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Tirreno-Adriatico 2012

Come l'anno scorso, si parte con una cronosquadre in Toscana. Da San Vincenzo a Donoratico 17 km scarsi e praticamente tutti pianeggianti: provenendo da sud lungo l'Aurelia, ad Attaccapane (dove c'è il rilevamento cronometrico dopo 7.9 km) si svolta a destra verso l'interno: la strada per Castagneto Carducci tende a salire, ma in maniera minima; lambito il paese natale del grande poeta, si riprende la via verso il mare, e si entra a Donoratico da nord, reinnestandosi sull'Aurelia per l'ultimo rettilineo di un chilometro e mezzo fino al traguardo. Il vento, seppur contrario per gran parte della prova, non dovrebbe essere fortissimo, e inciderà quindi in maniera marginale sul risultato.

Dalla costa si taglia trasversalmente tutta la Toscana fino ad Arezzo, intorno a cui si sviluppa il circuito di 33 km che sarà ripetuto due volte prima dell'arrivo. Un percorso non certo piatto, anche se le due asperità di giornata sono in programma nella prima parte della tappa: dopo 50 km si sale per i 10 km che portano a Volterra, un'ascesa che nella seconda metà ha le pendenze maggiori (ma mai superiori al 6%). Quindi discesa (con strappetti) fino a Poggibonsi, e nuova scalata verso la località di Castellina in Chianti, oltre 13 km per metà abbastanza facili e per metà con pendenze fino al 10%. Ma dalla vetta al traguardo ci sono ancora 124 km, troppi; né l'ascesa verso Badia Coltibuono, altro strappo interessante 20 km più avanti, potrà avere chissà quale funzione. Da qui, la picchiata su Montevarchi (quasi 15 km di discesa), e dopo una ventina di km il primo passaggio da Indicatore. Il circuito conclusivo non presenta difficoltà di rilievo, si attende quindi un velocista a braccia alzate dopo che la prevedibile fuga di giornata sarà stata ripresa.

Rotta verso sud e verso l'Umbria nella terza tappa della Tirreno 2012. Ci si lascia alle spalle Arezzo e tutto è piatto, anche costeggiando il Lago Trasimeno. Solo a Todi, dopo 120 km di tappa e a meno di 60 dalla conclusione, c'è uno strappo valido come Gpm, immediatamente seguito da un'altra salitella verso Vasciano. Ma la strada successiva facilita molto il recupero di chi insegue, e l'arrivo di Terni rappresenta la seconda chance consecutiva per i velocisti che saranno al via della Corsa dei Due Mari.

Dalla provincia di Terni, ad Amelia, si approda all'Abruzzo e a lambire il Mare Adriatico, dopo essere passati da L'Aquila, verso un traguardo che negli ultimi anni è diventato abbastanza frequente nel ciclismo che conta. La tappa (252 km) è la più lunga della Tirreno 2012, e per i primi 82 km non c'è granché da segnalare in questa sede, se non che si passa per qualche chilometro anche dal Lazio (provincia di Rieti). Dopo il rifornimento di Antrodoco c'è la facile salita di Sella di Corno, dopodiché ci sono quasi 100 km privi di rilevanti difficoltà. Poco prima di Lettomanoppello, però, inizia la salita di Passo Lanciano: 15 km di scalata, i primi 4 non complicatissimi, gli altri 11 notevolissimi, con una pendenza media dell'8%. Alla vetta mancano 50 km al traguardo: 18 sono di picchiata verso Fara Filiorum Petri, e da lì a Chieti non si trova più un metro di pianura. Tra uno strappetto e l'altro, da Colle Spaccato a Bucchianico, si giunge ai piedi del capoluogo per 10 km conclusivi veramente intriganti: 5 km di salita fondamentalmente leggera, 3 km di discesa, quindi un vero e proprio muro per approdare al centro di Chieti: un chilometro durissimo, con punte del 20% di pendenza, prima dei mille metri finali che spianano decisamente fino al traguardo: vincerà un uomo di fondo, forte in salita abbastanza da non staccarsi (troppo) su Passo Lanciano, e dotato di spunto da finisseur e di un minimo di velocità in caso di arrivo di gruppetto. Non c'è che dire: una tappa davvero esigente.

