Terremoto RCS Sport: Svaniti 13 milioni, decapitato il Giro - Sospeso il direttore operativo Michele Acquarone

L'ultima cosa di cui il ciclismo italiano aveva bisogno, a pochissimi giorni dalla presentazione del Giro d'Italia 2014, era che i vertici di RCS Sport venissero azzerati da un terremoto di proporzioni bibliche. Eppure proprio questo è successo dalle parti di Via Solferino, al termine di una settimana a dir poco convulsa, culminata (a quanto annunciato stamani da Milano Finanza) con l'esautorazione nientemeno che di Giacomo Catano (amministratore delegato di RCS Sport) e del più noto - per i ciclofili - Michele Acquarone, direttore operativo e "mente" della struttura organizzativa del Giro d'Italia.

Ligure, 41 anni, Acquarone lavora per RCS Sport dal 1999 e dopo il Giro 2011 è diventato direttore generale della società, ereditando il ruolo di guida da Angelo Zomegnan, e imprimendo alla gestione della corsa rosa una netta svolta improntata sui temi del marketing e di un tipo di comunicazione più moderna e aggressiva. Sotto la sua egida si è avuta ad esempio quest'anno la rinascita del Giro del Lazio, col nuovo nome di Roma Maxima, in accoppiata vincente con la Strade Bianche senese.

In casa RCS, in un periodo già turbolento a causa di una (dolorosa) ristrutturazione interna condotta dall'amministratore delegato Pietro Scott Jovane (ristrutturazione per la quale si era anche parlato della cessione del palazzo milanese di Via Solferino, sede storica del Corriere della Sera e dell'azienda tutta), si è venuti a scoprire, nelle scorse settimane, delle transazioni sospette nell'ambito della controllata RCS Sport. Si parlava di ammanchi, quantificati successivamente in almeno 13 milioni di euro, e l'amministrazione centrale ha predisposto un'indagine interna per capire da cosa fossero causati tali ammanchi.

Questi movimenti poco chiari di denaro tra RCS Sport ed alcune società ad essa collegate presenterebbero delle irregolarità a livello procedurale e di autorizzazioni, e la società si è da subito dichiarata parte lesa dell'intera faccenda (che pare si sia dispiegata già a partire dal 2005). Le notizie provenienti da RCS sono comunque state, in questi giorni, abbastanza vaghe, anche se la rimozione di Giacomo Catano dal ruolo di amministratore delegato (l'incarico è passato a Riccardo Taranto) ha rappresentato qualche giorno fa già un primo passo da parte dell'azienda. Anche il direttore amministrativo di RCS Sport, Laura Bertinotti, è stato rimosso dal ruolo, ma non si pensava che l'azione di tutela di RCS andasse a toccare la macchina meramente organizzativa del Giro (e delle altre corse ad esso connesse), visto che era stato chiarito in un primo momento che l'indagine interna restava al di fuori dell'organizzazione della corsa rosa.

Oggi invece la doccia fredda: Michele Acquarone è stato sospeso cautelativamente (non in via disciplinare, quindi), nell'attesa che l'esposto che RCS sta per presentare alla Procura della Repubblica (basato su questi ammanchi di almeno 13 milioni di euro) faccia chiarezza sull'intera vicenda e sulle responsabilità personali di ognuno dei personaggi coinvolti. Nel frattempo il controllo operativo di RCS Sport è passato a Raimondo Zanaboni, capo della concessionaria RCS Pubblicità: in pratica possiamo dire che la società, controllata da RCS, è stata commissariata (nell'attesa di capire pure che incidenza possono avere questi enormi ammanchi sul bilancio dell'intera azienda).

Una brutta botta per l'immagine dell'azienda che lunedì, all'indomani della chiusura della stagione agonistica 2013 con il Giro di Lombardia, presenterà l'edizione 2014 del Giro d'Italia, fiore all'occhiello dell'intero movimento ciclistico della Penisola. Al di là degli aspetti meramente pratici (ovvero: chi e come si occuperà ora della gestione della cerimonia di presentazione? Come verranno chiusi gli ultimi dettagli in merito all'organizzazione e al disegno della prossima corsa rosa?), viene difficile pensare che il clima intorno a quella che dovrebbe essere una festa del pedale italico, sia dei più sereni.

Si poteva magari pensare che RCS procedesse con maggiore cautela, attendendo di scollinare la data di lunedì prima di prendere le dovute contromisure, ma evidentemente i fatti sono considerati di gravità tale che non si è potuto attendere nemmeno pochi giorni prima di operare un simile avvicendamento ai vertici di RCS Sport. Come detto in apertura, tutto ci serviva, nel nostro ciclismo, meno che una situazione di tale imbarazzo alla vigilia della presentazione del nuovo Giro. Ma, abituati come siamo da anni a ingoiare rospi su rospi, metabolizzeremo pure questa. Certo, non si può negare che una notizia del genere, la quale riguarda non una proprietà privata, ma quel che viene generalmente sentito come un bene comune (il Giro d'Italia, appunto), faccia piombare tutti quanti, appassionati e addetti ai lavori, in uno stato di grande incertezza; per non dire proprio di grande smarrimento. Nell'attesa (e nella speranza) che Acquarone possa dimostrare la propria estraneità all'intera vicenda.