Ciclismo in crisi 2014: C'è anche Alejet tra chi manda il CV - Disoccupati: è lunga la lista di quelli che cercano squadra

Pur non essendo stato toccato dalla Riforma Fornero o da altri provvedimenti simili, anche il mondo del ciclismo contribuisce in maniera rilevante al numero di disoccupati. Parlare di quanti fra meccanici, massaggiatori, direttori sportivi e altro personale sono ancora senza un contratto sarebbe a sua volta un fatto importante: tuttavia l'elenco risulterebbe veramente troppo lungo per essere trattato con sufficiente attenzione. E anche per loro, purtroppo, il trend verso cui si sta indirizzando il mondo delle due ruote non è affatto roseo.

In Italia lo scenario è parecchio cupo e chi è ancora senza contratto può essere incasellato in due categorie: chi sta trattando per una positiva definizione della situazione e chi, invece, si trova con poche speranze per l'anno venturo. Nella prima tipologia rientra un nome noto quale Alessandro Petacchi, richiesto in patria dalla Neri Sottoli e anche oltre le Alpi (Europcar?); per lui un cauto ottimismo sul buon esito della stessa. In uscita dalla Lampre-Merida è Andrea Palini; il velocista bresciano è segnalato nel mirino dell'ambiziosa CCC Sprandi Polkowice. Situazione simile per Manuel Belletti, la cui prossima avventura dopo la fine dell'esperienza in Androni Giocattoli-Venezuela dovrebbe chiamarsi Nippo-Vini Fantini.

La maggioranza degli attuali disoccupati tricolori è, invece, costretta a sperare sino all'ultimo in una chiamata: è il caso, fra gli altri, di un solido gregario di lungo corso come Paolo Longo Borghini o di un atleta minato dagli infortuni come Luca Dodi. Ma sono le formazioni Continental a rimpolpare pesantemente questa contabilità: l'Androni Giocattoli-Venezuela non riconferma, oltre al già citato Belletti, anche Omar Bertazzo, Matteo Di Serafino, Patrick Facchini (anche se, nel suo caso, è stata una vicenda assai controversa a lasciarlo a piedi), Marco Frapporti, Antonino Parrinello e Nicola Testi. Lasciano la Bardiani-CSF Inox Paolo Colonna (che potrebbe virare sul fuoristrada) e Donato De Ieso mentre la Neri Sottoli ha deciso di non rinnovare Fabio Taborre e Francesco Chicchi. Il caso del velocista toscano è più borderline, in quanto un accordo in extremis con la formazione di Citracca e Scinto non è escluso. A spasso anche Alessandro Bisolti, ex Vini Fantini-Nippo-De Rosa, e Davide Viganò, che ha rifiutato il prolungamento proposto dalla Caja Rural sperando di ricevere un'offerta più consona.

Andando fuori confine, il nome più prestigioso ancora non vincolato per il 2015 è quello di Samuel Sánchez González: per il campione olimpico di Pechino questa situazione non è inedita, essendo la stessa affrontata un anno fa (e anche questa volta il fantomatico team Alonso ha qualcosa da farsi perdonare...). Altro classe '78 è Sylwester Szmyd, reduce da un pessimo biennio in Movistar e ora, dopo un pour-parler con la CCC Sprandi Polkowice, pare che abbia delle intriganti novità all'orizzonte. Senza molte speranze invece il russo Vladimir Gusev, il francese Christophe Kern, lo svedese Fredrik Kessiakoff e l'australiano Cameron Wurf.

Qualche possibile contatto ce l'hanno il polacco Karol Domagalski, il britannico Joshua Edmondson, lo svizzero Martin Kohler, il danese Sebastian Lander, i belgi Nick Nuyens e Gert Steegmans. Particolare la situazione di Chris Horner: il suo agente Baden Cooke ha dichiarato che il vincitore della Vuelta 2013 ha firmato un accordo con una squadra il cui nome sarebbe stato reso noto nei primi giorni di questa settimana. Nulla di ufficiale, per ora, trapela da Oltreoceano. Posizione incerta ma in via di definizione per Fabio Duarte: il campione del mondo Under 23 a Varese sta vagliando due offerte, una delle quali di rinnovo proveniente dal Team Colombia. Per quanto lo riguarda l'annuncio dovrebbe essere questione di giorni.

Altri onesti corridori che ancora non hanno la sicurezza di essere in gruppo da gennaio sono l'austriaco Daniel Paulus, gli australiani Justin Stuart Morris, Jake Tanner e Steele Von Hoff, i belgi Francis De Greef, Tim De Troyer, Jérôme Gilbert e Kevin Seeldrayers, il britannico Jonathan McEvoy, il ceco Frantisek Padour, i colombiani Juan Esteban Arango, Duber Quintero e Jeffry Romero, l'eritreo Frekalsi Debesay, i francesi Julien Fouchard, Clément Koretzky, Guillaume Levarlet e Jean Marc Marino, il giapponese Yuka Akimaru.

E lo stesso vale per il neozelandese Aaron Perry, l'olandese Brian Bulgaç, i russi Sergey Klimov, Leonid Krasnov, Timofey Kritskiy, Sergey Pomoschnikov e Gennadiy Tatarinov, lo sloveno Aldo Ino Ilesic, gli spagnoli Iker Camaño, Ramon Domené, Marcos García e Antonio Piedra, gli statunitensi Joe Eldridge, Caleb Fairly e Thomas Peterson, i sudafricani Bradley Potgieter, Willie Smit, Dennis Van Niekerk e Martin Wesemann, il tedesco Dominic Klemme e il venezuelano Carlos José Ochoa. Il tutto senza considerare le formazioni Continental.

Si prevede dunque l'ennesimo saldo negativo fra chi entra e chi esce dal mondo di lavoro dell'agonismo; il settore amatoriale continua invece a macinare numeri positivi. Sarebbe opportuna una riflessione ai piani alti di Aigle, Roma (per quanto riguarda l'Italia) ed anche fra i team, i quali immancabilmente ogni inverno presentano faraonici e intriganti progetti (nel 2014 è stato il turno di Velon) su come migliorare il ciclismo. Tante parole a cui, purtroppo, non hanno fatto seguito i medesimi fatti.