Inchiesta Padova: Scarponi da Ferrari, due test nel 2010 - La Lampre lo sospende, Torri lo deferirà
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Michele Scarponi rischia grosso. Oggi il marchigiano è stato sentito dal procuratore antidoping del CONI, Ettore Torri, presso cui si è recato spontaneamente "prima ancora che si chiudesse l'indagine penale della Procura di Padova in quanto ho voluto chiarire la mia posizione con la Procura del CONI", secondo quanto recita un comunicato diffuso dal corridore.
"Ho messo a disposizione della Procura Antidoping gli atti dell'indagine penale che ad oggi sono stati depositati a mia disposizione", continua il comunicato. "Ho ammesso di aver effettuato un test di due prove con il dott. Ferrari nel settembre 2010 quando era in scadenza il mio contratto con il team Androni Giocattoli. Dopo poco ho firmato il contratto con la Lampre e sono stato seguito già dalla fine di ottobre 2010 dal Centro Mapei, così come ho documentato".
Emerge da queste parole la conferma a quanto abbiamo imparato a capire del Centro Mapei di Castellanza, e cioè che la struttura a lungo diretta dal compianto dottor Sassi è una sorta di lavacro dei mali del ciclismo: come se andare al Centro Mapei desse una patente di "pulizia" a prova di altre frequentazioni più o meno biasimevoli.
Il testo diffuso da Scarponi si chiude con l'annuncio della linea difensiva da parte dell'Aquila di Filottrano, e da un'amara constatazione: "Ero convinto che il dott. Ferrari non fosse inibito e quindi ho agito in buona fede. È molto probabile che la Procura Antidoping chieda il mio deferimento, avendo io stesso accettato la contestazione disciplinare ed avendo io stesso chiesto che la mia posizione venga chiarita al più presto anche nell'interesse della mia squadra".
Squadra, la Lampre, che nel frattempo ha sospeso il corridore, in base al regolamento interno. Il rinnovo del contratto di Michele, che era già cosa fatta per la stagione 2013, è stato congelato, così come il pagamento dello stipendio fino a che non verrà risolta la questione riguardante l'atleta. Nulla di nuovo sotto il sole, da questo punto di vista.
La linea difensiva di Scarponi è praticamente identica a quella proposta da Pozzato, ovvero l'ignoranza relativa all'inibizione di Ferrari: il suo nome non era nel casellario giudiziario della Federciclismo, come poteva sapere che fosse inibito e che non poteva frequentarlo? È una tesi che ovviamente non sta in piedi dal punto di vista sostanziale (tutto il mondo sapeva che era meglio stare alla larga da Ferrari, e che lo si frequentava a proprio rischio e pericolo); ma dal punto di vista formale, sta in piedi eccome, visto che gli articoli di stampa non fanno giurisprudenza, e non c'erano effettivamente notizie ufficiali che dessero conto dell'inibizione del medico emiliano.
Ma il problema per Scarponi è che Pozzato, in maniera bizzarra quanto si voglia, la sua sospensioncella se l'è dovuta fare, 3 mesi che non sono niente rispetto alle pene massime relative al doping, ma che nel caso del marchigiano rappresenterebbero una recidiva che potrebbe portare addirittura alla radiazione. Il corridore della Lampre ha infatti scontato 18 mesi di squalifica in seguito all'Operación Puerto; e naturalmente tutto è talmente legato all'arbitrarietà dell'antidoping odierno, da poter prevedere qualsiasi esito, anche il peggiore, per questa vicenda.
Rischia (in base all'estro degli organi giudicanti) anche di essere messo in discussione il piazzamento di Michele al Giro del 2011: secondo sul campo, diventato primo dopo la squalifica di Contador, Scarponi potrebbe a sua volta uscire dall'albo d'oro cedendo lo scettro di quella corsa a Nibali, che fu terzo. E rischia anche la Lampre, che potrebbe ritrovarsi senza i punti del suo capitano e quindi in seria difficoltà per ottenere la licenza World Tour.
Nulla di certo, ad ogni modo, attendiamo (con non troppa ansia, visto che non ne possiamo più di queste storie) gli sviluppi, avendo comunque la consapevolezza che le conseguenze dell'inchiesta condotta a Padova dal pm Roberti sono potenzialmente in grado di radere al suolo il ciclismo (se non altro quello italiano), e che la vicenda di Scarponi non è che un altro antipasto. Di un pranzo che sarà veramente difficile da digerire.