Giro d'Italia 2015: Androni (e non solo), la fuga è una missione - Oscar Gatto sfortunato verso Forlì

Tutti i santi giorni. Tutti tranne due: la cronosquadre e la tappa di due giorni fa, a San Giorgio al Sannio. Tutti i santi giorni l'Androni-Sidermec di Gianni Savio, con i suoi moduli calcistici trasposti al ciclismo, va in fuga. Oggi è stata la volta di Oscar Gatto, che è approdato da Savio dopo una stagione non esattamente esaltante alla Cannondale. Il corridore di Montebelluna ha iniziato il 2015 in sordina, non andando oltre una quaterna di sesti posti; la Androni-Sidermec, d'altra parte, cerca la vittoria di grido, dovendosi ancora accontentare di due soli centri (Carlos Johan Gálviz in gennaio, alla Vuelta al Táchira, e Francesco Chicchi in marzo, a Crevalcore, durante la Settimana Coppi e Bartali).

Savio boys, il coraggio ogni giorno
Il Giro d'Italia è ovviamente il palcoscenico principale per la formazione del Principe: se arrivano vittorie a palate, Savio si esalta. Altrimenti, si esalta lo stesso: il modulo 6-1-2, Androni sempre all'attacco e via dicendo sono solo alcuni dei motti di Gianni Savio. Che arrivino i risultati o meno, il Principe sprona sempre i suoi a combattere, a giocarsela, ad andare in fuga e mettersi in bella vista.

Oggi era il turno di Oscar Gatto, e senza quella sfortunata foratura a 13 km (sì, tredici) da Forlì, probabilmente sarebbe arrivato a giocarsi la vittoria con gli altri. Essendo ben più che velocino, il risultato si può immaginare l'esito dello sprint ristretto. Che di fatto non v'è stato, perché dopo la foratura Gatto, realizzato di aver perduto il treno buono, s'è rialzato. Peccato davvero, l'occasione era ghiottissima e forse non se ne ripresenteranno più così, da qui a Milano. La certezza è che anche domani, sulla via di Imola, i Savio boys andranno in avanscoperta.

La Bardiani-CSF si sblocca con Boem
Chi invece ha saputo approfittare della situazione venutasi a creare è la Bardiani-CSF: è una Professional come l'Androni, ma da inizio 2015 non aveva ancora ottenuto mezza vittoria. Una contro prestazione anomala per i ragazzi di Roberto Reverberi e Mirko Rossato. Anche loro sono abituati a mandare in avanti uno dei loro ragazzi, se non di più; oggi toccava a Nicola Boem, ed il gregario s'è trasformato in capitano, in cigno.

Ogni tanto la fuga arriva, il coraggio paga e la stagione, con la vittoria al Giro, può diventare da nerissima a meravigliosa. Sono squadre che non puntano alla classifica generale - almeno non sempre - e si trovano così a lottare per i traguardi parziali, o per le classifiche collaterali - Gpm, Punti, Giovani. A volte vi riescono, molto spesso no. Il loro coraggio però quasi basta per dar loro un voto positivo.

Nippo e Southeast, altre sempre in fuga
Lo stesso discorso si può estendere, per quel che riguarda il Giro d'Italia, alla Nippo-Vini Fantini o alla Southeast, che non a caso avevano un uomo a testa nella fuga odierna (Malaguti e Busato, rispettivamente). Il copione è sempre lo stesso: alla vigilia di una tappa, c'è una schiera di uomini che cerca di andare in fuga. Gli Androni però sono di gran lunga i più attivi ed insistenti. Ogni mattina un Androni si sveglia e sa che dovrà correre più del gruppo, mentre è in testa alla corsa. E, se tutto andrà bene, potrà giocarsi la vittoria.