GP Beghelli 2014: Proprio alla fine i Conti tornano - Prima vittoria da pro' per Valerio, Coppa Italia alla Neri (forse)
- Gran Premio Bruno Beghelli 2014 [1]
- AG2R La Mondiale 2014 [2]
- Androni Giocattoli - Venezuela 2014 [3]
- Bardiani Valvole - CSF Inox 2014 [4]
- Lampre - Merida 2014 [5]
- Neri Sottoli - Yellow Fluo 2014 [6]
- Alexis Vuillermoz [7]
- Andrea Pasqualon [8]
- Davide Rebellin [9]
- Davide Viganò [10]
- Davide Villella [11]
- Fabio Andrés Duarte Arevalo [12]
- Gianni Savio [13]
- Ilnur Zakarin [14]
- Ivan Balykin [15]
- Kirill Pozdnyakov [16]
- Kristijan Koren [17]
- Manuel Belletti [18]
- Manuele Mori [19]
- Mauro Finetto [20]
- Moreno Moser [21]
- Niccolò Bonifazio [22]
- Nicola Ruffoni [23]
- Rafael Andriato [24]
- Ricardo Pichetta [25]
- Sergey Lagutin [26]
- Valerio Conti [27]
- Ángel Madrazo Ruiz [28]
- Uomini [29]
È solo questione di pochi mesi, se nella due giorni emiliana che ha chiuso la nostra stagione ciclistica non abbiamo ritrovato anagraficamente racchiuso, nei due vincitori, l'intero movimento professionistico italiano. Dal più vecchio, ieri, al quasi più giovane, oggi: un salto incredibile di 22 anni tra il veterano Davide Rebellin e il pischelletto (termine non casualmente romano) Valerio Conti.
Tra i team professionistici (World Tour e Professional) non è il più imberbe, il ciclista proveniente dalla Capitale, per appena sette mesi: lui è nato il 30 marzo del 1993, e solo due colleghi, Niccolò Bonifazio (suo compagno di squadra) e Alberto Bettiol (della Cannondale) sono venuti dopo, entrambi (quando si dice il caso!) il 29 ottobre 1993.
Ma il dettaglio che fa sfumare la clamorosa cabala è, appunto, un dettaglio. Perché il senso del passaggio intergenerazionale c'è tutto, in questi 22 anni trascorsi in appena 24 ore. Se ieri Rebellin ha fatto emozionare molti tifosi con l'azione vincente sul San Luca a coronare uno splendido Giro dell'Emilia, oggi Conti ne ha fatti sussultare altrettanti, con questa prima - e assolutamente non banale - affermazione da pro', al termine di una stagione nella quale il suo unico obiettivo era di fare esperienza.
E l'ha fatta eccome, il ragazzino romano, attraverso un'accuratissima selezione delle corse disputate, selezione che ci dice molto di quel che lui potrà essere un domani: perché se al tuo primo anno fai il Giro del Trentino e il Criterium del Delfinato, e la tua prima classica monumento è un Lombardia, siamo già a quota tre indizi di un certo tipo.
Non a caso, la fama con cui Valerio è passato pro' è quella di uno che da ragazzino (da juniores) era uno dei più forti scalatori del panorama italiano, molto vincente oltretutto; da dilettante - due anni nella Mastromarco - è stato un po' defilato, lasciando ad altri il proscenio, ma intanto ha proseguito un percorso di crescita che l'ha condotto quest'anno alla Lampre di Beppe Saronni.
Tra le curiosità di questo suo 2014, una Vuelta a España disputata (e portata a termine) con l'inatteso dorsale numero 1: non doveva parteciparvi, l'hanno chiamato all'ultimo momento per sostituire Chris Horner (campione uscente costretto al forfait), e lui ha a suo modo onorato quell'importante numero. Oggi l'1 per lui si è spostato dalla colonna del dorsale a quella del piazzamento, a sintetizzare una vittoria che ci aiuta a capire qualcosa di più di questo ragazzo tutto in divenire.
