Tour of California 2012: California Dream Man - Peter Sagan vince e dà spettacolo negli States
- GIRO D'ITALIA 2012 [1]
- Liquigas - Cannondale 2012 [2]
- Orica - GreenEDGE 2012 [3]
- Daniel Oss [4]
- Fred Rodriguez [5]
- Heinrich Haussler [6]
- Leigh Howard [7]
- Peter Sagan [8]
- Timothy Duggan [9]
- Uomini [10]
Mentre qui in Italia il Giro d'Italia è entrato nella sua seconda settimana, dall'altra parte del mondo è iniziato il Tour of California, una corsa in cui al via c'è anche la Liquigas capitanata da Vincenzo Nibali e Peter Sagan: ma se lo Squalo dello Stretto nelle prime due tappe non ha trovato il terreno ideale per farsi vedere, il vero spettacolo lo ha offerto il 22enne slovacco che ha vinto sia sul traguardo di Santa Rosa che su quello di Santa Cruz.
Dopo un'ottima prima parte di stagione con tanti piazzamenti nelle grandi classiche, Peter Sagan aveva staccato dopo l'Amstel Gold Race e si era preso un piccolo periodo di riposo prima di ripresentarsi in gruppo proprio in California. Nonostante il mese senza corse lo slovacco ha destato impressione fin da subito: la sua infinita classe ormai abbiamo imparato a conoscerla, ma gara dopo gara sembra che Peter voglia fare sempre qualcosa di più e queste volate sono state due vere e proprie perle.
Sia nella prima che nella seconda tappa Sagan ha vinto con un'immensa tranquillità e una facilità disarmante. Verso Santa Rosa Sagan ha forato a meno di 8 km dall'arrivo con le squadre dei pochi uomini veloci rimasti (il tracciato non era solo molto scenografico ma anche impegnativo con diversi strappi impegnativi) davanti a tenere alto il ritmo: lui non si è scomposto, si è fermato, ha aspettato il meccanico ed è rientrato in gruppo come se di chilometri se ne dovessero ancora percorrere almeno un centinaio; ai meno 3 era già abbastanza avanti per evitare una maxicaduta. All'ultimo chilometro, però, la Orica-GreenEDGE ha fatto il treno per Leigh Howard con ben tre uomini a scortare l'australiano e la possibilità quindi di portarlo fino ai 150 metri quasi: invece da dietro un superbo Daniel Oss ha rimontato tutti da solo e quando Sagan ha lanciato lo sprint gli sono bastate pochissime pedalate per scappare via. Haussler è arrivato secondo ma molto staccato, Fred Rodriguez terzo, Howard addirittura quarto.
Il capolavoro più clamoroso, però, è stato quello al termine della seconda tappa sul traguardo di Santa Cruz: dire volata forse è riduttivo perché negli ultimi 300 metri s'è visto un concentrato di tutto il miglior Sagan. Ancora una volta la sfortuna ha provato in tutti i modi a fermare il giovane talento della Liquigas, ma una caduta in salita e una foratura non sono bastate ad abbatterlo: ancora una volta Sagan si è comportato come se non fosse successo, ha ripreso le ruote del gruppo e ha messo i suoi uomini, in particolare un infaticabile Timothy Duggan, a tirare per non far andare via nessuno negli ultimi chilometri. Ancora una volta nel finale la GreenEDGE ha provato a lanciare Howard ma per l'australiano l'esito è stato ancora più umiliante se possibile. La squadra ha lasciato Leigh in testa subito prima dell'ultima curva, a meno 200 metri dall'arrivo, ed immediatamente alla sua ruota c'era proprio Sagan: lo slovacco ha scelto una traiettoria larghissima, tutta all'esterno, e all'uscita di questa curva era già incredibilmente davanti a tutti con più di una bicicletta di vantaggio; poi, appena Sagan si è alzato per rilanciare il ritmo gli sono bastate un paio di pedalate per scappare via. Secondo è arrivato di nuovo Haussler, Howard è arrivato terzo ma la lezione presa da quell'omino vestito di giallo e verde se la ricorderà per parecchio.
Adesso Sagan è arrivato a quota cinque successi stagione e sono anche cinque quelli ottenuti in carriera al Tour of California, uno dei territori di caccia preferiti dallo slovacco. Adesso sarà interessante vedere fin dove si spingerà nelle prossime tappe questo potenziale cannibali: staserà l'arrivo a Livermore prevede il Patterson Pass a 15 km dall'arrivo e Peter potrebbe far sognare i suoi tifosi ancora una volta lasciando tutti a bocca aperta. E forse è un po' peccato che anche lui sia un essere umano, perché un corridore così sarebbe da vedere al via in ogni corsa.