Tour de Pologne 2014: Modolo d'anticipo, ma che rimonta Bos! - A Rzeszów Sacha è 4°. L'olandese precede Mezgec

Stavolta no, il gruppo non c'è cascato. Perché una volta ogni tanto ci sta che qualche fuggitivo scappi definitivamente, andandosi a prendere vittoria di tappa e, chi lo sa, la corsa. È presto per dirlo, ma quel che ha combinato ieri Petr Vakoc al plotone è uno scherzetto che potrebbe costare caro a tanti. E così oggi nessuno ha lasciato margine, il coprifuoco è scattato subito.

Nei 174 km da Kielce a Rzeszów vanno via in un primo momento Pawel Franczak (Polonia) e Mateusz Taciak (CCC Polsat), poca roba. La situazione s'è fatta più seria con il sopraggiungere di Salvatore Puccio (Team Sky) e Björn Thurau (Europcar), gente che in fuga è abituata ad andarci, sa limare, sa quando tirare, sa quando rifiatare. Il lusso di dare un vantaggio di troppi minuti a questo quartetto in apparenza poco consistente il gruppo non se lo voleva - né poteva - permettere.

Dopo 25 km i fuggitivi accumuleranno 3'20": non troppi, ma sarà il picco, il loro vantaggio massimo. Al km 80 avranno solo 2'50" da gestire, a 40 km dall'arrivo di Rzeszów, dov'è posto un circuito, ça va sans dire, 1'35". Imparare dagli errori per non commetterli più, almeno nell'immediato. Il plotone non lascia mezzo metro ai battistrada.

Si arriva nella località dov'è posto il traguardo e s'imbocca il circuito di 6 km scarsi, da ripetere due volte. I quattro battistrada transitano sotto lo striscione, ben consapevoli che l'arrivo non li vedrà in posizioni così privilegiate. Il gruppo infatti è alle loro spalle ed ai -11.8 vengono risucchiati. Inizia il lavoro delle squadre con ruote veloci da lanciare, in particolare la Belkin tira come se il traguardo fosse dietro l'angolo.

Al suono della campanella c'è anche ci ci prova da solo, come l'australiano Sam Bewley, partito di gran carriera ai -6, raggiunto dal plotone non più di 1 km dopo. Sarà volata, ma il rettilineo finale... Non esiste. Tutto un susseguirsi du curve, semicurve, curvette, non proprio l'ideale per un gruppo folto con tantissimi uomini che sgomitano per prendere la ruota giusta. Ed infatti poco dopo l'ultimo chilometro c'è una caduta, davanti restano in pochi.

Ramon Sinkeldam, ultimo uomo del Giant-Shimano Luka Mezgec (lo sloveno che archiviò il Giro vincendo a Trieste), lancia il suo capitano. Per carità, fare l'ultimo vagone è una cosa che gli riesce bene, peccato che alla sua ruota ci sia Sacha Modolo. Ed il veneto della Lampre-Merida, non appena Sinkeldam si sposta, parte. Forse è un po' presto, forse le tempistiche giuste sono quelle, ma gli avversari sono semplicemente più forti. Luka Mezgec, un po' spiazzato dalla mossa (pro Modolo, seppure senza volere) di Sinkeldam, recupera bene e pare lanciato verso la vittoria.

Ma chi rimonta meglio di tutti è Theo Bos. L'olandese della Belkin, alla settima affermazione stagionale, salta sia Mezgec che Modolo e va a vincere più che nettamente. Alle sue spalle Mezgec, appunto, ed un michael Matthews che ieri aveva esultato per il secondo posto alle spalle di Vakoc, oggi si accontenta del gradino più basso del podio. Modolo vi è ai piedi, del podio, e si mette alle spalle Thor Hushovd, Tyler Farrar, Yauheni Hutarovich, Jonas Vangenechten, Davide Appollonio e Roberto Ferrari.

La classifica generale vede al comando sempre il ceco Vakoc, ma Bos balza al terzo posto, a 27", come Hutarovich, grazie ai dieci secondi d'abbuono conquistati oggi. Roman Maikin e Luka Mezgec seguono a 31", Boris Vallee e Manuele Mori a 33", Maciej Paterski e Mathias Krizek sono a 35", Grzegorz Stepniak a 37".

Domani quarta tappa, 236 km da Tarnów Gemini Park a Katowice ancora per le ruote veloci: solo due Gpm di terza categoria, giusto per movimentare la classifica attualmente guidata da Paterski. Modolo, in crescendo, ci riproverà di sicuro, ma Mezgec, Bos, Matthews ed altri velocisti piuttosto in forma potrebbero voler dire la loro.