Freccia Vallone 2014: Nibali in crescita, Lampre sfortunata - Vincenzo 14°, Ulissi 17°, Cunego finisce in terra

Due di tre corse sulle Ardenne sono passate, e se l'Italia all'Amstel Gold Race era andata così così, alla Freccia ci tocca andare fino al 14° posto per pescare il nostro primo connazionale. Lì s'è piazzato un Vincenzo Nibali che a inizio salita marcava Philippe Gilbert, ricordando il miglior Paolo Montero (ma senza cazzotti). Poi lo Squalo dello Stretto ha capito che la gamba di Gilbert non era la stessa di domenica, ha comunque provato a restare con i migliori, ma se Kwiatkowski fa male con il suo allungo, Valverde uccide.

Vincenzo molla la presaviene passato da uno, due, più avversari, e comunque chiude a 24". Come a dire: ok, sono stato sul Teide, in altura, fino all'altro ieri e ok, non ho ancora una gamba da Sanremo (o da Giro 2013), ma a Liegi non starò a guardare. In verità, Vincenzo, così atteso non lo era, non oggi almeno. E invece si vede che cresce, si vede che migliora, sorprende, illude, ma alla fine va pure bene così. Domenica sarà un'altra gara e magari un'altra storia.

Chi si attendeva sul Muro di Huy era la coppia Lampre-Merida formata da Damiano Cunego, in carriera un paio di volte terzo in questa gara con il finale da apnea, e Diego Ulissi. Il ragazzo di Cecina ha disputato per tre volte la Freccia: nel 2011 non l'ha finita, nel 2012 ha fatto 9°, e ciò ha fatto credere che su certe pendenze e (soprattutto?) certe distanze, si trovasse a suo agio. Niente, il 2013 lo vede appunto al 13° posto. Ma quest'anno, dopo un finale di stagione scorsa ed un inizio incoraggiante, i soliti problemi con le lunghe distanze. Va bene, il ragazzo è un '89, mica va spremuto sin dalla culla. E però, a questa Freccia, qualcosa di più da lui era lecito attenderselo: 17° a 28" da Valverde, secondo italiano dopo Nibali, protagonista quasi mai, in luce anche meno.

Dice: meno male che Damiano c'è. Per chi avesse inteso il giovane Caruso, qui si parla di Cunego, decisamente deludente all'Amstel, desideroso di rivalsa alla Freccia. E infatti Damiano è davanti, nel finale. Sulla penultima salitella, la Côte d'Ereffe, il gruppo dà un'accelerata, diversi provano ad evadere. Non andranno da nessuna parte ma Cunego, con la sua bella maglia blu-fucsia, è lì. Pronto ad affrontare il Muro di Huy, oppure a scortare l'iridato Rui Costa. Cunego c'è, altro che Amstel... Ad un tratto un groviglio di bici, nelle retrovie, una maglia blu-fucsia, il viso familiare. È lui, Damiano Cunego.

Casca ai -3, tira giù Fränk Schleck, Pieter Weening, Joaquim Rodríguez, lo stesso Rui Costa rimane attardato. E lì finisce la corsa del nemmeno più tanto giovanotto di Cerro Veronese. Fuori all'Amstel, buttatosi fuori dalla Freccia, non gli resta che la Liegi domenica per provare a salvare questa campagna delle Ardenne. A lui come alla Lampre. Chi invece s'è notato, almeno fino ad un certo punto del Muro, è stato il tricolore (casco compreso) di Ivan Santaromita. In coda al gruppo dei primi, ha dovuto cedere ed ha chiuso a 48", 27°.

In bella vista, ma prima di Huy, un altro dei nostri, già in palla all'Amstel: Giampaolo Caruso (questo sì) fino alla prima parte del Muro era in testa al gruppo, a lavorare per Dani Moreno, e successivamente s'è sfilato. Si potrebbero anche citare i vari Gianluca Brambilla (54°a a 1'45"), Marco Marcato (57° a 1'51"), Matteo Montaguti (66° a 3'01"), il 69°, Damiano Cunego, di cui s'è già parlato, un Enrico Gasparotto 94°, Bettiol e Villella attorno alla centesima piazza, in attesa che il tempo dia loro la possibilità di giocarsela, un Fabio Felline che ha lavorato per Julián Arredondo ed ha chiuso 145°, ultimo, a 10'22".

Potremmo, ma non lo faremo, perché il punto, qui, è che dal 2009, anno in cui Davide Rebellin portò all'Italia l'ultima vittoria a Huy, il meglio che abbiamo saputo pescare è un 5° posto di Cunego nel 2010, un 8° posto di Nibali nel 2011 (proprio davanti al giovane Ulissi), la decima piazza di Rinaldo Nocentini dodici mesi fa.

Domenica la Liegi chiude il trittico delle Ardenne ed i nostri arrivano alla Doyenne con la consapevolezza di aver poche carte da giocare (ma buone): Nibali ha fatto vedere di essere in crescita, Cunego non sarà atteso (quindi farà bene, o almeno questo si spera). Liegi, l'ultima chance per non tornare dal Nord, pietre incluse, ed in generale dalle Classiche di primavera, con un bottino davvero misero.