Tour La Provence 2016: Il ciclismo oggi conosce un altro Martinelli - Davide, figlio di Giuseppe, al primo successo da pro'; arrivo da galera, caduta ai 100 metri. Ratto terzo
- Alessandro De Marchi [1]
- Alo Jakin [2]
- Alo Jakin [3]
- Chris Anker Sørensen [4]
- Clément Penven [5]
- Daniele Ratto [6]
- Davide Martinelli [7]
- Egor Silin [8]
- Fernando Gaviria Rendon [9]
- Francesco Gavazzi [10]
- Francesco Gavazzi [11]
- Francesco Gavazzi [12]
- Jan Bakelants [13]
- Jérémy Maison [14]
- Lilian Calmejane [15]
- Loic Vliegen [16]
- Michael Van Staeyen [17]
- Petr Vakoc [18]
- Pieter Serry [19]
- Rémy Di Gregorio [20]
- Thomas Voeckler [21]
- Yohan Bagot [22]
- Uomini [23]
Ha ancora 22 anni, ha un motore potente e un nome altisonante. Le sue doti da passista veloce, molto più che il blasone che porta sulla carta d'identità, gli sono valse un ingaggio in una delle squadre più forti del mondo, la Etixx-Quick Step. Ma Davide Martinelli, figlio di Giuseppe (storico direttore sportivo oggi in forza all'Astana), ha dimostrato praticamente da subito che la formazione belga non ha sbagliato a puntare su di lui.
E l'ha dimostrato vincendo, appena alla seconda gara da pro', il Tour La Provence (dopo il Tour Down Under dell'esordio). Martinelli si è imposto grazie a una volata atipica, e certo anche grazie ai buoni uffici del suo compagno Fernando Gaviria, che sul più bello ha smesso di pedalare, lasciando il proscenio all'italiano. Ma quella di oggi a Istres è una vittoria "octroyée" solo fino a un certo punto, visto che Davide è comunque veloce, e lì sul breve rettilineo conclusivo era ancora in spinta ai 50 metri, quindi nulla vieta di pensare che - fossero stati i due non compagni ma avversari - avrebbe potuto comunque giocarsela bene contro il fuoriclasse colombiano.
In ogni caso, per il nostro movimento è sempre un evento di una certa rilevanza quando un giovane italiano rompe il digiuno e si presenta al mondo con un successo. Per Martinelli la speranza che questa vittoria non resti isolata quest'anno è fondata sulle qualità del ragazzo, e anche sul fatto di trovarsi in una vera corazzata: la Etixx è giunta già alla 12esima vittoria stagionale con 7 corridori diversi.
La fuga si muove nella parte più interessante del percorso
La parte più interessante del percorso della seconda tappa del Tour La Provence, la Miramas-Istres di 180 km, era la prima metà, contrappuntata da diverse salitelle; tanti i tentativi d'attacco nei primi chilometri (visto in azione pure Marco Frapporti dell'Androni), e sulla Côte des 4 Termes, al km 25, ha preso il via la fuga buona, composta da Yohan Bagot (Cofidis), Egor Silin (Katusha), Jérémy Maison (FDJ) e Rémy Di Grégorio (Delko), destinato a conquistare la maglia di migliore scalatore dopo i vari passaggi Gpm previsti sul tracciato odierno.
Ai quattro si è poi aggiunto al km 38 anche Clément Penven (Armée de Terre), e il quintetto ha toccato un vantaggio massimo di 4'10" al km 80, a 100 dalla fine. Ai -70 l'ultimo arrivato, Penven, è andato in difficoltà sulla Côte d'Aurons, e si è staccato; sulla successiva discesa il quartetto al comando si è dimezzato, vista l'accelerazione di Silin e Bagot, a cui gli altri due non sono riusciti a rispondere. I due superstiti hanno cercato di tirare fin dove fosse possibile, ma il facilitarsi dell'altimetria nell'ultima parte della frazione ha messo le ali ai piedi ai team dei velocisti, in particolare la Etixx (al lavoro per Fernando Gaviria) che ha dato un notevole impulso all'inseguimento, gestito fin lì dalla Direct Énergie della maglia gialla Thomas Voeckler.