Il GP Beghelli è partito subito con la fuga buona, composta da tre uomini (Fabio Duarte, Kirill Pozdnyakov e Ricardo Pichetta) che hanno saputo guadagnare fino a 6'22" (margine toccato al km 76, a 120 dalla fine), ma che hanno poi dovuto subire l'inesorabile, progressivo riavvicinamento del gruppo tirato dalla Bardiani sul classico circuito che si sviluppava tra Monteveglio e la salita di Zappolino. Al terz'ultimo dei 10 giri di questo circuito, coi fuggitivi ormai nel mirino e poco più 30 km ancora da coprire, sono usciti dal plotone tre contrattaccanti: Mauro Finetto, Manuel Belletti e - udite udite! - Moreno Moser, che ha aspettato l'ultima corsa dell'anno per fare una cosa (una qualsiasi cosa) che lo smuovesse dal tremendo anonimato nel quale s'è consumato il suo 2014.
I tre contropiedisti hanno rapidamente raggiunto i battistrada e poi li hanno pure staccati, sulla successiva ascesa a Zappolino. Negli stessi momenti, dal gruppo (rimasto sempre molto vicino) hanno provato l'evasione proprio Conti (già attivo in quel penultimo giro) e Davide Villella, ma non hanno avuto spazio. Non troppo ne hanno peraltro avuto Finetto, Belletti e Moser, i quali non sono andati oltre una ventina di secondi di margine (23" all'ultimo passaggio dal traguardo), e sono stati infine raggiunti nel corso dell'ultima scalata di giornata.
Proprio in cima a Zappolino un forcing AG2R ha preparato il terreno a un tentativo di Alexis Vuillermoz (con Ángel Madrazo, già protagonista ieri al Giro dell'Emilia), il quale tentativo si è però risolto in un nulla di fatto. Identico destino è toccato a una sortita di Sergey Lagutin e Manuele Mori a 4 km dal traguardo. Ma quando si attendeva lo sprint del gruppo, a meno di 2 km dalla fine, ecco che è venuta l'azione decisiva: a promuoverla, proprio Conti con quel gregarione di Kristijan Koren e col promettente russo Ilnur Zakarin.
Il terzetto ha guadagnato rapidamente il terreno utile per risultare imprendibile, dopodiché la volatina ha premiato il laziale, felice e vincente e pronto a dolcissime ferie. Koren secondo, Zakarin terzo, il quarto posto, a 1" di distacco dai primi, se l'è aggiudicato Rafael Andriato su Andrea Pasqualon, Bonifazio, Belletti, Nicola Ruffoni, Ivan Balykin e Davide Viganò. La distanza tra Andriato e Ruffoni, più che di sole 4 posizioni nell'ordine d'arrivo, è quella che passa stasera tra chi ha vinto la Coppa Italia e chi l'ha persa: i rispettivi team sono stati impegnati fino alla fine della stagione in un testa a testa che alla fine vede prevalere la Neri Sottoli sulla Bardiani-CSF, con un ribaltone consumato, appunto, proprio all'ultimo metro.
La Neri chiude a 576 punti, solo 1 in più della Bardiani, mentre i punti conquistati da Conti valgono alla Lampre il terzo posto (a quota 460) a scapito dell'Androni, quarta a 442. A questo punto, sulla carta, la formazione di Scinto avrebbe strappato il pass per la partecipazione al Giro d'Italia 2015 (una wild card viene riconosciuta da RCS Sport alla squadra vincitrice della Coppa Italia, appunto); ma si aprono scenari del tutto particolari. Senza entrare nel merito del diritto di RCS di non assegnare la wild card per motivi etici (fronte su cui il team giallo-fluo è a rischio) o di scadimento della qualità di una squadra da un anno all'altro, è piombata oggi sul movimento italiano la notizia che Gianni Savio, team manager dell'Androni, ha promosso presso la Lega Ciclismo la richiesta di tenere sub judice i risultati di questa Coppa Italia.
«È in corso un'inchiesta federale sui permessi di soggiorno di alcuni atleti stranieri tesserati dalla Neri Sottoli: secondo la Circolare Riepilogativa del CONI del 16 aprile 2014, chi è dotato solo del permesso temporaneo per gare sportive (della durata di 90 giorni) non può svolgere attività continuativa per una società sportiva italiana», ci ha detto Savio. «Io stesso - ha continuato - sono stato sentito dalla Procura come persona informata sui fatti, in qualità di commissario tecnico del Venezuela [gli atleti coinvolti nell'inchiesta sono appunto venezuelani: Yonathan Monsalve e Tomas Gil, ndr]. Per queste ragioni, pensiamo che i risultati della Coppa Italia non possano essere omologati subito, ma si debba aspettare l'esito dell'inchiesta ed eventualmente ricalcolare tutti i punteggi nel caso debbano essere tolti quelli della Neri».