Tour de France 2012: TOURnano a ridere i cronoman - Nel 2012 salite meno decisive. Pirenei, le altimetrie in esclusiva
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Un Tour de France che torna all'antico, quello presentato oggi da ASO. Torna all'antico per due ragioni: la prima è che cresce il peso delle cronometro; la seconda è che diminuisce l'influenza delle tappe di montagna. E per entrambe le ragioni, gli appassionati non si ritroveranno in piazza a stappare bottiglie di champagne.
Vediamo nel dettaglio: dopo 4 edizioni in cui i chilometri a cronometro (individuale) erano costantemente diminuiti, stavolta tornano ad aumentare. Proprio come nel 2007, ci saranno un prologo e due lunghe tappe contro il tempo: 6 km a Liegi il primo giorno, 38 a Besançon alla nona tappa e 52 a Chartres alla 19esima. In totale fanno 96 km, più del doppio rispetto a quest'anno (un'unica crono di 42 km, anche se avevamo anche una cronosquadre di 23 km), e soprattutto una netta inversione di tendenza rispetto ai primi anni di gestione Prudhomme.
Ma i chilometri a cronometro trovano un valido corrispettivo nelle tappe di montagna? No, perché rispetto al 2011 il Tour 2012 avrà anche frazioni di salita meno significative, che controbilanceranno meno le prove contro il tempo. Quindi, cronoman favoriti rispetto agli scalatori, ergo la conclusione: Tour de France che torna all'antico.
Finito il circolare ragionamento, riportiamo il circolare svolgimento della Boucle 2012, che avrà movimento orario, in accordo alla tradizionale alternanza del disegno (un anno in senso antiorario, come nel 2011, un anno in senso orario).
Si parte da Liegi sabato 30 giugno (si anticipa di una settimana visto che poi ci saranno le Olimpiadi), con il già menzionato cronoprologo di 6 km. A Seraing, prima tappa in linea, ci sarà uno strappo nel finale (caldamente richiesto da Philippe Gilbert, che nel Belgio Vallone giocherà in casa, e che è stato accontentato dagli organizzatori), quindi velocisti in scena a Tournai.
La terza frazione, da Orchies a Boulogne-sur-Mer, oltre che per il ritorno in Francia, si segnala per un disegno particolarmente accidentato, con tanto di brevi tratti in pavé in avvio (Orchies è un luogo consacrato alla Parigi-Roubaix) e di salitelle lungo tutta la frazione, fino all'arrivo posto in cima a uno strappetto di 700 metri. Fin qui, quattro giornate all'insegna della varietà. Poi tre tappe piatte per sprinter (Rouen, Saint-Quentin e Metz) che contribuiranno ad affossare l'adrenalina generale (al di là dei 200 metri finali).
Nel secondo fine settimana di gara inizia un altro Tour. E inizia con l'arrivo di La Planche des Belles Filles, nei Vosgi, una salita abbastanza duretta per quanto lunga solo 5.5 km. L'ideale, comunque, per dare una prima sgrossata alla classifica. Il giorno dopo, domenica 8 luglio, da Belfort a Porrentruy 154 km nello Jura, con tanto di sconfinamento in Svizzera per una tappa tutta in saliscendi: e anche se non avremo scontri titanici (il percorso non lo permette più di tanto), qualcuno particolarmente distratto potrebbe perdere terreno nella generale.
I 38 km a cronometro di Besançon (abbastanza piani, quindi buoni per gli specialisti) chiuderanno questa fase, prima del primo giorno di riposo, martedì 10 luglio. Si riparte il giorno dopo ancora dal Jura, per una frazione comprendente il Grand Colombier (18 km di ascesa con prima parte difficile, poi falsopiano, poi altri 3 km complicati, quindi 6 km accessibili), seguito dal facile Col de Richemond, con arrivo a Bellegarde-sur-Valserine: una tappa che non smuoverà probabilmente grosse cose, e che anticiperà l'unica vera frazione alpina, prevista l'indomani.
