Tour de l'Avenir 2014: Match in salita, 1° round a López - Volata a due, Power battuto. Bene i russi, Ciccone tiene
- Tour de l'Avenir 2014 [1]
- Aleksey Rybalkin [2]
- Alexander Foliforov [3]
- Daniel McLay [4]
- Dylan Teuns [5]
- Emanuel Buchmann [6]
- Fabian Lienhard [7]
- Federico Zurlo [8]
- Giulio Ciccone [9]
- Guillaume Martin [10]
- Iuri Filosi [11]
- Jack Haig [12]
- Jaime Rosón García [13]
- Jeffrey Perrin [14]
- Jérémy Maison [15]
- Lennard Hofstede [16]
- Louis Vervaeke [17]
- Loïc Chetout [18]
- Lukas Pöstlberger [19]
- Lukas Zeller [20]
- Magnus Cort Nielsen [21]
- Martijn Tusveld [22]
- Miguel Ángel López Moreno [23]
- Mikel Iturria Segurola [24]
- Oleg Zemlyakov [25]
- Oskar Svendsen [26]
- Pierre-Roger Latour [27]
- Robert Power [28]
- Sam Oomen [29]
- Samuel Spokes [30]
- Sindre Skjostad Lunke [31]
- Viktor Okishev [32]
- Óscar González del Campo [33]
- Pianeta giovani [34]
Si gioca ormai a carte scoperte, al Tour de l'Avenir. E la tappa odierna ci svela un Miguel Ángel López solido, forte a sufficienza da poter portare a casa la tappa, un Robert Power nei panni del rivale numero uno, probabilmente l'unico che ha i mezzi per far saltare il banco senza attaccare da lontano. Ed un Giulio Ciccone che si conferma da top ten, nonostante partisse come riserva tra i nostri.
Il primo dei due tapponi ha visto 13 ritiri tra non partenti e abbandoni in corsa, tra cui mezza nazionale danese, compreso Magnus Cort Nielsen; ha gettato la spugna anche il vincitore della terza tappa Daniel McLay. La gara è stata resa subito difficile dalla nazionale francese, la quale durante tutta la frazione ha giocato ogni carta che aveva a disposizione per provare a far esplodere la corsa. Sul tratto pianeggiante prima del Col de Saises va via una fuga di otto elementi, ed il meglio messo in classifica è Guillaume Martin, quindicesimo, ma ci sono anche il vincitore della frazione precedente, Dylan Teuns, lo sfortunato Oskar Svendsen, gli olandesi Tusveld e Hofstede, lo svizzero Lienhard, lo spagnolo Óscar González e l'americano Jeremy Perrin. Sulla prima salita gli otto macinano e raggiungono il minuto di margine, ma la discesa viene affrontata dagli inseguitori a grande ritmo tanto da spezzare il gruppo e riprendere tutti, ultimo Perrin, prima di cominciare il Cormet de Roselend.
A quel punto la Francia gioca la sua seconda carta: è Jérémy Maison, il meno conosciuto della sua nazionale, atleta di una piccola squadra, la Vc Toucy, e migliore dei francesi dopo Latour, essendo tredicesimo in classifica. In salita Maison arriva a guadagnare un minuto, mentre un gruppettino, composto ancora da Hofstede, dall'instancabile Pöstlberger, dallo spagnolo Iturria e dai kazaki Okyshev e Zemlyakov, ha provato l'inseguimento senza riuscire nell'aggancio, venendo riassorbito prima ancora che il gruppo giunga in cima al Cormet.
Dietro Maison, dunque, scollinano una trentina di elementi, tra i quali López, scortato da Bryan Ramírez e Rozo, la nazionale australiana pressoché compatta attorno a Power, ed i nostri Ciccone e Zurlo, quest'ultimo sorprendentemente tra i primi in una frazione non propriamente adatta a lui. In discesa sono Chetout e Spokes ad allungare, portandosi sul battistrada. Maison esaurisce la sua spinta, ed è dunque Chetout a cercare di tenere ancora alta l'andatura, quando comincia la lunga salita che porta verso La Rosière, mentre dietro Maison si aggrega agli ennesimi fuoriusciti dal gruppo, l'austriaco Zeller e lo spagnolo Roson.
Ai -10 dall'arrivo finiscono però le schermaglie ed inizia la corsa vera. López, rimasto senza compagni, capisce che la miglior difesa è l'attacco e va via: Power lo segue a ruota ed insieme saltano Chetout. Dietro gli uomini di classifica provano a reagire, prima Latour, poi Ciccone, riuscendo ad evitare che il vantaggio del duo di testa cresca troppo. Quando restano in 8 nel gruppo inseguitore, con l'olandese Oomen, secondo in classifica, ormai staccato (pagherà 6' all'arrivo), saranno i russi a prendere in mano la situazione: attacco veemente di Rybalkin ai -4, poi anche Foliforov riesce a staccare gli altri rivali.
La rimonta di Rybalkin è così forte che lo riporta sul duo di testa, ma il russo non ha le energie per sprintare: sono López e Power a contendersi la tappa, con l'australiano che cede al colombiano di appena mezza ruota. Rybalkin paga 3", Foliforov 20", segue Latour a 38". Ciccone si piazza sesto a 51", sprintando in un gruppetto con Haig, Vervaeke, Buchmann e Lunke. Secondo dei nostri è Zurlo, 33esimo a 7', gli altri finiscono nelle retrovie mentre Filosi, mai apparso in palla a questo Tour, alza bandiera bianca e si ritira.
Nella generale il distacco tra López e Power resta immutato a 27": il vincitore della Vuelta Juventud sembra davvero un osso duro per l'australiano il quale combattivo com'è, potrebbe anche rischiare di saltare a La Toussuire pur di schiodarlo. Un altro pericolo concreto per López sono i russi: Rybalkin è a 44", Foliforov a 51", nel momento in cui decidessero di fare gioco di squadra domani potrebbero davvero far vedere i sorci verdi alla nazionale colombiana. Gli altri non sembrano in grado di poter reagire: i francesi han tentato di tutto oggi e ci proveranno anche domani, per loro sarà importante per lo meno conquistare una tappa. Ciccone è adesso sesto a 1'38" e mantenere la posizione sarà già un grande risultato.