Tour de San Luis 2015: Latinos padroni a casa propria - Díaz lascia vincere Kléber Ramos, Torres 2°
- Tour de San Luis 2015 [1]
- Funvic - São José dos Campos 2015 [2]
- Antoine Duchesne [3]
- Daniel Moreno Fernández [4]
- Daniel Ricardo Díaz [5]
- Eduardo Sepúlveda [6]
- Juan Esteban Arango Carvajal [7]
- Kléber Da Silva Ramos [8]
- Marco Canola [9]
- Mattia Cattaneo [10]
- Nairo Alexander Quintana Rojas [11]
- Pavel Kochetkov [12]
- Rodolfo Andrés Torres Agudelo [13]
- Rodrigo Contreras [14]
- Thomas Danielson [15]
- Uomini [16]
Quante volte abbiamo visto in passato un leader che cerca di fare di tutto per far vincere il proprio gregario più fidato nel momento in cui la situazione di classifica è ormai ben definita e le gambe di entrambi stanno bene? Di esempi ne avremo moltissimi, ognuno ne ricorderà alcuni, e oggi al Tour de San Luis è successo proprio questo: Daniel Díaz, leader inattaccabile della corsa, non ha affondato il colpo nel terzo ed ultimo arrivo in salita della corsa argentina e nelle ultime centinaia di metri ha lasciato strada al compagno di squadra Kléber Da Silva Ramos, 29enne brasiliano che aveva il Tour do Rio 2012 come successo più importante della carriera fino a questo momento.
Per la Continental brasiliana Funvic-São José dos Campos questa è l'ennesima gioia di una settimana da favola: in gruppo forte di sei squadre World Tour e sette Professional sono stati i ragazzi diretti da Benedito Azevedo a dominare la scena in lunga ed in largo non appena la strada tendeva a salire. Gran merito quindi agli uomini in maglia bianca e arancione che si sono presentati nella miglior condizione possibile in quella che per loro è la vetrina più prestigiosa della stagione: forse bisognerebbe chiedersi se ad inizio anno ha senso proporre una corsa di sette giorni con addirittura tre arrivi in salita in cui corridori praticamente sconosciuti riescono a bastonare alcuni dei migliori corridori al mondo. Anche perché il rischio è che nei prossimi anni un ingaggio ricco possa non bastare a portare in Argentina alcuni big timorosi di fare brutte figure vista la forma inevitabilmente ancora scarsa.
Canola e Cattaneo protagonisti in fuga
Anche oggi in questa sesta tappa abbiamo avuto dei corridori italiani che per mettersi in evidenza hanno scelto la strada della fuga da lontano: assieme ad Antoine Duchesne (Europcar), Juan Esteban Arango (Selezione Colombia), Tom Danielson (Cannondale) e Pavel Kochetkov (Katusha) nei primi chilometri hanno attaccato anche Mattia Cattaneo (Lampre) e Marco Canola (Unitedhealthcare). La fuga ha guadagnato un margine massimo di 4'50" anche perché la tappa era lunga appena 117.5 chilometri ed il plotone ha preferito non correre rischi.
Tra i fuggitivi Cattaneo era quello messo meglio in classifica generale trovandosi al 19° posto a 6'40" da Díaz ma non è stato brillantissimo quando la strada ha iniziato a salite. Diversa invece la giornata di Canola che è stato l'ultimo (assieme a Kochetkov) ad arrendersi al ritorno dei più forti a circa 8 chilometri dall'arrivo: il vicentino passato quest'anno alla Unitedhealthcare è apparso davvero in buona forma qui in Argentina e oltre a lanciarsi negli sprint (un 7° e un 8° posto) ha cercato di tenere duro anche in salita.
Comechingones, salita inedita
Come già accaduto nelle due precedenti tappe di montagna, anche questa volta tutto s'è giocato nei chilometri finale. L'attesa per la frazione odierna era molto alta perché gli organizzatori avevano inserito l'inedita ascesa ai 2140 metri di Filo Sierras Comechingones: dal classico traguardo del Mirador de Merlo i corridori hanno continuato a salire per un totale di 16 km con una pendenza media superiore al 7% e punte massime al 15%. Doveva essere la giornata del grande spettacolo, purtroppo non è stato così.
Quintana ci prova comunque
A dire il vero la prima parte dell'ascesa aveva portato già qualche interessante scintilla tra i big con la bagarre che si era accesa in seguito ad un allungo di Nairo Quintana poco prima del transito dal Mirador de Merlo, a circa 9 chilometri dall'arrivo: il colombiano della Movistar è subito stato marcato come un'ombra da Daniel Díaz che ha fatto capire in modo inequivocabile di essere anche oggi il più forte in salita. A questo attacco avevavo risposto presente anche l'argentino Leandro Messineo e il brasiliano Kléber Ramos, ma la superiorità della Funvic ha fatto sì che la corsa si addormentasse velocemente e che molti altri corridori riuscissero a ritrovare le ruote del gruppo di testa.
Attacco decisivo all'ultimo chilometro
Dopo la breve sfuriata la tappa s'è trascinata noiosamente fino all'ultimo chilometro quando in un plotoncino forte ancora di una decina di unità finalmente sono iniziate le manovre per il successo di giornata. Un generoso Rodolfo Torres ha prima portato via un gruppetto di quattro uomini che comprendeva anche Quintana, Díaz e Ramos, poi lo stesso corridore della Colombia ha attaccato ancora ai 500 metri con il solo Ramos che gli si è messo in scia: per il brasiliano della Funvic è stato quindi un gioco da ragazzi saltare il rivale negli ultimi 200 metri e andare a vincere con 2" su Torres, 6" su Díaz, 15" su Quintana a 17" su Daniel Moreno; a completare la top10 troviamo poi nell'ordine Eduardo Sepulveda a 22", il ritrovato Joe Dombrowski a 34", l'ennesivo giovane talento colombiano Rodrigo Contreras a 39", il francese Alexis Vuillermoz a 50" e quindi Daniel Jaramillo a 1'23".
Podio deciso, domani ultima tappa
Domani una frazione per velocisti con partenza e arrivo nella città di San Luis, salvo sorprese clamorose, incoronerà il salteño Daniel Díaz campione del Tour de San Luis per la seconda volta in carriera: in nove edizioni si tratta della prima doppietta. Assieme a Díaz saliranno sul podio Rodolfo Torres e Nairo Quintana mentre Eduardo Sepulveda e Rodrigo Contreras andranno a completare una top5 interamente latinoamericana; il primo europeo è lo spagnolo Daniel Moreno, 6° a 3'26" da Díaz.