Tour de Langkawi 2013: Chicchi è l'eletto, Guardini trombato - Gran volata. Domani arrivo a Genting Highlands
- Le Tour de Langkawi 2013 [1]
- Aisan Racing Team 2013 [2]
- Astana Pro Team 2013 [3]
- Belkin Pro Cycling Team 2013 [4]
- OCBC Singapore Continental Cycling Team 2013 [5]
- Omega Pharma - Quick Step 2013 [6]
- Team Europcar 2013 [7]
- Vini Fantini - Selle Italia 2013 [8]
- Aidis Kruopis [9]
- Aldo Ino Ilesic [10]
- Andrea Guardini [11]
- Andrew Fenn [12]
- Anuar Manan [13]
- Francesco Chicchi [14]
- Kazuhiro Mori [15]
- Luca Scinto [16]
- Lutfi Muhammad Fauzan Ahmad [17]
- Phucong Sai-Udomsil [18]
- Raymond Kreder [19]
- Ruslan Tleubayev [20]
- Taiji Nishitani [21]
- Takeaki Ayabe [22]
- Theo Bos [23]
- Wang Meiyin [24]
- Yonathan Monsalve Pertsinidis [25]
- Yukiya Arashiro [26]
- Uomini [27]
Se il pubblico malese, e probabilmente anche quello collegato in streaming in ore antelucane in questa parte di mondo, si aspettava una vittoria italiana in Malesia, nove su dieci quella vittoria se la aspettava da Andrea Guardini. Il quale al Tour de Langkawi è praticamente un'istituzione, dopo aver vinto 11 tappe in due anni. In questa sua terza esperienza nella gara che fu la più importante d'Asia (scalzata oggi d'imperio dal Tour of Beijing), il veronese sta invece incontrando qualche difficoltà: battuto due volte su due volate da Bos (nella prima occasione, a dire il vero, è stato preceduto anche da Coquard), attende ancora di bagnare col primo successo la sua nuova maglia dell'Astana.
Se è per questo, attenderà ancora almeno 48 ore, perché oggi ancora una volta non è riuscito a esultare, e domani l'arrivo in salita di Genting Highlands esclude decisamente la vittoria di un velocista. Oggi non ha vinto, Guardini, perché - e qui chiudiamo il cerchio - la prima vittoria italiana al Langkawi 2013 porta la firma di Francesco Chicchi. Eccolo lì, il toscano, ha "fatto la gamba" al San Luis in Argentina un mese fa (senza però vincere, lui che nel 2012 aveva conquistato lì due tappe), ci ha impiegato lo stretto necessario per affiatarsi coi nuovi compagni di squadra, e, in un incrocio non così atipico per il ciclismo, ha vinto la prima corsa con la nuova maglia battendo proprio colui che la indossava fino a poco fa.
Luca Scinto si sarà lustrato gli occhi, vedendo che il suo nuovo velocista ha dato una lezione così severa al suo predecessore nel ruolo di ruota veloce della Fantini (fino allo scorso anno Farnese). A Kapar, in effetti, l'esperto Chicchi ha demolito le certezze del giovane Andrea, che - per una volta che non si trovava Bos tra i piedi - pensava di aver centrato l'obiettivo, ma si è visto sbucare accanto un avversario in impetuosa rimonta, e quell'avversario era proprio il toscano.
La tappa, partita da Kapah, non è che avesse offerto soverchie emozioni, al di là della fuga del giorno, composta come ormai da tradizione da corridori asiatici. Si sono mossi in tre al km 24, ed erano Yukiya Arashiro (vecchia conoscenza del ciclismo europeo, visto che dal 2009 milita nelle squadre di Bernaudeau), l'altro giapponese Taiji Nishitani (che milita nell'Aisan Racing Team, ma che quest'anno le corse migliori le ha fatte con la maglia della sua nazionale, presente ai Tour di Qatar e Oman) e il thailandese Phucong Sai-Udomsil, che corre per la OCBC di Singapore.
I tre hanno messo in cascina 6'20" (vantaggio raggiunto al km 40), che però non sono bastati per fronteggiare il ritorno prepotente del gruppo guidato principalmente da Blanco e Omega Pharma; né è servito l'ultimo, disperato allungo di Arashiro ai -15, tentativo solitario di evitare il compiersi dell'annunciato destino. Ripreso anche l'uomo della Europcar a 10 km dal traguardo, il consueto lavorìo dei vari treni (interrotto per un attimo da un velleitario assalto del malese Fauzan ai -4) ha preceduto lo sprint, disputato su un larghissimo viale di Kapar.
L'armata Blanco, con Bos, si è sfaldata sul più bello, e Guardini è stato anche coraggioso ad anticipare al massimo la sua volata, per sorprendere gli avversari. Schizzato via come una molla dall'avanguardia del gruppo a 250 metri dallo striscione, sarebbe perfettamente riuscito nel suo intento, se solo Chicchi non gli avesse letto nel pensiero simili intenzioni. Sicché il toscano, ben attento alla ruota del connazionale, ha caricato la sua, di sparata, e l'ha esplosa ai 50 metri, affiancando Guardini e superandolo di netto, non senza lasciarlo con un palmo di naso.
Alle spalle dei due italiani si sono accomodati nell'ordine Kruopis, Raymond Kreder, Fenn, Ilesic, Tleubayev, Manan, Ayabe e Kazuhiro Mori. La classifica generale rimane invariata, col cinese Wang Meiyin in giallo, mentre cambia il proprietario della maglia blu della classifica a punti: tra un piazzamento e l'altro, Guardini è riuscito a conquistare la leadership scalzando Manan. Non per fare della cabala gratuita, ma l'anno scorso ci vinse 5 tappe, con quella maglia addosso...
Nell'attesa di capire se il blu ha un influsso effettivo sulle prestazioni di Andrea, ci potremo concentrare domani nella tappa più interessante del Tour de Langkawi, quella che arriva a Genting Highlands. Solo 110 km, di cui gli ultimi 20 si inerpicano verso il traguardo in quota (ma la parte dura si limita ai 5 km iniziali e ai 5 conclusivi). Azzardare un nome non è obbligatorio, ma giacché siam qui, non possiamo fare a meno di notare quanto sia messo bene in classifica (ottavo) Yonathan Monsalve: e il venezuelano sa bene come si fa a vincere sia la tappa di Genting che l'intero Langkawi, essendo riuscito nella doppia impresa nel 2011. Ora, dopo una stagione negativa (il 2012), ha cambiato squadra e, anche lui come Chicchi, è alla Fantini. Il suo ds Scinto fu tra i primi europei a correre il Tour de Langkawi, quando militava nella MG di Ferretti.
Ma c'è di più! Mirabilie dei corsi e ricorsi storici, anche lui, nel lontano 1997, vinse la tappa di Genting Highlands (davanti a un certo Paolo Bettini) e poi la classifica finale del TDL (davanti a uno che ancora corre: Jens Voigt!). Il 33% delle 6 vittorie ottenute da Scinto come professionista, insomma, risale a quella trasferta malese di 16 anni fa. (E meno male che non volevamo fare della cabala gratuita...).