Ecco le dichiarazioni dei protagonisti al termine della diciottesima tappa del Tour de France.
Mark Cavendish (Sky Pro Cycling)da Letour.fr
«È incredibile, avevo un bisogno disperato di uno sprint perché non ce ne sono stati molti per me quest'anno. È stata sempre una lotta serrata perché c'erano dei fuggitivi con pochi secondi ma la squadra ha corso perfettamente e Brad ha dettato il tempo così bene da rientrare proprio all'ultimo chilometro e quindi Edvald mi ha dato la tirata necessaria e sono partito. Avevo tanto da dare. Siamo venuti qui con l'obiettivo di vincere la maglia gialla: abbiamo primo e secondo della generale, non possiamo chiedere di più. Il morale è alto ed essere parte della squadra che sta per vincere il Tour de France è un grande onore. 22 tappe vinte... ho aspettato questo momento per quasi tre settimane. Adesso ho pareggiato André Darrigade: è una gran cosa, mi rende felice. Fisicamente la corsa è stata dura, ho cercato di fare il mio lavoro prima delle salite. Mentalmente non è stato duro perché abbiamo i primi due della classifica e sono pieno d'orgoglio di esserci anche io. Ma io sono un velocista e devo trovare il mio spazio, è come mettere Wayne Rooney in difesa... per i ragazzi poteva essere una passeggiata arrivare fino a Parigi e anche stamattina Sean Yates sul bus aveva detto di prendersela comoda e di lasciare andare la fuga. Io l'ho pregato di darmi un chance e quindi Brad è venuto da me è ha detto "oggi facciamo la corsa, arriveremo in volata". E l'abbiamo visto: lui e Froomey potevano starsene tranquilli e gli sono estremamente grato. Sono state tre settimane ricche di emozioni ma io mi sono goduto ogni minuto»
Bradley Wiggins (Sky ProCycling)da Letour.fr
«Cav ha dovuto aspettare un po' e è stato paziente e penso che oggi s'è preso una bella ricompensa che ha mostrato anche l'impegno della squadra verso di lui. Le ultime due settimane sono state difficili, abbiamo dovuto mettere da parte i suoi obiettivi e le sue ambizioni e a nessuno piaceva... è il campione del mondo e oggi è stato bello aver fatto il possibile per fargli vincere un'altra tappa. È fantastico. Lui è stato il primo a dire che la classifica generale era la cosa più importante e non sacrificarla per puntare ad uno sprint: come ho detto l'altro giorno, Mark è un campione vero e oggi abbiamo voluto ripagarlo in qualche modo. Lui sicuramente ha migliorato le sue qualità in salita e se guardate ai favoriti per la prova su strada olimpica non ne rimangono molti che possono dire di essere in forma come Mark... è certamente il favorito. È l'uomo più veloce al mondo, senza dubbio. Ha fatto vedere che può partire ai 600 metri, l'abbiamo appena vista, e lasciarli tutti sul posto».
Vincenzo Nibali (Liquigas-Cannondale)da Raisport
«Abbiamo inseguito la fuga tutto il giorno, è stata una tappa davvero molto tirata. Per molti era l'ultima occasione di vincere una tappa ma alla fine al Tour de France le tappe sono quasi sempre così: di solito facevamo le prime due ore a tutte e poi c'era un po' di rilassamento nella parte centrale, oggi siamo andati senza respiro dall'inizio alla fine. Domani c'è la cronometro decisivo, per ora tutto ok».
Luca Paolini (Katusha Team)da Raisport
«Oggi abbiamo tirato molto e abbiamo fatto lo stesso lavoro che stiamo facendo già da due settimane. Io sono contento, ho fatto il mio lavoro, non sono triste. Certo, una vittoria di tappa in più mi sarebbe piaciuta, vincere la Tour è sempre una cosa grandissima, ma è enorme già quello che abbiamo fatto e che stiamo facendo».
Alexandre Vinokourov (Astana)da Letour.fr
«Per tutto il giorno abbiamo provato ad animare la tappa. Mi è mancato poco, ma ho fatto tutto quello che ho potuto e non ho rimpianti. Abbiamo sfruttato la fuga ed il pubblico del Tour! Ho visto che sono stato in grado di tornare ad una buona condizione, anche se non puntavo più alla classifica generale. Ora rimangono solo più due giorni per provare e quindi spero di poter fare qualcosa di buono a Londra anche se noi del Kazakistan saremo solo in due ai Giochi Olimpici».