Dopo un trasferimento lungo l'Adriatico verso la partenza della quinta tappa, Martinsicuro, prende il via la frazione più dura non solo della Tirreno 2012, ma degli ultimi anni. 20 km di pianura sul lungomare in avvio, poi prima deviazione verso l'interno per la salitella di Cologna. Dopo lo scollinamento, un tratto in falsopiano, quindi ancora pianura fino al km 50. Una volta giunti a Pineto, si lascia il mare e ci si inoltra verso l'Appennino, per 90 km di continui saliscendi: Atri (km 64), Villa Bozza (km 74), Montefino (km 85), Cermignano (km 104), e ancora la salita dell'Osservatorio Collurania (km 125) e il falsopiano verso Tordinia (km 130). Ma il vero piatto forte della giornata (e della corsa) è rappresentato dagli ultimi 55 km: al km 141 parte la scalata a Piano Roseto, 20 km di ascesa che iniziano da Montorio al Vomano, che presentano una pendenza media intorno al 5% e che, poco dopo la metà del colle, tocca una punta del 10%. Dalla cima, 20 km di discesa, quindi i 15 km finali fino ai 1450 metri di Piani di Tivo. Una salita irregolare, con frequenti punte oltre il 10% di pendenza, e molti tratti più dolci su cui poter andare su di rapporto. Ma parliamo di un arrivo in salita vero e proprio, al termine di una tappa complicata, in una fase della stagione in cui molto è da rodare, per quanto riguarda i corridori impegnati. Al termine di questa durissima frazione, insomma, avremo presumibilmente il vincitore della corsa, con due giorni d'anticipo. Il dubbio che può esserci riguarda la transitabilità sui passi, in seguito alle forti nevicate delle scorse settimane.

Due cerchi concentrici a disegnare la sesta tappa, tutta intorno a Offida, centro marchigiano ricorrente nel ciclismo (soprattutto giovanile) degli ultimi anni. Già dopo 10 dei 181 km totali si inizia a salire, verso Ripatransone, dopodiché si prosegue nel giro "largo" (in senso antiorario) verso l'ascesa di Montefiore dell'Aso, e ancora su verso Montedinove e poi ancora verso Castignano. A questo punto, dopo che la fuga avrà trovato il giusto spazio per prendere il largo, si rientra su Offida per completare i 6 giri del circuito di 16 km che conduce fino alla fine della tappa. Dal passaggio dal traguardo, 10 km di discesa, e 6 di risalita: la prima parte di questi 6 km è rappresentata dall'ascesa a Ponte delle Pietre (che nel quarto dei sei giri sarà anche l'ultimo traguardo Gpm della Tirreno 2012), 2 km al 7% medio, quindi due chilometri e mezzo misti ma senza difficoltà di vaglia, e infine gli ultimi 2 km con pendenza media di poco sopra al 5%, con seconda parte appena più leggera. Nell'ultimo giro, però, non si sale fino al punto più alto di Offida, ma ci si ferma a quota 302 metri slm: lo strappetto nell'ultimo km è presente, ma spiana decisamente negli ultimi 300 metri.

Tutta sul lungomare di San Benedetto del Tronto la cronometro conclusiva della Tirreno-Adriatico: 9.3 km con partenza da Viale Marinai d'Italia, in direzione sud verso Piazza Salvo d'Acquisto: qui, dopo quasi 5 km, si svolta per tornare indietro fino al traguardo di Viale Bruno Buozzi. Il percorso è piattissimo, oltre che praticamente diviso in maniera geometrica tra andata e ritorno: quindi il vento, anche quando fosse presente, non sarebbe un grande fattore per gli sviluppi agonistici della frazione. In ogni caso, dopo le salite dei giorni precedenti, sarà veramente difficile che il vincitore della Corsa dei Due Mari debba essere ancora deciso nell'ultima prova contro il tempo.

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