«Hai 25 anni, sei troppo vecchia: vai a fare un bambino». Piovono accuse di sessismo sulla federazione britannica

A pochi mesi dai Giochi Olimpici la British Cycling, la federazione ciclistica britannica, ed il tecnico della nazionale su pista Shane Sutton si trovano a dover fronteggiare pesanti accuse di sessismo: la protagonista è la 25enne pistard Jessica Varnish il cui contratto per il Programma Olimpico non è stato rinnovato adducendo come motivazione il fatto di essere "troppo vecchia e di non meritare uno spreco di soldi dello sport britannico"; inoltre la Varnish ha accusato il direttore tecnico Sutton di averle rivolto più volte commenti sessisti sul suo aspetto fisico e di aver chiuso la vicenda del contratto invitandola ad "andare avanti e fare un bambino".

Le prime scintille di questo conflitto interno erano scoppiate ai Campionati del Mondo su Pista di Londra quando la Gran Bretagna aveva fallito l'accesso ai Giochi Olimpici di Rio nella Velocità a Squadre femminile e la Varnish aveva accusato direttamente lo staff della nazionale di aver gestito male le rotazioni delle atlete nel processo di qualificazione. Nonostante ciò la Gran Bretagna sarà presente nella Velocità e nel Keirin con la Varnish come miglior britannica nei ranking individuali UCI. In carriera la Varnish vanta un titolo europeo e tre medaglie mondiali: alle Olimpiadi di Londra aveva fatto segnare il record del mondo nella Velocità a Squadre assieme a Victoria Pendleton salvo poi essere declassate per un cambio irregolare.

A sostegno della Varnish sono intervenute due grandi campionesse del ciclismo britannico come Nicole Cooke (con una lunga e dura lettera al Guardian) e la stessa Victoria Pendleton, con quest'ultima che ha ricordato che i suoi due ori olimpici li ha conquistati un mese prima di compiere 28 e 32 anni. La British Cycling e Shane Sutton hanno rigettato le accuse di sessismo e di comportamento non professionale, ma la federazione ha comunque annunciato che verrà effettuato un esame indipendente di tutte queste accuse.