«È incredibile, avevo un bisogno disperato di uno sprint perché non ce ne sono stati molti per me quest'anno. È stata sempre una lotta serrata perché c'erano dei fuggitivi con pochi secondi ma la squadra ha corso perfettamente e Brad ha dettato il tempo così bene da rientrare proprio all'ultimo chilometro e quindi Edvald mi ha dato la tirata necessaria e sono partito. Avevo tanto da dare. Siamo venuti qui con l'obiettivo di vincere la maglia gialla: abbiamo primo e secondo della generale, non possiamo chiedere di più. Il morale è alto ed essere parte della squadra che sta per vincere il Tour de France è un grande onore. 22 tappe vinte... ho aspettato questo momento per quasi tre settimane. Adesso ho pareggiato André Darrigade: è una gran cosa, mi rende felice. Fisicamente la corsa è stata dura, ho cercato di fare il mio lavoro prima delle salite. Mentalmente non è stato duro perché abbiamo i primi due della classifica e sono pieno d'orgoglio di esserci anche io. Ma io sono un velocista e devo trovare il mio spazio, è come mettere Wayne Rooney in difesa... per i ragazzi poteva essere una passeggiata arrivare fino a Parigi e anche stamattina Sean Yates sul bus aveva detto di prendersela comoda e di lasciare andare la fuga. Io l'ho pregato di darmi un chance e quindi Brad è venuto da me è ha detto "oggi facciamo la corsa, arriveremo in volata". E l'abbiamo visto: lui e Froomey potevano starsene tranquilli e gli sono estremamente grato. Sono state tre settimane ricche di emozioni ma io mi sono goduto ogni minuto»
«Cav ha dovuto aspettare un po' e è stato paziente e penso che oggi s'è preso una bella ricompensa che ha mostrato anche l'impegno della squadra verso di lui. Le ultime due settimane sono state difficili, abbiamo dovuto mettere da parte i suoi obiettivi e le sue ambizioni e a nessuno piaceva... è il campione del mondo e oggi è stato bello aver fatto il possibile per fargli vincere un'altra tappa. È fantastico. Lui è stato il primo a dire che la classifica generale era la cosa più importante e non sacrificarla per puntare ad uno sprint: come ho detto l'altro giorno, Mark è un campione vero e oggi abbiamo voluto ripagarlo in qualche modo. Lui sicuramente ha migliorato le sue qualità in salita e se guardate ai favoriti per la prova su strada olimpica non ne rimangono molti che possono dire di essere in forma come Mark... è certamente il favorito. È l'uomo più veloce al mondo, senza dubbio. Ha fatto vedere che può partire ai 600 metri, l'abbiamo appena vista, e lasciarli tutti sul posto».
«Abbiamo inseguito la fuga tutto il giorno, è stata una tappa davvero molto tirata. Per molti era l'ultima occasione di vincere una tappa ma alla fine al Tour de France le tappe sono quasi sempre così: di solito facevamo le prime due ore a tutte e poi c'era un po' di rilassamento nella parte centrale, oggi siamo andati senza respiro dall'inizio alla fine. Domani c'è la cronometro decisivo, per ora tutto ok».
«Oggi abbiamo tirato molto e abbiamo fatto lo stesso lavoro che stiamo facendo già da due settimane. Io sono contento, ho fatto il mio lavoro, non sono triste. Certo, una vittoria di tappa in più mi sarebbe piaciuta, vincere la Tour è sempre una cosa grandissima, ma è enorme già quello che abbiamo fatto e che stiamo facendo».
«Per tutto il giorno abbiamo provato ad animare la tappa. Mi è mancato poco, ma ho fatto tutto quello che ho potuto e non ho rimpianti. Abbiamo sfruttato la fuga ed il pubblico del Tour! Ho visto che sono stato in grado di tornare ad una buona condizione, anche se non puntavo più alla classifica generale. Ora rimangono solo più due giorni per provare e quindi spero di poter fare qualcosa di buono a Londra anche se noi del Kazakistan saremo solo in due ai Giochi Olimpici».