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Giro d'Italia 2010

Dopo l'esperienza passata che ha visto la conclusione delle ostilità sugli Appennini, l'edizione 2010 del Giro d'Italia ripresenta la veste consueta, con le tappe più impegnative concentrate su Alpi e Dolomiti nell'ultima settimana. Si torna a partire dall'estero (in Olanda), torna la cronosquadre (che darà dopo poche tappe una prima assestata alla generale), torna un arrivo in salita come il Terminillo non proibitivo ma in grado sempre di produrre qualche danno. In compenso appaiono le strade bianche e si rende omaggio a L'Aquila. Come andrà a finire lo scopriremo strada facendo, visto che la corsa la fanno i corridori, intanto ecco cosa ci offre questo Giro 2010.

È una via di mezzo tra un prologo lungo e una crono breve ad aprire la centounesima edizione del Giro. Il percorso è perfettamente pianeggiante, con qualche curva a spezzare il ritmo che sarà comunque altissimo. I distacchi tra gli uomini di classifica non dovrebbero essere notevoli e certi velocisti potrebbero cercare di contenere i danni per cercare l'assalto alla rosa prima del rientro in Italia.

Probabilmente è la tappa più semplice dell'intero Giro, nonostante il chilometraggio che supera i 200 km. Due collinette nella zona di Veenendaal serviranno per assegnare la prima maglia verde ma non certo a scremare - nemmeno minimamente - il gruppo. Sarà certamente volata e si cominceranno a capire i reali rapporti di forza tra gli sprinter.

Una quindicina di chilometri in più e due Gpm (?) in meno non evitano di etichettare questa tappa come fotocopia della precedente. Unica variabile in più potrebbe essere il vento che nel finale potrebbe creare qualche problema ai più disattenti e promuovere qualche azione delle squadre più intraprendenti (e attrezzate). Quel velocista che non avesse perso troppo nel prologo e che fosse riuscito a racimolare abbuoni tra le due tappe in linea, potrebbe vestirsi di rosa. 

Cronosquadre certamente per specialisti del tic-tac. Dopo una prima parte un po' più nervosa nei dintorni di Savigliano, le squadre si immetteranno sulla statale e percorreranno circa 25 km - tutti in leggerissima salita - praticamente su un unico rettilineo. Entrati a Cuneo, qualche curva e la pendenza appena superiore spezzeranno un po' il ritmo, prima dell'arrivo in Corso Nizza. Le medie, nonostante la strada tenda a salire, saranno molto alte e alcuni uomini di classifica potrebbero pagare con qualche minuto la scarsa attitudine delle loro squadre a questo tipo di esercizio.

Terza tappa in linea e - in teoria - terza tappa adatta ai velocisti. Nella terra di Fausto Coppi un paio di collinette potrebbero interessare solo ai cacciatori di punti per i Gpm e non faranno nemmeno il solletico a Petacchi&co. I corridori passeranno una prima volta sotto l'arrivo per poi percorrere un circuito di una trentina di chilometri con un dentello - a Gavi - che sarà anch'esso poco più di una formalità, posto a 16 dal traguardo.

Non saranno certo Mortirolo e Gavia, ma almeno possiamo dire che in questa tappa ci sono delle salite vere. Il Passo del Battello nella prima metà di gara e quello della Spolverina a meno di 30 km dall'arrivo creeranno qualche grattacapo ai velocisti che, se vorranno arrivare a giocarsi il successo, dovranno stringere i denti anche sulla salita di Bedizzano che culmina a poco più 10 km dal traguardo. Non escludiamo assolutamente lo scenario del successo di una fuga da lontano di comprimari, né quello di qualche attacco di gente in palla nel finale. 

Dopo aver percorso la Versilia ed essere entrati nel dolce entroterra pisano percorrendo la salita (pedalabile) di Volterra, i corridori punteranno verso il senese. La salita del Passo del Rospatoio creerà una prima selezione, che si accentuerà nel successivo tratto sterrato - le ormai celebri strade bianche della zona - di cinque chilometri e mezzo. Sicuramente decisivo sarà lo sterrato successivo di 14 km con pendenze massime oltre il 15% sul quale potremmo vedere anche qualche big lasciare sul campo qualche secondo. 

Domenica 16 maggio sarà il giorno del primo arrivo in salita di questo Giro e questo onore toccherà, esattamente come nel 2003, al Terminillo. Dalla Toscana si entrerà ben presto nel Lazio ma per circa 170 km la tappa non dovrebbe offrire spunti particolari: qualche sali-scendi farà risaltare i fuggitivi della prima ora ma tutto si deciderà sull'ascesa finale. Per giungere al traguardo saranno 16 i km di salita da affrontare: il primo è molto facile ma dopo le pendenze saranno costanti intorno all'8% con solo un tratto di respiro a metà. Salita dura ma regolare: chi si è salvato per un pelo nella frazione precedente rischierà grosso.