Da Albertville a La Toussuire, in appena 140 km, i corridori affronteranno Madeleine, Croix-de-Fer, Mollard e ascesa finale al traguardo. Il chilometraggio non è dei migliori, ma qui qualcosa accadrà per forza, nella lotta tra gli uomini di classifica. Il giorno dopo malinconico addio alle Alpi, con Grand Cucheron e Granier in avvio e poi 140 km facili fino ad Annonay. Una frazione sprecata, che fa gridare di rabbia per come è disegnata male.
Gli arrivi per velocisti di Cap d'Agde e Pau, inframezzati domenica 15 luglio dalla Limoux-Foix (con Port de Lers e Mur de Péguère nella seconda parte, seppur lontani dal traguardo), conducono dritti dritti al secondo giorno di riposo, in programma martedì 17.
Si ritorna in gara direttamente sui Pirenei, per una frazione che una volta tanto parte e non arriva a Pau, e presenta quindi in successione Aubisque, Tourmalet e Aspin (ovvero l'inverso di quanto troppo spesso siamo obbligati a sopportare, con queste salite sprecate in quanto seguite da un lungo tratto in piano fino appunto a Pau) prima della scalata al Peyresourde, dalla cui vetta c'è poi la picchiata fino al traguardo di Bagnères-de-Luchon. L'altimetria di questa tappa, non ancora presente sul sito ufficiale del Tour de France, l'abbiamo ricostruita con Tracks4Bikers e la pubblichiamo qui di seguito.
Certo dispiace che le ultime due salite siano nettamente più facili delle prime due, ma non manca il terreno per attaccare, e se qualcuno vorrà provarci già dal Tourmalet, non mancherà il divertimento.
Il giorno dopo si resta sui Pirenei e si chiude con essi, con l'ultimo dei 3 arrivi in quota del Tour 2012. Da Bagnères si arriva a Peyragudes, ovvero ancora sul Peyresourde, salita omaggiata da un doppio passaggio. Anche questa altimetria l'abbiamo estrapolata con Tracks4Bikers, non essendo ancora presente sul sito del Tour.
Qui la frazione, ancora molto corta (144 km) si ravviva decisamente nel finale col duro Port de Balès prima della scalata finale fino al traguardo. Fosse una tappa più lunga (con un'altra salita subito prima del Balès, magari), sarebbe un'ottima conclusione di Pirenei, ma così dà l'impressione di mancare di qualcosa.
Sia come sia, terminate le montagne a quattro giorni dalla fine del Tour, non rimangono che due altre frazioni per velocisti (a Brive-la-Gaillarde e a Parigi per la passerella sugli Champs-Élysées), con in mezzo, sabato 21 luglio, la lunga crono da Bonneval a Chartres: un piattone di 52 km che darà ai passisti scalatori una grande chance per far valere la propria legge sugli arrampicatori puri.
Una scelta che ci può stare, ci mancherebbe, e che negli intendimenti degli organizzatori vorrebbe spingere i corridori meno dotati contro il tempo a osare tutto l'osabile sulle salite; ma che paradossalmente rischia di concludere ogni discorso per la generale proprio lì a Peyragudes, lasciando alle ultime tre frazioni il compito pleonastico di sancire ufficialmente le posizioni di classifica. Tutto il contrario di quanto visto negli ultimi anni, con tappe di montagna vicinissime alla conclusione (addirittura il penultimo giorno per il Ventoux 2009, il terz'ultimo giorno per l'Alpe d'Huez 2011, mentre nel 2010 l'ultima frazione pirenaica era al quart'ultimo, ma lì c'era l'arrivo in cima al Tourmalet e non al Peyresourde...).
Ma del resto la differenza di peso specifico delle tappe di montagna tra l'edizione 2011 e quella 2012 del Tour emerge ad occhio nudo da un confronto tra l'immagine pubblicata in apertura, col riassunto delle salite 2012, e quella qui sopra, che riprende quelle del 2011 anche se nella pagina sbagliata del sito... (e con questo regaliamo uno sberleffo alla grandeur dei francesi, che come d'abitudine non hanno messo a disposizione troppi dati, a partire dalla maggior parte delle altimetrie, alcune anche abbastanza importanti come quelle pirenaiche).