Jan Polanc ha 23 anni appena compiuti, uno in più di Davide Formolo, a segno ieri: entrambi sono giovani e ambedue appartengono agli ultimi stralci d'italianità nel World Tour: ieri la Cannondale-Garmin che fu nostra e che ora è americana, oggi la Lampre che ancora ci appartiene e che l'anno prossimo sarà coreana. Polanc è sloveno, un nostro vicino di casa, e oggi ha resistito in fuga sino al traguardo. Spumeggiante.
Alberto Contador è il solito pistolero: quando partecipa a una grande corsa a tappe lo fa per vincere. Ieri sera ci risulta che abbia "strattonato" i suoi compagni e la sua ammiraglia per una condotta tattica perlomeno inspiegabile verso La Spezia. E oggi ha reagito alla sua maniera, cambiando bici prima della salita finale e prendendo la leadership: anche se è presto, troppo presto. Autoritario.
Rigoberto Urán anche oggi ha perso tempo, altri 28", e adesso accusa 1'22" di ritardo da Contador nella generale. Il colombiano non ha cambio di ritmo, né squadra: colpa di una tracheite patita al Romandia. Parrebbe che il Giro abbia già perso uno dei quattro possibili pretendenti al rosa finale. Ingolfato.
Richie Porte resta sempre da solo nei momenti clou delle tappe, esattamente come gli capita durante le notti, quando saluta i suoi compagni per andare a fare la nanna nel motorhome posteggiato vicino all'albergo della Sky. Soluzione? Portate anche gli altri nel motorhome. Solitario.
Mikel Landa è il simbolo di un'Astana molto attiva. Lo spagnolo ha spianato la strada al compagno Fabio Aru, che ha strappato 4" a Contador. Anche Rosa e Tiralongo meritano una citazione nella formazione gialloceleste del Kazakhstan. Inesauribile.
Mario Cipollini sguaina la spada della sfida, affermando che Contador sbaglia a fermarsi per cambiare la bicicletta quando inizia la salita perché così alimenta i sospetti di chi sostiene che in gruppo ci siano effettivamente le bici con il motorino. Secondo Re Leone, quando lui si ferma gli altri dovrebbero attaccarlo a palla... Esplosivo!