Vuelta al País Vasco 2015: Felline, zampata di potenza - Fabio precede Matthews e Gallopin, Agnoli ancora davanti
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- Fabio Felline [6]
- Gianni Meersman [7]
- Julien Simon [8]
- Kevin De Weert [9]
- Kévin Réza [10]
- Louis Vervaeke [11]
- Michael Matthews [12]
- Michal Kwiatkowski [13]
- Sébastien Reichenbach [14]
- Thierry Hupond [15]
- Tony Gallopin [16]
- Valerio Agnoli [17]
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È una Vuelta al País Vasco fatta di conferme. Se ieri Michael Matthews aveva dato prova, una volta di più, della sua maturità, oggi ci ha pensato Fabio Felline a far capire che in un certo tipo di arrivi, come quello di Vitoria, può ampiamente dire la sua. Il torinese della Trek ha preso la volata di petto, partendo davanti a Michael Matthews, tutta potenza. Forse Bling un po' ha sottovalutato il nostro Fabio, ciò che è certo è che al momento di uscire dalla sua ruota e superarlo, il leader della corsa è rimbalzato, dovendosi accontentare del secondo posto. Felline quest'anno ha frequentato i piani alti della classifica in modo continuativo: ben dodici volte nei primi dieci, con il primo centro ottenuto nella cronometro del Critérium International, a Porto Vecchio. La vittoria di oggi però ha un sapore decisamente diverso, trattandosi della prima ottenuta nel ciclismo che conta, in una gara del circuito World Tour. Vittoria cercata dall'inizio dell'anno, voluta fortemente, con il torinese sempre lì, tra i primissimi, eppure di rado è riuscito a piazzare la zampata. Bene, oggi ce l'ha fatta.
Dopo il caos paletti, il CPA ritarda di 5'
Corsa World Tour, questa 55esima edizione della Vuelta al País Vasco, anche se dopo i paletti sgangherati dell'arrivo di ieri, a Bilbao, sembra più una garetta di provincia. Paletti che sono costati il ritiro di quattro corridori: Sergio Pardilla (trauma cranico, problemi ad un polmone e frattura ad un polso), Nicolas Edet (frattura della clavicola sinistra), Adam Yates (frattura ad un dito) e Peter Stetina (frattura della tibia, della rotula del ginocchio destro e di quattro costole). Quest'ultimo è di tutti il più grave e dovrà stare fermo diversi mesi. Se la sua stagione non è finita, poco ci manca. Il CPA, il sindacato mondiale dei corridori, prende una decisione ferma e protesta veementemente, ritardando la partenza della seconda tappa di ben cinque minuti. Ci si accontenta, fino alla prossima...
Fuga a cinque, c'è anche Txurruka
Seconda tappa, 175.4 km da Bilbao a Vitoria, con l'Alto de Orduña dopo una cinquantina di chilometri e, nel finale, l'Alto de Zaldiarán e l'Alto de Vitoria alternati. Dopo 4 km va già viaq la fuga, con all'interno Sébastien Reichenbach (IAM), Louis Vervaeke (Lotto-Soudal), Amets Txurruka (Caja Rural-Seguros RGA), Thierry Hupond (Giant-Alpecin) e Kevin De Weert (LottoNL-Jumbo). Il vantaggio, come da copione fin troppo scontato, sale subito, cosicché i cinque hanno già 7'15" dopo 23 km e 10'30" dopo 25 km. In gruppo la Movistar si fa carico dell'inseguimento. Inizia l'Alto de Orduña, un prima categoria, ed i battistrada lo attaccano con 9'20" di vantaggio sul gruppo sempre tirato dagli uomini Movistar. Amets Txurruka è il primo a transitare sull'Alto de Orduña. È una frazione piatta come contenuti, non certo come altimetria. Dietro, insieme alla Movistar, si mette a lavorare l'Orica di Michael Matthews, da ieri leader della Vuelta, ed il vantaggio dei cinque cala sensibilmente. A 50 km dall'arrivo testa della corsa e gruppo sono separati appena da 2'40".
Nel finale ci prova Slagter, ma è volata
Le continue salite e discese di questa tappa non sono irresistibili ma, almeno nella testa, fanno selezione. Ecco quindi che a 48 km da Vitoria rimangono in tre al comando: Sébastien Reichenbach, Amets Txurruka e Louis Vervaeke. Txurruka proverà ad allungare, con successo, sul penultimo Alto de Zaldiarán, a 45 km dall'arrivo, e guida con un minuto scarso sul gruppo. Gli uomini dell'Orica danno fondo alle loro energie e così, a 15.4 km dal traguardo, la situazione è di gruppo compatto. L'ultimo Alto de Zaldiarán non fa male ma nella discesa Tom Jelte Slagter (Cannondale-Garmin) prova ad andarsene da solo. L'allungo in effetti riesce, ma la durata non c'è così il plotone piomba addosso all'olandese quando mancano 2500 metri.
Felline anticipa lo sprint e vince la prima WT
L'Orica guida Michael Matthews verso la volata, lo lancia, lo tiene coperto ma c'è un imprevisto: Fabio Felline. Il torinese della Trek sfreccia alla sinistra di Bling, prendendo lo sprint in testa. Matthews comprende troppo tardi il pericolo e si mette a ruota di Felline, convinto di poterlo sverniciare facilmente. E invece Fabio tiene duro, pedala forte, resiste fino a quella sottile linea bianca chiamata traguardo. Michael Matthews si deve accontentare della piazza d'onore mentre al terzo posto il francese Tony Gallopin ha la meglio sul secondo di ieri, l'iridato Michal Kwiatkowski, per pochi millimetri. Con Kwiatkowski quarto, la quinta piazza spetta senza dubbio a Philippe Gilbert, seguito da Kévin Réza, Julien Simon, Pello Bilbao, Valerio Agnoli e Gianni Meersman.
Matthews comanda sempre nella generale
La classifica generale, in una corsa priva di abbuoni, vede al comando sempre Michael Matthews, con Fabio Felline e Tony Gallopin immediati inseguitori. Alle loro spalle Michal Kwiatkowski, Kévin Réza, Julien Simon, Valerio Agnoli, Pello Bilbao, Dani Moreno e Petr Vakoc. Matthews comanda anche nella classifica a punti (45 a 34 su Felline), mentre la graduatoria riservata al miglior scalatore premia Amets Txurruka, che oggi ha collezionato 21 punti: alle sue spalle, a quota 17, Sébastien Reichenbach. Domani terza tappa, un po' più difficoltosa delle precedenti, almeno sulla carta: 170.7 km da Vitoria a Zumarraga con otto notevoli Gpm: nel finale, tra Alto de Gabiria, Alto de Atagoiti ed il doppio Alto de la Antigua, chi vorrà fare la differenza e scavare un buon solco in vista delle frazioni più difficoltose avrà terreno per agire. Se invece si vorrà tener calda la gamba per l'arrivo in salita di Arrate o per il terribile muro di Aia, si potrà ipotizzare anche un finale con volata a ranghi ristretti. Ed in quei finali, Felline ci sta divinamente.