e a 29 dal traguardo: le pendenze sono quasi costantemente sopra il 7%, con punti tra il 9 e l'11%. Al km 11 inizia il tratto più duro, 2 km sopra il 10%, dopodiché la salita si addolcisce nei 2 km finali. La discesa alterna tratti particolarmente tecnici ad altri assai pedalabili; si arriva a fondovalle ad Ax-les-Thermes e da qui si risale verso Ax-3 Domaines, quasi 8 km di ascesa notevole, con tratti ben oltre il 15% di pendenza (specie nella prima metà della scalata), e una pendenza media superiore all'8%. Un'accoppiata, Port de Pailhères e Ax-3 Domaines, che promette di non lasciare più spazio a dubbi: sarà scontro frontale tra i favoriti per la maglia gialla.
15a tappa: Pamiers - Bagnères-de-Luchon
← Tappa precedenteTappa successiva →L'escursione Touristica sui Pirenei è bella lunga e passa attraverso una frazione che difficilmente risulterà interlocutoria. La Grande Boucle non ha mai fatto tappa a Pamières. I primi 100 km non sono complicati, poi il Col de Portet-d'Aspet e il Col des Ares sgrosseranno il plotone. Il piatto forte di giornata è il Port de Balès, 19 km di salita che iniziano senza grossi sussulti, ma che registrano un'impennata dopo il km 9 della scalata. Gli ultimi 10 km di ascesa, a parte tre brevi tratti più leggeri, sono costantemente tra l'8 e l'11% di pendenza: difficile mascherare una crisi, nel caso. 20 km di discesa e poi un giro dentro Bagnères-de-Luchon prima del traguardo, che premierà uno dei top-rider del gruppo.
16a tappa: Bagnères-de-Luchon - Pau
← Tappa precedenteTappa successiva →Comunque la si giri, la tappa più sprecata del Tour, il consueto pedaggio che si paga a Pau, immancabile presenza a fungere da arrivo tronca-sogni. Una frazione con Peyresourde, Aspin, Tourmalet e Aubisque, ma con più di 60 km dall'ultimo scollinamento al traguardo. È ragionevole pensare che ci possa essere lotta seria di classifica in queste condizioni? Nel dettaglio, il Peyresourde è affrontato subito in avvio, si parte in salita, si scollina dopo 11 km, e dopo la picchiata verso Arreau si risale verso l'Aspin. Vetta al km 42, nuova discesa fino a Sainte-Marie-de-Campan, e 17 km di scalata del Tourmalet, dal versante più semplice (se così si può dire). Dalla vetta del Tour, Souvenir Jacques Goddet (a 2115 metri d'altitudine), 36 km di discesa porteranno ad Argelès-Gazost, e da qui la strada tornerà ad impennarsi verso il Soulor e poi, più su, verso l'Aubisque. Dopodiché i già citati oltre 60 km, di cui 17 di discesa vera e quasi 45 di falsopiano digradante verso la ridente Pau: un'appendice francamente poco utile dopo la bella sequenza di mitiche salite pirenaiche che caratterizzano i due terzi della frazione.
17a tappa: Pau - Col du Tourmalet
← Tappa precedenteTappa successiva →Dopo il secondo giorno di riposo, il coup-de-théâtre di Prudhomme e soci: da Pau si ritorna sul Tourmalet, e questa è una scelta che non ci si aspettava ma che tutti gradiranno. La Côte de Renoir in partenza è solo un antipasto, ma già il Marie-Blanque, dal km 46 al 56, sarà un severo banco di prova per il gruppo: gli ultimi 3 km di ascesa sono particolarmente aspri, con pendenza media superiore al 10%. Comunque il Marie-Blanque non dovrebbe scomporre più di tanto il gruppo, visto che dopo lo scollinamento ci sono 50 km prima della scalata successiva. Scalata successiva che è il Col de Soulor, 12 km con non meno di 7 rampe al 12% che renderanno la vita durissima ai corridori. Dalla cima ad Argelès-Gazost sono 19 km di discesa più o meno ripida, dopodiché altri 19 km di falsopiano in leggera ascesa porteranno a Luz-Saint-Sauveur, da cui si spiccherà il volo per gli ultimi 19 km di salita vera del Tour 2010: 3 km regolari, 5 km sopra il 7% medio, 2 km sopra l'8%, un chilometro al 5.5, e poi gli ultimi asfissianti 8 km fino al traguardo, Souvenir Henri Désgrange (raddoppiato col Goddet di due giorni prima, quest'anno, il riconoscimento alla vetta più alta della Grande Boucle). Sarebbe strano non avere già alla fine di questa tappa il nome del vincitore del Tour.