Tappa completamente pianeggiante senza neanche un Gpm di terza categoria. Con ogni probabilità assisteremo ad un arrivo a ranghi compatti ma i km conclusivi non sono molto adatti agli sprinter puri: tra i meno 5 ed i meno 2 avremo infatti una pendenza del 3% che scenderà di poco (fino a 1.7%) una volta giunti in Corso Mazzini, dove è posto il traguardo. Se i treni non saranno bene organizzati occhio agli scatti dei finisseur.

Nella 10a tappa il gruppo si troverà a tagliare lo stivale da ovest a est con una frazione molto lunga, ben 230 km, ma non particolarmente impegnativa dal punto di vista altimetrico. L'attraversamento dell'Appennino Lucano non sarà traumatico ed il Valico dell’Imbandina al km 91 darà qualche punto a chi si troverà in fuga in quel momento. Il finale, invece, sarà molto veloce e gli sprint dovranno stare molto attenti: una curva e un restringimento all'ultimo km taglieranno fuori dai giochi chi sarà troppo indietro.

Con 262 km è la tappa più lunga di questa edizione. I primi 100 km saranno il tratto più facile perché dopo il passaggio da Isernia si affronteranno in rapida successione le salite del Macerone, quella di Rionero Sannitico e quella di Roccaraso. Dopo una lunga discesa verso Sulmona e Popoli si affronterà la salita di Svolte dei Popoli, di seconda categoria. Finale ancora insidioso con un primo strappo a 5 km dalla conclusione e con l'ultimo km ad una pendenza media del 7%. I big si muoveranno nel finale, qualcuno può rientrare in classifica con una fuga a lunga (lunghissima) gittata.

In un manuale sulle tappe di trasferimento perfetto potremmo trovare senza dubbio la Città Sant'Angelo-Porto Recanati: 206 km di pianura con qualche breve strappetto a rompere la monotonia. Si rimarrà sul mare per 115 km poi via verso l'interno per poi rivedere l'Adriatico in corrispondenza del primo passaggio sotto al traguardo. A 11.7 km dall'arrivo il Gpm di terza categoria di Potenza Picena potrebbe creare un po' di scompiglio: se i velocisti lo prenderanno nelle prime posizioni non avranno problemi.

Continua la risalita verso nord con una tappa non facilissima, ideale antipasto delle grandi salite. Nel primo tratto, fino a Rimini (km 125), sarà ancora protagonista la costa adriatica ma la strada rimarrà pianeggiante per un'altra trentina di chilometri. A Talamello inizierà la prima salita del giorno, quella di Perticara, che sarà seguita da quella più impegnativa di Barbotto: all'arrivo mancheranno 27 km ma ci sono le pendenze per fare un po' di selezione. I grandi favoriti, però, si muoveranno solo se qualcuno di loro andrà in difficoltà. È una giornata da fuga da lontano.

Il Monte Grappa fa il suo ritorno al Giro d'Italia e sarà il punto decisivo della 14a tappa. Tanta pianura nella prima parte con un primo passaggio da Asolo al km 125, dove sarò posto il traguardo volante ad abbuoni (non in corrispondenza del traguardo però). La salita del Monte Grappa inizierà in località Semonzetto al km 145 e saranno ben 19 i km da percorre prima di arrivare allo scollinamento: i primi 10 saranno all'8% di pendenza media ma la parte più impegnativa, nonostante due tratti di respiro, è la seconda con lunghi tratti superiori al 10% (punte massime al 14%). Dal Gpm mancheranno sì 41 km al traguardo ma molti saranno in discesa: con un buon accordo anche un gruppetto di 3/4 corridori potrebbe andare all'arrivo visto che dietro la selezione sarà netta ed in pochi avranno ancora compagni di squadra al proprio fianco. Non sarà una tappa in cui si potrà vincere il Giro ma sarà uno di quei giorni in cui un po' di appannamento si pagherà carissimo.

Lo Zoncolan fa paura solo a pronunciarlo specie se il suo nome è accostato a quello di Ovaro, località da cui inizia il versante più duro della salita carnica: sono "solo" 10 km ma la metà di essi hanno una pendenza media (!) del 15% e questo basta e avanza per fa capire la durezza. A differenza degli anni scorsi, però, prima dello Zoncolan avremo anche altre salite molto impegnative come Sella Chianzutan, Passo Duron (tratti al 18%) e Sella Valcalda: ci sono tutte le premesse per una tappa spettacolare, si entra nella parte decisiva del Giro e non si può più giocare a nascondino.

Due anni fa la cronoscalata di Plan de Corones non risultò decisiva: distacchi minumi tra i migliori che però si erano dilatati molto oltre la quinta posizione: l'essere preceduta da un giorno di riposo potrebbe far cambiare qualcosa. Il primo tratto è facile e servirà soprattutto per trovare un buon ritmo perché le pendenze che conducono fino al Passo Furcia saranno abbastanza severe e qualcuno potrebbe fare la differenza già qui. Nei 5 km di sterrato bisognerà invece cercare di tenere una pedalata più fluida possibile, specie in caso di maltempo: piantarsi sui muri al 20% vorrebbe significare perdere minuti e non secondi.