Ripresi gli attaccanti, si sprinta su un finale assurdo
La fuga di Bagot e Silin ha resistito fino al circuito finale, 6 km abbondanti da ripetere 4 volte, ma quando anche altri team (come Androni o AG2R) hanno dato il loro contributo all'inseguimento, i battistrada hanno visto la fine dei loro sogni di gloria, e sono stati ripresi a 10 km dal traguardo. L'estone Alo Jakin (HP BTP) ha tentato la sortita solitaria ai -7, ma è stato ripreso in un lampo. Ai -4 ci ha provato, con più convinzione ed efficacia, Loïc Vliegen (BMC): il belga ha raggiunto anche diversi secondi di margine, ma è stato ugualmente ripreso, ai 1200 metri.
E allora non rimaneva che la volata: il treno Etixx si è comportato benissimo, prendendo la testa del plotone e potendo scegliere la migliore traiettoria per l'ingresso sul rettilineo conclusivo. Un ingresso a dir poco bizzarro (eufemismo!), visto che l'ultima curva a sinistra era posta a soli 100 metri dalla fine, e per di più su un dosso artificiale su cui c'era idealmente scritta la parola "capitombolo" e che infatti puntualmente ha visto cadere diversi corridori, a partire da colui che era in terza posizione, Lorrenzo Manzin (FDJ).
Martinelli e Gaviria, una volata da amici fraterni
Come tutti sanno, se in volata in curva cade il terzo, quelli dietro a lui vengono inevitabilmente coinvolti (ed è accaduto proprio questo: giù tra gli altri Corentin Ermenault e Jérémy Lecrocq della Selezione Francese, Benjamin Giraud e Delio Fernández della Delko, e molti altri).
Quelli che invece erano davanti, si ritrovano un enorme buco a favore, sicché proprio questo abbiamo visto: mentre mezzo gruppo cadeva sul dosso assassino, solo due uomini sprintavano, ed erano entrambi della Etixx-Quick Step: il primo dei due era Davide Martinelli, che non ha smesso per un attimo di tirare la volata al capitano di giornata Fernando Gaviria. Ma a quel punto, con la vittoria ormai in tasca per la squadra, il colombiano ha fatto il beau geste, ha smesso di pedalare ai 40 metri, ha rinunciato allo sprint perché effettivamente non sarebbe stato simpatico (per quanto legittimo) sopravanzare a quel punto il compagno che stava lavorando per lui. Grande Gaviria (un ragazzo di spessore non solo atletico), ma grande anche il "piccolo" Martinelli, che al secondo mese da professionista centra la prima vittoria.
Con Gaviria secondo, gli altri piazzati sono quelli che hanno preso la curva all'interno, scampando quindi al coinvolgimento nella caduta; e fra questi, su tutti ha spiccato l'ottimo Daniele Ratto, che ha regalato all'Androni il podio di giornata davanti a Jan Bakelants (AG2R), Michael Van Staeyen (Cofidis), Antoine Demoitie (Wanty), Damien Touze e Simon Sellier (entrambi della Selezione Francese), Sergey Chernetskiy (Katusha) e Hugo Hofstetter (Cofidis).
In classifica non cambia niente, Thomas Voeckler (Direct Énergie) conserva 7" su Petr Vakoc (Etixx), 9" sul compagno Lilian Calmejane, su Pieter Serry (Etixx) e su Chris Anker Sørensen (Fortuneo); a 12" Alessandro De Marchi (BMC), sesto, è il primo italiano della generale, poco dietro (a 14") anche Francesco Gavazzi (Androni, 12esimo oggi) è in top ten.
Domani terza e ultima tappa, La Ciotat-Marsiglia, 171 km destinati a un nuovo epilogo in volata, a meno di sorprese; speriamo però che il finale sia disegnato logisticamente meglio dagli organizzatori; anche perché peggio, rispetto a oggi, pare veramente difficile.