18a tappa: Salies-de-Béarn - Bordeaux
← Tappa precedenteTappa successiva →Ci si reindirizza verso il nord della Francia con la tappa forse più facile dell'intero Tour. L'arrivo di Bordeaux, posto dopo quasi 200 km praticamente pianeggianti (qualche rampetta in avvio di frazione non inficerà troppo l'andamento naturale della corsa), aspetta nuovamente un velocista a braccia alzate, e sarà bene che le squadre degli sprinter non si lascino sfuggire questa che resta una delle non troppe occasioni in cui le ruote veloci potranno dispiegare la loro potenza.
19a tappa: Bordeaux - Pauillac (Cronometro)
← Tappa precedenteTappa successiva →Praticamente dalla Garonna alla Gironda, la crono dei due fiumi, 52 chilometri da Bordeaux a Pauillac: se la partenza è situata in una delle città più frequentate dal Tour (80esima apparizione), l'arrivo è in una sede inedita. Il percorso, abbastanza lungo per i canoni odierni, è completamente piatto e favorirà l'uso del lungo rapporto: possibile che si chiuda la prova in meno di un'ora, anche se la seconda parte della tappa, costeggiando il fiume della Gironda, potrà essere esposta a cambi di vento nel pomeriggio: occhio quindi alle sorprese tra gli specialisti che partiranno presto rispetto ai big della classifica.
20a tappa: Longjumeau - Paris Champs-Élysées
← Tappa precedenteDai sobborghi al cuore di Parigi (dopo un acconcio megatrasferimento in TGV dalla Gironda). Longjumeau è un'altra sede di tappa inedita, ma lo sviluppo della frazione è quanto di più solito si possa immaginare per una passerella finale di un GT. A dire il vero, in avvio ci sono un po' di saliscendi, ma il clima da fine scuola che si respirerà in gruppo dovrebbe mettere al riparo il gruppo medesimo da straordinari per tamponare fughe di rilievo. Il collaudatissimo circuito dei Campi Elisi, lungo 6.5 km, sarà ripetuto (per intero) 8 volte, e darà la possibilità alle formazioni dei velocisti di ricucire tutto il ricucibile. Certo, una sorpresa in stile Vinokourov 2005 sarebbe ben accetta: se qualcuno avrà le gambe giuste, lo scenario - che di lì a poco vedrà le premiazioni finali del Tour 2010 - è il migliore per dare spettacolo.
![Prologo: Rotterdam [Olanda] (Cronometro)](http://oldsite.cicloweb.it/sites/default/files/imagecache/Altimetria/tappe/altimetrie/10tour0.jpg)
![1a tappa: Rotterdam [Olanda] - Bruxelles [Belgio]](http://oldsite.cicloweb.it/sites/default/files/imagecache/Altimetria/tappe/altimetrie/10tour1.jpg)
![2a tappa: Bruxelles [Belgio] - Spa [Belgio]](http://oldsite.cicloweb.it/sites/default/files/imagecache/Altimetria/tappe/altimetrie/10tour2.jpg)
![3a tappa: Wanze [Belgio] - Arenberg Porte du Hainaut](http://oldsite.cicloweb.it/sites/default/files/imagecache/Altimetria/tappe/altimetrie/10tour3.jpg)






















Un prologo non cortissimo, 8.9 km, con due strappetti posti nella prima metà del percorso a spezzare il ritmo, che praticamente altro non sono se non due ponti sul canale Nieuwe Maas, l'Erasmusbrug e il Willemsbrug. La seconda metà della crono è prevista sul controviale rispetto alla prima, ma la durata della prova sarà piuttosto breve e quindi il vento non dovrebbe svolgere un ruolo decisivo (se non nel senso di un po' di zizzania seminata agli intertempi).