Coppa Agostoni 2014: Il biglietto da visita lo porta Bonifazio - Il giovane velocista batte nettamente Bole e Ponzi
- Coppa Agostoni - Giro delle Brianze 2014 [1]
- Androni Giocattoli - Venezuela 2014 [2]
- Astana Pro Team 2014 [3]
- Cannondale Pro Cycling Team 2014 [4]
- Lampre - Merida 2014 [5]
- Neri Sottoli - Yellow Fluo 2014 [6]
- RusVelo 2014 [7]
- Alan Marangoni [8]
- Andrea Fedi [9]
- Andrea Piechele [10]
- Andrea Zordan [11]
- Danilo Napolitano [12]
- Davide Mucelli [13]
- Davide Rebellin [14]
- Diego Rosa [15]
- Enrico Battaglin [16]
- Francesco Manuel Bongiorno [17]
- Freqalsi Debesay Abrha [18]
- Gianluca Leonardi [19]
- Gianni Moscon [20]
- Giorgio Cecchinel [21]
- Grega Bole [22]
- Kevin Seeldraeyers [23]
- Kristijan Koren [24]
- Miguel Ángel Rubiano Chávez [25]
- Niccolò Bonifazio [26]
- Paolo Tiralongo [27]
- Peter Sagan [28]
- Ricardo Pichetta [29]
- Robinson Eduardo Chalapud Gómez [30]
- Rui Alberto Faria da Costa [31]
- Sergey Lagutin [32]
- Simone Ponzi [33]
- Simone Velasco [34]
- Takashi Miyazawa [35]
- Thomas Sprengers [36]
- Vincenzo Nibali [37]
- Uomini [38]
Non ha ancora 21 anni, è nato a Cuneo ma vive in Liguria a Diano Marina, un anno fa proprio al Trittico Lombardo fece la sua prima apparizione tra i pro' (conquistando un non disprezzabile 11esimo posto alla Bernocchi), e oggi, professionista e non più stagista come nel 2013, ha ottenuto una prestigiosa vittoria alla Coppa Agostoni: Niccolò Bonifazio è insomma una scommessa che la Lampre di Beppe Saronni può dire vinta.
Teoricamente vicesprinter all'ombra di Sacha Modolo, Bonifazio ha approfittato del fatto che il coéquipier veneto non fosse in ottime condizioni, ha beneficiato quindi lui del lavoro della squadra e alla fine si è imposto nettamente a Lissone su uomini di grande esperienza come Grega Bole e Simone Ponzi. Una giornata per lui memorabile, anche più di quella che lo vide, a fine maggio, alzare le braccia verso il cielo di Tokyo, per quella che è stata la sua prima vittoria da professionista: perché, con tutto il rispetto per il Giro del Giappone (il successo di Bonifazio venne nell'ultima tappa della corsa asiatica), la Coppa Agostoni ha tutta un'altra storia e tutto un altro prestigio.
La corsa oggi è partita molto veloce (49 di media la prima ora), e si è dovuto aspettare il km 30 per veder partire la fuga del mattino, composta da 9 uomini: Simone Velasco, Andrea Zordan, Giorgio Cecchinel, Andrea Piechele, Freqalsi Debesay, Danilo Napolitano, Ricardo Pichetta, Gianluca Leonardi e Takashi Miyazawa. Il drappello ha messo insieme 7'18" (km 63), ma poi il lavoro di Cannondale e Lampre ha iniziato a ridurre il gap del gruppo.
La fase centrale, comprendente in rapida sequenza le salite di Ello, Colle Brianza, Giovenzana e Lissolo, era ovviamente destinata a modificare la situazione. Tra i fuggitivi sono emersi Piechele (bravo a fare selezione sulla prima ascesa), Pichetta, Zordan e Cecchinel, ma lungo la scalata a Giovenzana (a 65 km dalla fine) anche questi quattro sono stati raggiunti dal gruppo, che nel frattempo era esploso.
Determinante il forcing dell'Astana (e in particolare di Tiralongo), e soprattutto l'attacco di Davide Rebellin, che è scollinato in testa ma lungo la discesa ha sbagliato strada ed è stato così raggiunto da Diego Rosa (emerso anche lui bene da Giovenzana). Alle spalle della coppia al comando si è coagulato un drappello con un paio di superstiti della fuga (Zordan e Pichetta, bravissimi a resistere nelle posizioni d'avanguardia anche dopo essere stati ripresi) e con Gianni Moscon, Robinson Chalapud, Kevin Seeldraeyers, Manuel Bongiorno e il citato Tiralongo.
Il Lissolo è stato affrontato da Rebellin e Rosa con circa mezzo minuto sui primi inseguitori (plotoncino da cui hanno perso contatto Zordan e poi Chalapud) e oltre 1' sul gruppo (in cui c'erano tra gli altri Nibali e Rui Costa, mentre Sagan era più attardato); ma una volta tornati sul piano, per affrontare il lungo tratto altimetricamente facilissimo tra l'ultimo Gpm e il traguardo, i battistrada sono stati raggiunti da Tiralongo e soci (ai -45), mentre anche il gruppo, precedentemente frazionatosi in salita, si è ricompattato con una sessantina di unità.
A quel punto, con un minutino da difendere per i 7 e tanti chilometri ancora da coprire, era chiaro che le speranze per gli attaccanti erano ben poche. Il lavoro di Lampre, Neri e Rusvelo ha in effetti sortito proprio il decisivo riavvicinamento ai fuggitivi, e il ricongiungimento è stato completato a 8 km dalla fine.
L'Androni ha messo in fila il gruppo in vista della volata, quindi è stata la Cannondale a prendere in mano la situazione ai 3 km; solo che ai verdi di Amadio, già vincenti ieri con Viviani alla Bernocchi, oggi mancava uno stoccatore (Elia non ha gareggiato), sicché il trenino orchestrato da Marangoni e Koren è risultato monco e si è disperso proprio sul più bello, quando ai 300 metri lo sprint è stato ufficialmente lanciato.
Ai 200 Bole ha tentato un buon anticipo, e il suo spunto è stato notevole e sarebbe risultato pure vincente, se qualcuno non avesse fiutato con grande intuito che quella era la ruota giusta a cui attaccarsi per andare a prendersi la vittoria. Quel qualcuno era proprio Bonifazio, che ha seguito lo sloveno e poi l'ha bruciato negli ultimi 100 metri, lasciandogli un secondo posto pieno di rimpianti (tra l'altro, curiosità: anche a Tokyo, in maggio, il ligure battè proprio lo stesso Bole).
Al terzo posto, come ieri, si è piazzato Ponzi, e poi nell'ordine d'arrivo troviamo Enrico Battaglin, Andrea Fedi, Andrea Piechele (bravo a sprintare dopo essere stato in fuga), Sergey Lagutin, Davide Mucelli, Miguel Ángel Rubiano e Thomas Sprengers. Il ct azzurro Davide Cassani (al seguito della corsa in moto) ha potuto trarre altre indicazioni per la formazione mondiale che annuncerà domani dopo la Tre Valli Varesine (200 km da Luino a Varese per chiudere il Trittico Lombardo), e intanto anche la selezione di giovani e futuri professionisti che ha schierato oggi ha fatto buone cose (Velasco nella fuga del mattino, Moscon all'attacco nella seconda parte di gara).