Non finisce ancora la sequenza di montagne: la frazione, però, sarà con ogni probabilmente decisa con una fuga da lontano a meno che qualche big, con una classifica ancora corta, voglia puntare all'abbuono. In partenza l'andatura sarà alta perché tutti vorranno andare in fuga e sul Passo delle Palade si capiranno le chance di andare all'arrivo. Dopo la strada ridiventa più facile fino alla salita che porta all'arrivo di Peio: gli ultimi 3.6 km hanno una pendenza media del 6.6% e se ci sarà volata potremmo assistere a piccole diffirenze (pochi secondi) tra i big.

Se i velocisti terranno duro in montagna sarà solo per puntare a questo arrivo di Brescia che giungerà al termine di una frazione di 156 km interamente pianeggiante. Lo sprint sarà abbastanza aperto perché le squadre saranno stanche e qualche squadra non potrà permettersi di "sprecare" gregari oggi. Per gli uomini di classifica questo sarà quasi un giorno di riposo aggiunto anche se la concentrazione sarà come sempre necessaria per evitare cadute o incidenti vari.

19a tappa: Brescia - Aprica
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Ven, 28/05/2010
195.0 km
Partenza: 
Brescia ore 12.10
Arrivo: 
Aprica ore 17.10-17.45
19a tappa: Brescia - Aprica
Sprint intermedi: 
Corteno Golgi (1° passaggio) km 105.8
Gpm: 
Aprica (1173 m-2a cat.-13.9 km-3.5%) km 112.9, Trivigno (1608 m-1a cat.-11 km-7.6%) km 130.2, Passo del Mortirolo (1854 m-1a cat.-12.8 km-10.1%) km 162.4, Aprica (Arrivo-1173 m-2a cat.-13.9 km-3.5%) km 195

Tappa da dividere in due parti: fino al rifornimento (Sonico, km 93) il tracciato sarà sostanzialmente in pianura. Da qui si inizierà a salire per un primo passaggio da Aprica e inizierà la parte dura dalla tappa. Dopo Aprica una breve discesa e si affronterà il Passo di Santa Cristina (7 km al 9%) e si salirà ancora fino a Trivigno. Qui qualche capitano potrebbe ritrovarsi solo, problema non gravissimo visto che a fine discesa inizierà il Mortirolo, dove i gregari difficilmente serviranno. Dalla vetta all'arrivo saranno 32 km e la grande novità sarà proprio qui: per salire ad Aprica non si farà la solita strada ma si passerà da Santicolo, un tratto che presenta strappi molto impegnativi (più del 10%) prima di tornare sullo stradone principale.

20a tappa: Bormio - Passo del Tonale
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Sab, 29/05/2010
178.0 km
Partenza: 
Bormio ore 12.20
Arrivo: 
Passo del Tonale ore 17.00-17.35
20a tappa: Bormio - Passo del Tonale
Sprint intermedi: 
Santa Caterina Valfurva km 135.6
Gpm: 
Forcola di Livigno (2315 m-1a cat.-18 km-7.1%) km 72.8, Passo di Eira (2211-2a cat.-6.2 km-6.4%) km 93.6, Passo di Foscagno (2291 m-3a cat.-4.6 km-5.9%) km 100.5, Passo di Gavia (2618 m-Cima Coppi-24.9 km-5.6%) km 148.8, Passo del Tonale (Arrivo-1883 m-1a cat.-12.1 km-5.2%) km 178

Se l'abbuffata di salite nelle tappe precedenti non dovesse essere bastata ecco un tappone alpino per eccellenza. Si inizierà a salire già dopo 37 km quando si entrerà in territorio svizzero: qualcuno senza molto da perdere potrebbe accendere la miccia già sulla Forcola di Livigno anche se la vettà è posta a 106 km dal traguardo. Dopo il passaggio da Livigno si scaleranno Eira e Foscagno prima della lunga discesa verso Bormio. Da qui inizierà l'interminabile salita del Passo Gavia e passata Santa Caterina di Valfurva qualcuno potrebbe decidere di attaccare. La discesa potrebbe essere selettiva quanto la salita vista la presenza di curve tecniche e qualcuno potrebbe avvantaggiarsi qua per avere un margine da difendere sulla salita finale verso il Passo del Tonale: non è una salita difficile ma saranno pur sempre 12 km tra i 6% ed il 7% al termine di una tappa durissima.

Difficile credere che con così tante salite dure la classifica del Giro sia ancora in bilico ma, come piace a Zomegnan, sarà gara vera fino in fondo ed il Giro di chiuderà con una cronometro a Verona. Il tracciato sarà il circuito delle Torricelle percorso in senso inverso (con piccole modifiche) rispetto ai Mondiali 1999 e 2004. Una cronometro, quindi, non da specialisti anche la pendenza delle Torricelle non è da scalatori (4%): conteranno soprattutto le energie rimaste.

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